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La Regione Calabria ha approvato ieri a maggioranza il Piano casa, senza tenere conto degli emendamenti presentati dall’opposizione, dopo due ore di dibattito serrato che ha messo alla luce le contrapposizioni esistenti fra il centro destra ed il centro sinistra dentro l’aula del consiglio regionale.
Il relatore di maggioranza Alfonso Dattolo, durante il suo intervento, ha difeso il provvedimento di legge (che modifica la legge regionale 21 del 2010 e recepisce le intenzioni del governo Berlusconi) definendolo «ben lontano dal concetto di cementificazione selvaggia sostenuto dalla minoranza».
«Siamo una delle prime regioni in Italia – ha detto ancora Alfonso Dattolo – ad adeguarsi al decreto sviluppo. Così facendo veniamo incontro alle aspettative del 65% dei calabresi che attende l’approvazione di questa legge che può dare nuove possibilità di sviluppo per l’asfittica economia calabrese».
Al suo fianco si sono spesi i consiglieri Fausto Orsomarso e Alfonsino Grillo che ha presentato un emendamento, approvato a maggioranza, che permette alla legge di riforma del Piano Casa di introdurre una deroga all’articolo 65 della legge Urbanistica regionale (19/2002) il quale prevede, appunto, l’applicazione di misure di salvaguardia nel periodo di vacatio tra i piani regolatori comunali scaduti e quelli ancora in corso di approvazione. Per Orsomarso, invece, «la Calabria ha bisogno di una legge che vada in deroga con intelligenza e che, nel rispetto del piano normativo, dia opportunità per creare sviluppo».
«Con il nuovo strumento legislativo – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Pino Gentile – sarà ora possibile utilizzare gli incrementi volumetrici anche per destinazioni non residenziali, dando risposte significative alle esigenze delle attività produttive, che potranno beneficiare anche delle soluzioni previste per le delocalizzazioni, con importanti incrementi volumetrici contemplati dagli strumenti perequativi».

Opposizione contraria
La tesi sostenuta dal relatore di maggioranza non ha convinto i rappresentanti dell’opposizione in consiglio regionale. Le accuse più forti, che sono state mosse al provvedimento varato dalla maggioranza del governatore Scopelliti, sono state quelle di essere di fronte ad un “super condono” – come sostenuto da Mario Franchino – o ad una deregulation “fortemente” pericolosa; una legge inutile e che potrebbe prestare il fianco ad una pesante speculazione. Per Rosario Mirabelli, invece, è «inaccettabile l’ampliamento volumetrico proposto. Questa legge porta verso un permessivismo eccessivo».
Carlo Guccione non ha usato giri di parole ed ha bocciato il “Piano casa 2” che, a suo dire, «si rivelerà presto un altro fallimento. Il rilancio dell’edilizia calabrese non può avvenire ricorrendo solo a deroghe alle regole esistenti, ma puntando su azioni capaci di attrarre investimenti consistenti da parte dei privati. E questo Piano Casa, come quello precedente, non ha nessuna capacità di riavviare il motore dell’edilizia in Calabria».
Per il capogruppo di Idv Emilio De Masi, invece, la Regione ha «ignorato i rischi idrogeologici della Calabria». L’ex presidente Agazio Loiero, invece, ha usato le immagini di un virtuale “grand tour” della Calabria per provare a convincere l’amministrazione regionale a fare un passo indietro su di un «atto fortemente pericoloso».
Ha usato i toni dell’ironia, invece, Domenico Talarico; il consigliere regionale dell’Idv si è chiesto se «può una regione che ha più case che abitanti parlare di necessità abitative e approvare una legge inutile che sarà un contributo per saccheggiare e rendere più brutto il nostro territorio».
Per il centro sinistra, quindi, l’ombra lunga dei “palazzinari” e degli speculatori potrebbe tornare a oscurare il futuro urbanistico ed architettonico di un territorio già ferito. «Uno spot elettorale – così ha bollato la legge Bruno Censore – che si dimentica i disastri patiti dalla nostra terra». «Un provvedimento pieno di contraddizioni – ha chiosato Giuseppe Bova – che introduce molti strumenti in deroga che verranno impugnati a livello nazionale».
L’opposizione, infine, ha chiesto che la Regione riparta dalla legge urbanistica: un provvedimento che dovrebbe approdare in aula nella prossima seduta utile del consiglio.

