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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Il Partito democratico “una ne pensa e cento ne fa”. Non c’è dubbio. Il Pd ormai sta abituando ai colpi scena con i tanti big ormai in “preda” a una sorta di sindrome del posizionamento strategico e in cerca dell’applauso facile. E così da Empoli, in Toscana, dove si sta svolgendo la Festa nazionale del pd sul tema della Sanità, Beppe Fioroni che di certo ha “scaldato” la piazza locale ha tuonato: «Dobbiamo assolutamente riflettere non solo sull’abolizione o meno delle Province, ma anche riguardo le Regioni. Se la Germania pensa davvero di accorpare i Land, noi dobbiamo chiederci: ci possiamo permette il lusso di avere ancora Molise, Basilicata, Umbria, Valle D’Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano?».
Insomma per l’ex ministro della Pubblica istruzione “mantenere” viva la Basilicata per l’Italia non è altro che un «lusso». Che non ci si può più consentire. In Toscana magari Fioroni avrà pure suscitato applausi e approvazioni, ma in Basilicata i suoi fedelissimi non potranno certo fare salti di gioia. Tanto più che Beppe Fioroni negli ultimi due anni in Basilicata c’è stato numerose volte. Pure ad inaugurare le nuove scale mobile di Potenza e altre volte nel Materano. E Fioroni oltretutto è tra gli ospiti d’onore attesi per l’inaugurazione della Festa nazionale del Pd sul Mezzogiorno che si svolge da domani fino a domenica a Policoro. A questo punto è lecito attendersi “dichiarazioni” contro la Toscana dal palco dell’Heraclea Hotel.
Vedremo. Al di là di tutto comunque è uno scivolone perchè Fioroni in Basilicata ha una “squadra” di fedelissimi di primo livello. Sono fioroniani infatti, il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, il senatore Carlo Chiurazzi, il capogruppo del Pd alla Regione, Vincenzo Viti e il consigliere Gennaro Straziuso. Dovrà dare spiegazioni. Non c’è dubbio.
Ma non è l’unica “cronaca” democratica di giornata. Dopo le dichiarazioni di Piero Lacorazza, presidente della Provincia di Potenza, che ha aperto un confronto con il “rottamatore” Matteo Renzi chiedendogli di pensare al rinnovamento anche sui temi programmatici e non solo su quelli della propaganda, c’è il segretario regionale Roberto Speranza che prende posizione “chiara”. Non con Renzi al quale manda a dire: «Quello del rinnovamento della classe dirigente è un tema di grande rilievo e il Partito democratico lo sta interpretando al meglio, ma Renzi, che pone sul tavolo del dibattito questioni giuste, non deve utilizzarlo come una clava nei confronti dei dirigenti del partito».
E quindi Speranza a chi chiedeva una scelta di campo ha dichiarato: «Se mi chiedete con chi sto, vi rispondo che seguo senza dubbio la linea del segretario Bersani: questo non è il tempo della rottamazione a tutti i costi, ma il momento di un patto tra le generazioni che tra i suoi punti di forza ha anche quello del rinnovamento». Come esempio di rinnovamento “virtuoso” Speranza ha preso come esempio proprio la Basilicata dei trentenni (lui stesso, Lacorazza e Molinari).
Ma c’è dell’altro. Speranza che lunedì sulla propria bacheca di Facebook (Il Quotidiano ha riportato la notizia ndr) aveva detto di appoggiare lo sciopero del 6 settembre promosso dalla Cgil, ha dovuto “correggere il tiro per non rischiare un “conflitto” con la Cisl e la Uil. Tanto che ieri mattina ha dichiarato alle agenzie: «Le iniziative che in queste ore si stanno promuovendo, pur se con strumenti e toni diversi, per cambiare una manovra iniqua sono tutte positive e meritano il sostegno del Pd. In questo senso la nostra attenzione sia alla manifestazione che Cisl e Uil hanno lanciato per il primo settembre a Roma sia allo sciopero generale promosso dalla CGIL in tutta Italia per il sei di settembre. Oggi più che in passato è importante che si realizzi una nuova presa di coscienza da parte di tutte le organizzazioni dei lavoratori cogliendo l’inadeguatezza di un governo nazionale incapace di fronteggiare la crisi economica. Gli stessi giudizi espressi da Confindustria sono segno evidente di un distacco sempre più marcato tra le iniziative del governo e le esigenze del paese reale». E quindi ha sottolineato: «In questo quadro di pesanti divisioni tra il governo nazionale e le grandi organizzazioni si capisce ancora di più quanto prezioso sia il patto obiettivo Basilicata 2012 promosso dalla giunta regionale e dai principali soggetti sociali lucani che hanno responsabilmente superato divisioni e punti di vista diversi per provare a disegnare assieme uno scenario di priorità».

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