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C’è anche il dirigente regionale del dipartimento di Urbanistica, Saverio Putortì tra gli indagati dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sulle tangenti all’ufficio Urbanistica del comune di Reggio, su un presunto giro di mazzette pagate per ottenere autorizzazioni a costruire, concessioni edilizie e condoni, tutti in assenza dei requisiti di legge.
Il coinvolgimento di Putortì nell’inchiesta è affiorato quando la Procura ha chiesto il giudizio
immediato per sette, delle nove persone arrestate il 25 maggio scorso, e che saranno giudicate il 29 novembre prossimo.
Putortì, che all’epoca dei fatti dirigeva il settore Urbanistica di Palazzo San Giorgio e che sarà sentito nelle prossime settimane, secondo le indagini, a seguito di una verifica dei vigili urbani in un cantiere, aveva segnalato il giro di bustarelle alla Procura e sarà sentito proprio perché a capo di un ufficio nel quale, la pratica della bustarella, pare fosse piuttosto diffusa.
L’indagine ha svelato come nell’ufficio Urbanistica reggino per ottenere un parere favorevole, un certificato, un documento falso, bastava pagare quella che i magistrati hanno definito una vera e propria associazione a delinquere. Un sistema che, secondo l’accusa, sarebbe andato avanti dal 2001 al 2009. A inchiodare alcuni dei protagonisti della vicenda, un ruolo fondamentale lo hanno avuto le intercettazioni ambientali e telefoniche.

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