X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

 

VILLAPIANA – Un giallo in piena regola. Con sospetti e ipotesi inquietanti, ma in attesa di conoscere i primi responsi degli accertamenti scientifici effettuati nella casa di campagna di Villapiana, dove venerdì sono stati uccisi padre e figlia, mentre la madre è rimasta ferita. Il giorno dopo la mattanza crescono i dubbi sull’autore della strage, con l’ipotesi di una vendetta familiare che acquista sempre più concretezza, ma non è l’unica al vaglio dei carabinieri. La verità la conosce Domenica Ruggiano, ricoverata in stato di choc all’ospedale di Rossano. O almeno è lei che potrebbe avere visto in volto il killer che ha impugnato il fucile del marito legalmente detenuto. Appare improbabile, d’altronde, la prima ipotesi di un omicidio-suicidio. Troppi i riscontri che non potrebbero confermare questa tesi: l’arma lontana dal corpo di Vincenzo Genovese, le sue condizioni di salute precarie che non gli avrebbero potuto permettere movimenti così fulminei, le posizioni in cui sono stati ritrovati i due cadaveri. C’è, però, il silenzio di Domenica Ruggiano, che dopo essere rimasta ferita non ha avvisato nessuno, ma ha atteso a letto. Una scelta su cui si interrogano gli investigatori. Chi vuole coprire la donna? Perchè non ha chiesto aiuto rischiando di morire dissanguata?

Intanto, dopo i primi accertamenti è emerso che sono stati cinque colpi di fucile sparati da distanza ravvicinata e che hanno ucciso, a Villapiana, Vincenzo Genovese, e la figlia Rosa, e ferito la moglie Domenica Ruggiano. L’uomo e la ragazza sono stati uccisi con due colpi di fucile ciascuno, mentre la donna è stata ferita da una sola fucilata all’anca.   Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri, Rosa potrebbe essere stata raggiunta dalla prima fucilata mentre era a letto. Ferita ad una gamba, la ragazza avrebbe provato a fuggire ma è stata raggiunta da un secondo colpo alla schiena mentre stava per raggiungere l’ingresso. Vincenzo Genovese, invece, è stato raggiunto da due colpi, uno al torace ed uno nella zona dell’ascella ed è caduto finendo adagiato su una panchina nel giardinetto dell’abitazione.

Novità si attendono anche dagli esami stub effettuati sui cadaveri di Vincenzo Genovese, di 67 anni, e della figlia Rosa, di 26, così come su Domenica Ruggiano, di 54 anni, con l’obiettivo di accertare se possano avere sparato. L’esame è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Castrovillari per cercare di fare luce sul duplice delitto. La Procura ha anche disposto una serie di perizie sul fucile utilizzato che riguardano le tracce di sangue trovate sull’arma e le eventuali impronte digitali.   I carabinieri, che nella notte hanno sentito i familiari delle vittime, mantengono uno stretto riserbo e non escludono alcuna ipotesi, ma la sensazione è che le indagini si stiano indirizzando verso l’ambito familiare. Dalla ricostruzione, nonostante il riserbo, emerge che chi ha sparato doveva conoscere bene la famiglia, sapere che Genovese possedeva un fucile e dove lo custodiva, ed avere accesso alla casa.   Adesso gli investigatori contano di sentire il prima possibile Domenica Ruggiano, ricoverata nell’ospedale di Rossano per una ferita d’arma da fuoco all’anca. La donna è stata operata e le sue condizioni sono buone, ma è in stato di choc e non è al momento nelle condizioni di fornire dichiarazioni. 

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE