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Lo scrivevo quando il ministro della Pubblica Istruzione era l’avvocato Gelmini, e lo ribadisco anche dopo questa giornata di sciopero,  nei confronti delle offerte avanzate dal potere bisogna sempre avere la diffidenza profetica di Laocoonte.

“Timeo Danaos et dona ferentes”, ammoniva il sacerdote di Poseidone ai suoi concittadini troiani di fronte al dono del famoso cavallo.
Così è stato ieri per l’elelmosina della mensilità di merito e così è stato con i tablet per Profumo.
“Darò un tablet a tutti gli insegnanti” e giù commenti e applausi, però aumentiamo l’orario settimanale a 24 ore….e a pari della retribuzione.
In Spagna e in Grecia ai docenti hanno decurtato la busta paga del 20%, in Italia si preparano ad aumentare le ore lavorative, splamando sui posti comuni tutti gli spezzoni della cattedre, che oggi  fanno sopravvivere le famiglie di migliaia di precari.
Nuovi tagli quindi nella bozza Aprea, già sottosegretaria del governo Berlusconi, e da oggi anche ex assessore della giunta lombarda.
Se questa scelta folle andrà in porto, da un lato si vanificherà il mega concorso voluto fortemente dal ministro e dall’altro si svilirà ulteriormente la funzione del docente dentro e fuori la scuola.
Immaginate ad esempio un docente di italiano, che invece di avere tre o quattro classi, ne avrà sei….con circa 150 ragazzi in media, 150 compiti da corregere ogni mese e 150 interrogazioni da valutare e ralizzare! 
Ecco compiuto il sogno taylosrista, la scuola come una fabbrica.
Dall’operaio massa, al prof. massa; non siamo certo in paradiso, ma per non andare all’inferno avremo bisogno della rabbia visionaria di molti Lulù Massa.
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