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REGGIO CALABRIA – Il Gico della guardia di finanza sta eseguendo 13 perquisizioni a Reggio Calabria e Milano nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sui rapporti ‘ndrangheta-economia e, in particolare, sul fallimento della società Gdm dell’imprenditore Carlo Montesano, indagato insieme all’ex direttore operativo Multiservizi, Pino Rechichi ed altre persone. Montesano e Rechichi sono indagati per bancarotta concordataria, favoreggiamento reale e intestazione fittizia di beni aggravati dalle modalità mafiose. L’inchiesta, secondo quanto si è appreso, ha subito un’accelerazione dopo i sequestri effettuati nell’ambito dell’inchiesta sulla Lega Nord nello studio di consulenza Mgim di via Durini a Milano dell’ex appartenente ai Nar Lino Guaglianone ed in cui lavorava il consulente Bruno Mafrici, indagato nell’inchiesta sulla Lega.   

Dalle indagini sarebbe emerso che anche gli affari di Montesano sarebbero stati curati dallo studio Mgim.   Rechici, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per associazione mafiosa e ritenuto organico alla cosca Tegano di Reggio Calabria, è il proprietario, tramite la società Sica, di un immobile nel quale si trova uno dei più grandi supermercati della Gdm. E proprio la Gdm e la Sica sono al centro dell’inchiesta coordinata dal pm Giuseppe Lombardo che ha disposto le perquisizioni, una delle quali è stata compiuta nello studio milanese di Montesano, attivo nel settore alberghiero e della grande distribuzione, che si trova proprio in via Durini, a poca distanza dagli uffici della Mgim.   Dall’inchiesta sarebbero emersi passaggi poco chiari di denaro nel corso delle procedure fallimentari della Gdm in corso davanti al Tribunale di Milano. 

GLI INDAGATI – Otto le persone indagate, come risulta dal decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto della DDA Michele Prestipino e dal sostituto procuratore distrettuale Giuseppe Lombardo. Oltre allo stesso Carlo Montesano, gli  indagati sono: Piergiorgio Sacco, Paolo Francesco Montesano, Giuseppe Rechichi, Amedeo Bernardi, Salvatore Sentina, Nuccio Occhiuto e Matteo Sala. In particolare, Carlo e Paolo Montesano, Sacco e Sala.

L’ACCUSA DEI PM – L’imprenditore Carlo Montesano e Giuseppe Rechichi, hanno realizzato una serie di operazioni «al fine di agevolare l’attività della ramificata organizzazione criminale ‘ndrangheta ed in particolare della preminente articolazione territoriale denominata Tegano di Archi». È quanto scrivono il procuratore di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza, l’aggiunto Michele Prestipino ed il pm della Dda Giuseppe Lombardo nel decreto di perquisizione. In particolare, secondo l’accusa, Montesano e Rechichi attribuivano fittiziamente alla società Sica, per l’accusa riconducibile a Rechichi, la titolarità di un immobile della Gdm in relazione al quale Montesano corrispondeva a Rechichi 33 mila euro al mese di affitto. Canone ritenuto «fuori mercato» dagli inquirenti, anche perchè in parte inutilizzato da almeno cinque anni.   

In precedenza, grazie ad una serie di operazioni adesso al vaglio degli inquirenti, la Gdm aveva trasferito il ramo d’azienda relativo ai supermercati alla Euro Logistick per un importo di 1.037.000 euro e così facendo «distraevano e dissipavano in parte l’attivo patrimoniale della Gdm impedendo peraltro all’amministratore unico della Euro Logistick Marcello Foti di procedere alla rinegoziazione del canone di locazione» pagato alla Sica. L’obiettivo di Carlo Montesano, secondo quanto sostengono i pm nel decreto, era quello di «lasciare l’impresa dissestata nell’impossibilità di esercitare qualsiasi attività economica, di ostacolare gli organi del fallimento nella liquidazione dell’attivio (rendendo difficile la collocazione sul mercato di beni non immediatamente disponibili) e di danneggiare i creditori concorsuali». 

 

L’INCROCIO CON LA LEGA – Incrociare i dati raccolti nel corso della perquisizione fatta nei mesi scorsi nello studio Mgim di via Durini a Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla Lega Nord e quelli ottenuti con le perquisizioni di oggi è il primo obiettivo della Dda di Reggio Calabria che ritiene di poter ottenere elementi importanti per il prosieguo delle indagini. Il filone investigativo che ha portato alle perquisizioni di oggi interagisce con altre inchieste coordinate dal pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo ed in particolare con quella sulla Lega Nord, anche se si tratta di procedimenti diversi. Tuttavia, anche al centro dell’inchiesta sul fallimento della Gdm c’è lo studio di consulenza Mgim di via Durini a Milano che, secondo gli investigatori, gestisce gli affari di decine e decine di società per centinaia di milioni di euro. E tra queste vi era anche la Gdm. L’inchiesta punta anche a chiarire quali fossero i reali rapporti tra l’imprenditore Carlo Montesano e Pino Rechichi e, soprattutto, se dietro i capitali della società Gdm vi possa essere la cosca reggina della ‘ndrangheta dei Tegano. L’ipotesi su cui lavora il pm Lombardo e gli uomini del Gico del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Reggio Calabria è che il fallimento della Gdm sia stato pilotato al fine di sottrarre i beni alle pretese dei creditori e salvaguardarlo nella disponibilità della cosca.  Dichiarazioni, definite «importanti» in ambienti vicini all’inchiesta, sono venute da soggetti interni al gruppo Montesano. 

 

 

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