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L’idea è quella di creare le «Liste pulite Lazzati», nelle quali potranno essere candidate solo persone «con la fedina penale cristallina e rappresentanti delle istituzioni». Un progetto ambizioso, lanciato nei giorni scorsi dalla segreteria calabrese del Coisp – il sindacato indipendente di Polizia – e che, col tempo, sta trovando diverse condivisioni. L’idea di partenza, promossa da Giuseppe Brugnano, segretario regionale del Coisp, e da Vincenzo Albanese e Bruno Panetta, segretari aggiunti del sindacato indipendente di Polizia calabrese, era quella di candidare poliziotti e rappresentanti dello Stato in tutti i comuni calabresi sciolti per infiltrazioni mafiose o presunte tali.
Il primo segnale arriva da Platì, comune della provincia di reggio Calabria noto alle cronache e alle relazioni della Commissione parlamentare antimafia, dove c’è già il candidato sindaco per questo progetto. Si tratta dell’ex magistrato di Cassazione Romano De Grazia, principale sostenitore della legge Lazzati che ha imposto il divieto di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misura di prevenzione per reati di mafia. Con De Grazia sarà candidato anche il segretario regionale del Coisp, Giuseppe Brugnano, mentre altri attestati e disponibilità stanno arrivando anche dal mondo politico. «Liste pulite» in fase di costruzione anche a Corigliano, centro in provincia di Cosenza, commissariato per presunte infiltrazioni mafiose; in questo caso la lista potrebbe essere capeggiata da un giovane avvocato donna di Cosenza. «Il fine unico del nostro progetto – dichiarano i referenti regionali del Coisp calabrese – è quello di riportare alla luce la vera essenza della politica, offrendo candidature incorrotte ed incorruttibili, con persone esenti da ogni tipo di precedente giudiziario, quindi non ammettiamo di «fare rete» o meglio «tolleranza zero» con persone imputate per reati anche contro la pubbliche amministrazione o condannate dalla magistratura anche da quella contabile. Porte chiuse – concludono i segretari regionali del Coisp – anche per coloro che hanno violato il rapporto di fedeltà con la pubblica amministrazione».

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