X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

IL TERREMOTO ‘ndrangheta scuote anche il Pirellone, sede della Regione Lombardia. Domenico Zambetti, assessore della giunta Formigoni è finito in manette questa mattina con l’accusa di aver acquistato per le elezioni del 2010 pacchetti di voti gestiti dalle cosche Mancuso di Vibo Valentia e Morabito-Bruzzaniti di Africo.

E il palazzo del potere lombardo si ritrova sotto shock, con il governatore che deve affrettarsi a precisare: «L’accusa è estremamente grave, riguarda l’assessore Zambetti che è già stato sollevato dal suo incarico». Ma di dimissioni, il presidente della regione non ne vuole nemmeno sentir parlare. L’accusa per l’assessore alla casa della Regione Lombardia è quella di concorso esterno in associazione mafiosa dal 2009 a oggi. Sono più di venti (diciotto in carcere, due ai domiciliari e due con l’obbligo di dimora) le persone coinvolte nel blitz contro la ‘ndrangheta firmato dal gip Alessandro Santangelo. In manette anche Ambrogio Crespi, fratello minore di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi: sarebbe stato lui, secondo l’accusa coordinata dal pm Giuseppe D’Amico, a rastrellare i voti nei quartieri periferici di Milano, avvalendosi dei suoi contatti con la criminalità organizzata. 

E nelle carte dell’inchiesta appare anche il nome di Sara Giudice, la cosiddetta anti-Minetti, che contestò la candidatura nel “listino” di Formigoni dell’igienista dentale.    Secondo quanto si è appreso gli uomini della ‘ndrangheta l’avrebbero contattata per le elezioni del 2010 presentandosi come un gruppo di imprenditori. Sara Giudice non sarebbe stata quindi consapevole del legame del gruppo con la criminalità e infatti non è indagata. Accertamenti, invece, sarebbero in corso nei confronti del padre, Vincenzo Giudice.

E’ un polverone senza precedenti per la Lombardia. Le opposizioni del centrosinistra hanno deciso oggi di non partecipare ai lavori delle Commissioni consiliari e agli impegni istituzionali e hanno fissato invece una riunione comune dei gruppi di Pd -Idv-Sel da cui uscirà la posizione da tenere. Ma già Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd, in una nota afferma: «L’arresto questa mattina a Milano dell’assessore della Giunta Formigoni, Domenico Zambetti, è l’ennesimo anello di una catena infinita di gravissimi scandali di corruzione e infiltrazione mafiosa che ha costellato l’operato della giunta lombarda. La gravissima accusa di acquisto di voti dalla criminalità organizzata che ha portato all’arresto di oggi getta un’ombra ancora più scura, se possibile, sull’insieme delle inchieste a cui abbiamo assistito sinora. Ormai anche i più accaniti e resistenti difensori di Formigoni comprendono che non c’è altra strada se non le dimissioni di questa giunta».

Dall’altro fronte, i leghisti provano a tenere botta: «Attendiamo notizie di Zambetti, abbiamo disdetto tutti gli altri incontri e abbiamo convocato una riunione del gruppo consiliare già questa sera. La Lega – ha aggiunto – è nata per combattere la ‘ndrangheta, Maroni è stato il miglior ministro anti-mafia: la Lombardia ha sempre reagito e lo farà anche ora». Ma ormai è chiaro che le ‘ndrine hanno iniettato un virus pericolosissimo anche nel Pirellone. 

 L’assessore lombardo, inoltre, avrebbe fatto assumere la figlia di Eugenio Costantino in cambio dei voti della cosca. E’ quanto hanno spiegato i pm nel corso della conferenza stampa. La figlia del presunto boss sarebbe stata assunta all’Aler e il politico si sarebbe speso anche per favori alla mafia calabrese su alcuni appalti.

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE