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COSENZA – Le località più rinomate della provincia di Cosenza sia del versante costiero ionico e tirrenico che dell’entroterra, la scorsa settimana sono state il teatro di un vasto “Piano coordinato di controllo economico del territorio” che i finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno sviluppato operando sia in divisa che in abiti civili per contrastare e prevenire quei diffusi fenomeni illeciti legati all’abusivismo commerciale e alla vendita al dettaglio di merce contraffatta, nonché per verificare il rispetto della normativa relativa al rilascio di scontrini e ricevute fiscali. 

Rispetto ai controlli su scontrini e ricevute fiscali sono stati eseguiti 226 interventi nei confronti di esercenti della provincia e contestate 130 violazioni alla regolare emissione di documenti fiscali, con un’incidenza di irregolarità pari al 57%. Tale dato si aggiunge ai circa 3.900 controlli eseguiti dall’inizio dell’anno che hanno fatto registrare 1.470 violazioni con un tasso di irregolarità superiore al 37%. Quanto al contrasto all’abusivismo e alla vendita di prodotti contraffatti e privi del marchio “CE”, sono stati portati a termine diversi interventi che hanno consentito di sequestrare complessivamente 4.820 “pezzi” contraffatti, tra capi e accessori di abbigliamento e denunciare alle competenti autorità giudiziarie della provincia 18 responsabili. Tale risultato si aggiunge ai sequestri di ulteriori 54.569 “pezzi” contraffatti e alla denuncia di 67 soggetti effettuati nei primi otto mesi del 2012. 

Nell’ambito degli interventi sono stati, infine, individuati 4 lavoratori irregolari di cui 2 completamente in nero. 

«Interventi di grande impatto come quelli portati a termine in questi giorni – evidenzia la Guardia di finanza di Cosenza – rappresentano una metodologia d’azione ormai consolidata la cui finalità è anche quella di utilizzare i dati “caldi” acquisiti sul terreno per attualizzare le attività di monitoraggio ed analisi del tessuto “economico-finanziario” della Provincia. Della mappatura aggiornata del territorio e delle conseguenti “analisi di rischio” si avvalgono, infatti, i reparti del Corpo per meglio “calibrare” ben più approfondite attività di indagine (anche di polizia giudiziaria) verso i soggetti nei cui confronti – conclude la nota – emergono pregnanti indizi di comportamenti illeciti o di “infedeltà fiscale”».

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