X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

DUE episodi a poche ora di distanza uno dall’altro. Identici nella loro drammaticità e violenza. In entrambi i casi le vittime sono donne e bambini, con lo stesso responsabile, l’uomo di casa. 

A Lamezia Terme gli agenti del commissariato della polizia di Stato di Lamezia Terme hanno arrestato un giovane disoccupato di 28 anni, D.C. L’accusa nei suoi confronti è di maltrattamenti in famiglia e violenza privata nei confronti della moglie. La moglie del giovane ha denunciato le angherie subite in sette anni di matrimonio, anche quando la coppia risiedeva in una zona del Nord Italia. Dalle indagini è emerso come tutto il periodo di convivenza fosse stato caratterizzato dalla recidività di condotte violente e sopraffattrici del’uomo nei confronti della moglie e dei loro figli, e che la donna versava in uno stato di assoggettamento fisico e psichico. I maltrattamenti gravi, le continue minacce di usarle violenza fisica, di ucciderla, di sottrarle i figli, di fare del male ai suoi familiari le numerose ingiurie rivelavano come la donna fosse ormai divenuta una vittima indifesa. 

Stessa situazione a Reggio Calabria, dove i carabinieri del nucleo radiomobile hanno arrestato un uomo di 48 anni, Serafino Angelo Pizzimenti, già noto alle forze dell’ordine, con le stesse accuse: maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. I carabinieri sono intervenuti in un’abitazione di Arghillà nord su richiesta di una donna picchiata dal convivente. Sul posto i militari hanno trovato la donna colpita ripetutamente al viso dal convivente, ancora presente in casa, e i due figli minori feriti a seguito delle percosse. La donna ha riportato ferite al viso, il figlio sedicenne ha riportato un trauma alla mano con quindici giorni di prognosi. Lo stesso figlio era stato medicato il giorno prima presso il pronto soccorso con un’altra prognosi di 15 giorni: in quella circostanza aveva riferito genericamente ai sanitari di essersi procurato le ferite a seguito di una caduta. Ma di fronte all’evidenza ha confessato ai militari che anche in quell’occasione era stato il padre violento a pestarlo. Le conseguenze più gravi le ha riportate però la figlia tredicenne, che è stata a lungo medicata dal personale del pronto soccorso, avendo riportato la lussazione di una spalla, con prognosi di 20 giorni.

Storie di violenze private come, purtroppo, se ne registrano tante. Interrotte solo dalla forza delle vittime di denunciare anni di persecuzione e traumi. 

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE