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Torna a bussare con forza lo sciame sismico sul Pollino: una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 è stata registrata alle 4.03 della notte tra giovedì e venerdì. L’epicentro, ancora una volta, è stato tra Basilicata e Calabria, nella zona del massiccio del Pollino tra le province di Potenza e Cosenza.    Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 5,1 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni potentini di Castelluccio Inferiore, Rotonda e Viggianello, e di quelli cosentini di Laino Borgo, Laino Castello e Mormanno   Non si hanno al momento segnalazioni di danni a persone o cose, anche se la genete, pur se abituata alle scosse, ha avvertito in modo significativo quest’ultima a causa dell’intensità elevata. E tra le case è tornata ad alzarsi la tensione.

Un terremoto, anche se molto più lieve, si è registrato pure in Sila, più o meno allo stesso orario. Erano le 4.26 quando una prima scossa di magnitudo 2.0 è stata registrata dagli strumenti. Tre minuti dopo la replica, sempre con identica intensità. L’epicentro è stato tra i comuni di Bianchi, Colosimi, Panettieri, Parenti, Carlopoli, Soveria Mannelli, a cavallo tra le province di Cosenza e Catanzaro.

E se nella stessa notte la terra ha tremato anche in provincia di Forlì, i fenomeno, spiegano dall’Ingv, non sono collegabili: «Gli eventi sismici di questa notte, avvenuti nel Forlivese, nella Sila e nel Pollino, hanno una radice comune perchè legati alla stessa dinamica della terra, ma non si può dire che l’uno abbia determinato l’altro». Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiega: «Al Pollino, da due anni almeno, registriamo terremoti la cui massima intensità si è verificata il 26 ottobre scorso con una scossa di magnitudine 5. Il Forlivese è da sempre zona sismica e piccoli sciami si registrano ogni giorno, così come in Umbria, nelle Marche o in Abruzzo. E stanotte in quella parte di Romagna abbiamo avuto una sequenza sismica di piccoli terremoti, di cui tre a distanza di poche ore della stessa magnitudo (3.1)». Ogni giorno, in tutta Italia, si verificano tra i 30 e i 50 piccoli terremoti «che la popolazione non avverte ma che i nostri strumenti registrano. Ieri pomeriggio – ricorda Amato a titolo di esempio – abbiamo registrato una scossa di magnitudo 3.3 a 330 km di profondità nel Tirreno meridionale, probabilmente legata alla placca Ionica che sta sotto l’arco calabro. Nessuno ha sentito niente ma i nostri strumenti sì».

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