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di PARIDE LEPORACE

AI tempi delle mail tornano in auge le lettere novecentesche. La Bce ha scritto una lettera, il governo ha lavorato giorni attorno ad una lettera per salvarsi, in Parlamento gira una lettera senza firma che sfiducia Berlusconi. Ma anche in Basilicata la cronaca è segnata da diverse lettere che hanno la loro importanza per tutti.

Il Corvo Sicofante

Torna a spirare Maestrale forte dalla ventosa procura di Catanzaro verso il Palazzo di Giustizia potentino. Chi segue le cronache giudiziarie calabresi ha potuto verificare che i faldoni sono pieni di capi d’imputazione per Toghe lucane che nella versione bis riappare con molti tratti simili alla precedente. Qui la lettera è un dossier. Firmato da tal Sicofante pseudonimo che è tutto un programma (prezzolato che sostiene le denunce false). La vicenda è nota. Il solito agente del Sisde era già venuto alla ribalta. Ora la nuova inchiesta catanzarese ricostruisce tutto alla luce di un’organizzazione segreta che sarebbe stata capeggiata dall’alto magistrato Gaetano Bonomi, il quale afferma di aver operato in piena legalità e già da tempo è in marcia contro il nuovo pm calabrese che ha preso il posto di De Magistris. Gli schieramenti sono quasi simili a quelli che furono. La matassa è inzuppata di veleni e di date e contesti da verificare. Potenza sempre più ricorda la Palermo di Falcone che vide all’opera un Corvo di cui non si è mai accertata la vera identità. Anche in quel caso l’accusato era un alto magistrato, risultato poi estraneo ai fatti. Molte delle vicende trattate a Catanzaro hanno in contraltare denunce presentate alla stessa procura cui al momento non si conoscono gli esiti giudiziari. Cercheremo di stare ai fatti con molta attenzione senza intrupparci in schieramenti ma restando al servizio e all’interesse del lettore, non mancando di osservare che i Savonarola di turno sono già usciti a bruciare le streghe evocando Elisa Claps e Gianfredi che con queste carte, al momento, non hanno nulla da spartire. La vicenda esplode nell’avanzare di carte chiare come quelle della vicenda Arpab. I due dirigenti arrestati hanno avuto torto al garantista istituto del Riesame. L’assessore Restaino non ha chiarito nulla. Nei Palazzi del potere si spera che il vento catanzarese distragga dai rifiuti. Per quanto ci riguarda non sarà così. Terremo alta la ricognizione sui due diversi tronconi d’indagine.

La lettera di Marcello Pittella

Nei giorni della Leopolda era stato pianificato di avere un Pd lucano silente su Fenice e ciarliero sul Cielo stellato dell’Universo. Ma anche qui 309910una lettera ha cambiato le carte in tavola. Marcello Pittella, uomo premiato di alto consenso elettorale, già da tempo, ha posto dubbi sullo stato delle cose del Partito-Regione. Il sasso nello stagno ora è giunto e non si tratta di un editoriale di giornale. Le prese di posizioni dei socialisti lucani sparano dritto al quartier generale e chiedono cambiamenti veloci. La Commissione d’inchiesta nasce azzoppata. Bove resta agli arresti domiciliari e membro del parlamentino provinciale del Pd, ma resta soprattuto in piedi il sistema clientelare che attraverso gli uffici regionali ha menomato la funzionalità di un modello ormai avviato ad un triste declino.

La lettera sul concorso del dottorato

309921Ci hanno scritto una lettera. Annunciandoci i vincitori di un dottorato all’Unibas. Abbiamo preso atto della segnalazione giunta e siamo andati a verificare se la profezia si avverasse. Il primo della graduatoria è risultato essere Giovanni Casaletto, esponente di vertice degli under del Pd. Antonietta Petrone si è piazzata terza dottoressa senza borsa. Il presidente della commissione ci ha scritto una replica che pubblichiamo in prima pagina. Sono rammaricato che la correzione della bozza del termine “cattedra” sia rimasta solo su carta e non in stampa, ma questo fa parte delle incertezze del nostro mestiere. Noi riteniamo di aver fatto il nostro dovere. La verifica è stata fatta. L’oracolo ha visto giusto su chi erano i più bravi. Il timore dell’iniziativa giudiziaria che paventa il professor Panarelli non ci atterrisce. Piuttosto, lei che non vede persone indignate per “la profezia” sui numeri primi, è meglio che esca dalla sua torre eburnea e chieda in giro, a chi è escluso dal garantirsi un posto al sole in una precarietà intellettuale diffusa, cosa ne pensi. La ringraziamo per averci segnalato che l’oracolo e la sua profezia sono da ascriversi a “faide che più verosimilmente riguardano segreterie di partito, bassezze di propaganda e lotte per poltrone”. Ne traggano materia di studio dottorati vecchi e nuovi in “Storia europea del Mediterraneo” che coniugano così bene successi universitari e politici. Ci pensi bene anche chi non supera i concorsi. Essere dirigenti di partito migliora il sapere e l’accesso alla ricerca universitaria.

I documenti della Cgil

Mentre il mondo sindacale confederale tricolore torna a riunirsi nel conflitto che annuncia la più grande espulsione dal mondo del lavoro mai registrata il sindacato di sinistra si spacca in modo illogico e clamoroso. Qui le lettere sono documenti che hanno sfiduciato il segretario della Cgil, Antonio Pepe, e messo in discussione il leader della coriacea Fiom, Emanuele De Nicola. La Cgil ne esce a pezzi e non per fini nobili. Un correntismo innaffiato di politichese mette in discussione prospettive e piattaforme. La Cgil aveva anche aderito alla costruzione di uno dei rari progetti di sviluppo condiviso che aveva concertato l’adesione di Regione, Confindustria e sindacati. In verità quel documento è ancora solo un protocollo. Il presidente di Confindustria, Pasquale Carrano, è lontano dall’attivismo di Emma Marcegaglia che incalza ogni giorno il governo. Aspetta il lento procedere della Regione. Peccato per un capitano d’industria che governa bene la crisi con le sue aziende e che speriamo non si adagi sullo strapuntino di un assessorato prossimo venturo. Che fa presidente? Ci scrive una lettera?

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