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Garantire un controllo maggiore sulle società che operano in Basilicata e «armonizzare» i proventi della commercializzazione delle acque minerali con quelli di altre regioni italiane e con quanto stabilito dalla Conferenza delle Regioni. È quanto previsto nella proposta di legge regionale sulla modifica della «Disciplina nella ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali», presentata stamani, a Potenza, dai consiglieri Alessandro Singetta (Api), Gennaro Straziuso, Luca Braia, Pasquale Robortella (Pd) e Giannino Romaniello (Sel).

Le aziende, in base alle disposizioni del testo, dovranno informare la Regione su ogni aspetto societario e ogni modifica o cessione di capitali o variazione dei soci: l’ente limiterà le concessioni a un massimo di 30 anni, oltre ad adeguare le tasse ai livelli nazionali (cioè da un minimo di 0,50 euro a un massimo di due ogni mille litri, e comunque con un canone non inferiore a 30 euro per ettaro di superficie concessa, secondo le previsioni della Conferenza delle Regioni). Le norme stabiliscono infine l’istituzione di un Osservatorio regionale, e che il 40 per cento dei proventi sia utilizzato per «la difesa dei bacini idrominerali e termali».

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