Loiero: “Il piano casa, una cosa
drammatica per il territorio”
«L’approvazione della legge con cui ieri è stato varato, con i soli voti della maggioranza, il nuovo Piano casa è una cosa drammatica per la storia del nostro territorio». Lo afferma, in una nota, Agazio Loiero, coordinatore nazionale della federazione tra Mpa ed Autonomia e Diritti ed ex presidente della Giunta regionale. «Io so bene – aggiunge – che tante persone aspettavano gli ampliamenti volumetrici che la nuova legge consente. E mi rendo perfettamente conto di un esteso disagio sociale che registro, quello di tanti che vogliono allargarsi, magari chiudendo qualche veranda o qualche balcone, magari coprendo qualche terrazzo o realizzando qualche sopraelevazione, tutte azioni normate nella nuova legge. Sono quindi consapevole di un’esigenza sociale, però è attraverso queste operazioni di lievitazione delle cubature che si è profanata la bellezza di una regione che i giovani calabresi purtroppo oggi non conoscono più e che noi siamo costretti a guardare attraverso le raffigurazioni pittoriche o a leggere nei racconti dei viaggiatori del Grand tour».
«Una legge, quella approvata ieri dall’assise regionale – dice ancora Loiero – che non tiene conto del dissesto idrogeologico di cui soffre la Calabria. Val la pena solo ricordare che la Giunta da me presieduta aveva fatto una scelta ben precisa su questa problematica, investendo una cifra enorme in materia di dissesto, proprio perchè eravamo consapevoli di una tematica che oggi, con l’approvazione di questa nuova legge, viene di fatto aggravata. I morti di Soverato e tanti altri morti sono avvenuti proprio per questo consumo sfrontato del territorio». «Per mille ragioni – conclude Loiero – la politica non è più in grado di difendere il territorio. Sarebbe utile se la stampa, che in un luogo siffatto non può svolgere più soltanto il ruolo di mera cronaca che ha svolto sinora, unitamente alle associazioni e alla società viva, prendessero tutti coscienza della gravità dell’atto approvato ieri in Consiglio regionale, perchè la Calabria di domani non la si difende più se tutti insieme non ci prendiamo cura, tutelandolo come in questo caso, del nostro territorio».

Il Piano Casa – Cosa prevede
Rilancio dell’attività economica nel settore dell’edilizia compatibile con i criteri di qualità e sostenibilità ambientale. E’ questo il senso del “Piano casa” varato dal consiglio regionale al termine della sua ultima seduta.
L’articolo 4 della legge, che è uno dei punti nodali e più criticati del provvedimento, prevede interventi straordinari di ampliamento in deroga agli strumenti urbanistiici ed edilizi comunali, provinciali e regionali attualmente vigenti. Gli ampliamenti edilizi sono consentiti entro il limite del 20% per gli edifici a destinazione residenziale con volumetria non superiore a 1000 metri cubi. L’ampliamento può riguardare anche i condomini. Si arriva al 70% in caso di superficie interna netta per unità abitativa. La legge, poi, consente la variazione di destinazione d’uso, purchè si tratti di destinazioni tra loro compatibili.
Sulle unità immobiliari non residenziali gli interventi edilizi di ampliamento sono contentiti entro il 20% della superfice lorda e sino a 200 mq di superfice interna. Tali limiti sono aumentati al 25%, per un massimo di 500 metri quadrati in caso di destinazione d’uso produttive, industriali e artigianali.
L’ampliamento è consentito su edifici e loro pertinenze in contiguità fisica con l’edificio interessato; su edifici ubicati in zone urbanizzare o su area agricole o non disciplinate in deroga agli strumenti urbanistici; su edifici ubicati in aree esterne agli ambiti dichiarati a pericolosità idraulica ed a frana elevata o molto elevata.
Per la realizzazione dell’ampliamento sono obbligatori i seguenti requisiti: utilizzo di tecniche costruttive a risparmio energetico; realizzazione da parte di ditte in possesso dei requisiti di legge e di quando previsto dal Durc; presentazione della Scia (istanza autorizzativa); rispetto dell’accordo stilistico ed architettonico dell’area esistente.
In caso di demolizione (previsto dall’articolo 5 della legge) di edifici residenziali e non residenziali è previsto un aumento volumetrico del 35% dell’edificio abbattuto. Gli interventi di ricostruzione non potranno rimanere incompiuti e sarà obbligatorio provvedere all’adeguamento delle opere di urbanizzazione.
In ogni caso tutti gli interventi non potranno essere realizzati su immobili sprovvisti del titolo abitativo o definiti di valore storico, culturale e architettonico. Gli interventi non potranno essere realizzati in aree di inedificabilità assoluta.

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