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Politica lucana 
INTERVISTA ESCLUSIVA a Pierluigi Bersani Tutto quello che c’è da sapere sul voto di domani 
«SENZA IL SUD non c’è riscossa»
E sulla Basilicata dice: «Regione civilissima»Poi ringrazia l’impegno (straordinario) dei comitati locali 
di PARIDE LEPORACE
TANTO per ribadire, «senza il Sud, non c’è riscossa dell’Italia». E punto. Pierluigi Bersani lo dice da sempre. Lo ha detto spesso anche in questi mesi di campagna per le primarie che sceglieranno il candidato premier del centrosinistra. A poche ore dal ballottaggio con Matteo Renzi, Bersani in un’intervista in esclusiva per il Quotidiano della Basilicata, racconta il suo progetto di sviluppo e crescita. Senza glissare su nulla. 
Segretario, domani sera si mette un primo punto. Per dirla con una frase celebre: “Il centrosinistra non si è messo a pettinare le bambole”…
«Queste primarie sono una straordinaria festa della democrazia. Le ho volute aperte, su posizioni contendibili, proprio perché sapevo che avrebbero avuto un effetto positivo sul Pd, sul centrosinistra, ma anche sul rapporto più generale tra politica e società. E’ il nostro contributo, di passione e anche di fatica, perché da settimane vi stanno lavorando oltre centomila volontari, donne e uomini, ragazze e ragazzi, che prestano gratuitamente la propria opera perché tutto funzioni, al servizio degli elettori del centrosinistra. E sarà uno slancio formidabile per la sfida delle elezioni politiche: avremo l’albo degli elettori, avremo in campo i comitati che si sono costituiti e che hanno lavorato casa per casa. Ogni candidato ha girato l’Italia in lungo e in largo. Siamo pronti a candidarci alla guida del Paese e a sfidare chiunque voglia contenderci questo risultato.
In un confronto del voto tra le regioni italiane, al primo turno lei ha ricevuto il piu’ alto numero di consensi  in Basilicata. Un dato sfuggito e quasi ignorato dai commentatori nazionali. Secondo lei, regione troppo piccola o poco mediatica?
«I risultati sono sempre frutto del lavoro e della convinzione. Attraverso i media gli elettori del centrosinistra possono aver apprezzato il messaggio e il progetto che da tempo porto avanti. Ma è evidente che qui vi è stato anche un lavoro straordinario delle persone che hanno deciso di sostenermi». 
Il Meridione l’ha premiata in modo evidente. Questa scelta schiacciante verso “l’usato sicuro” è passata come consenso d’apparato e non manca chi si è spinto a una lettura “lombrosiana” del voto sostenendo che gli elettori delle  primarie sotto il Garigliano non hanno mai il coraggio di cambiare.
«Sono interpretazioni che considero quasi offensive per il Mezzogiorno. Basterebbe guardare che cosa è accaduto in Sicilia alle elezioni regionali. La vittoria di Crocetta e le sue scelte stanno lì a dimostrare che il Sud vuole cambiare. Naturalmente ci sono difficoltà, aree di grande sofferenza. Diverse volte sono andato personalmente a confrontarmi con ciò che sta accadendo in molte aree del Mezzogiorno, con le crisi, la sofferenza e anche la rabbia che disoccupazione, crisi, difficoltà economiche stanno producendo. Forse è anche per questo che dal Sud sono arrivati più voti per me: ci sono stato, mi hanno guardato all’altezza degli occhi. E sono orgoglioso di aver dato il via alla più importante operazione di formazione politica d’Europa, con Finalmente Sud, l’iniziativa del Pd che ha messo in formazione duemila giovani del Sud. Anche in questo modo si fa girare la ruota: rendendo più forti i giovani che oggi si impegnano sul territorio».
 Il professore Galasso ha scritto che il Sud, votandola, ha inviato a lei un messaggio molto più forte di quello che lei stesso pensa di aver diffuso. Secondo l’autorevole meridionalista:  “E’, in fondo, un Mezzogiorno stanco e depresso quello che domenica scorsa si è pronunciato, aspettandosi una sua diversa considerazione nella politica prossima futura”. Per restare alle parole dello storico napoletano, questo gran consenso: “Bisogna ricordarselo dopo, molto più di prima delle elezioni”.
«Io credo, e per capirlo basta scorrere gli interventi che faccio non da ora, che non vi sia riscossa per l’Italia senza una riscossa del Mezzogiorno. E anche che ciò che fa bene all’Italia faccia bene al Mezzogiorno: legalità, efficienza, civismo, lavoro. Ogni volta ricordo che quando la distanza tra Nord e Sud si è accorciata l’Italia e anche il Nord in particolare si è riavvicinata alle medie europee. Quando il distacco tra Nord e Sud è cresciuto, è aumentato anche il distacco dell’Italia e del Nord dal resto d’Europa. Quindi è questione di ricordarselo, il punto è diverso: senza il Sud non c’è riscossa dell’Italia».  
I colonnelli lucani del suo competitor rispetto alla sconfitta lucana non hanno riconosciuto alla Basilicata uno status da regione rossa, definendola “regione del profondo Sud” incapace di esprimere lo stesso dissenso di Toscana, Umbria, Emilia. Eppure in Basilicata il centrosinistra governa in maniera ininterrotta da vent’anni.
«Credo che la definizione “regione rossa” sia frutto di un modo di pensare stereotipato, peraltro va detto che in Emilia Romagna ho vinto con il 50 per certo. Per me la Basilicata va definita come una regione civilissima che ha dato luogo a una straordinaria cultura di governo».  
Molti temono che dietro una sua vittoria possa esserci un programma di spesa pubblica con i forzieri vuoti.
«Il centrosinistra ha governato con Prodi, Ciampi, Padoa Schioppa, Amato, Visco, insomma siamo stati sempre noi a garantire il rigore sui conti anche a costo di subire effetti elettorali. Siamo noi che abbiamo aggiustato i conti dell’Italia fino al punto di poter agganciare l’euro. Ogni volta abbiamo dovuto rimettere a posto i disastri lasciati dalla destra. Quindi questa cosa non possono dircela. E’ solo frutto di propaganda».
Anche Vendola ha avuto una buona affermazione meridionale. Basterà il suo profumo di sinistra a evitare che un voto giovanile attratto dalle narrazioni di Vendola possa premiare il verbo da boy-scout di Renzi?
«I giovani guardano ai contenuti come le donne e gli uomini più maturi. Se devo convincere i sostenitori di Vendola devo convincerli con le proposte. E certo non le cambio all’ultimo minuto per attrarre qualche voto. Come ho detto qualche volta, io non voglio piacere, io spero di essere creduto perché dico la verità. E dunque penso che i giovani sostenitori di Vendola possano essere interessati alle battaglie che ho fatto per evitare i tagli alla scuola, per l’università, contro la precarietà del lavoro, per la ricerca, per dare dignità al lavoro, per i diritti. Se si convincono con gli argomenti che propongo ne sarò contento».  
Segretario mi definisce la buona politica evitando la propaganda?
«Pensare prima al bene della collettività e poi alle proprie aspirazioni personali. Rigore morale e sobrietà. Ma anche sapendo che le buone intenzioni non bastano: ci vogliono esperienza, capacità di governo e l’umiltà per capire che da soli non si va da nessuna parte: l’uomo solo al comando porta solo guai».
Twitter: @pleporace

TANTO per ribadire, «senza il Sud, non c’è riscossa dell’Italia». E punto. Pierluigi Bersani lo dice da sempre. Lo ha detto spesso anche in questi mesi di campagna per le primarie che sceglieranno il candidato premier del centrosinistra. A poche ore dal ballottaggio con Matteo Renzi, Bersani in un’intervista in esclusiva per il Quotidiano della Basilicata, racconta il suo progetto di sviluppo e crescita. Senza glissare su nulla. Segretario, domani sera si mette un primo punto. Per dirla con una frase celebre: “Il centrosinistra non si è messo a pettinare le bambole”…«Queste primarie sono una straordinaria festa della democrazia. Le ho volute aperte, su posizioni contendibili, proprio perché sapevo che avrebbero avuto un effetto positivo sul Pd, sul centrosinistra, ma anche sul rapporto più generale tra politica e società. E’ il nostro contributo, di passione e anche di fatica, perché da settimane vi stanno lavorando oltre centomila volontari, donne e uomini, ragazze e ragazzi, che prestano gratuitamente la propria opera perché tutto funzioni, al servizio degli elettori del centrosinistra. E sarà uno slancio formidabile per la sfida delle elezioni politiche: avremo l’albo degli elettori, avremo in campo i comitati che si sono costituiti e che hanno lavorato casa per casa. Ogni candidato ha girato l’Italia in lungo e in largo. Siamo pronti a candidarci alla guida del Paese e a sfidare chiunque voglia contenderci questo risultato.In un confronto del voto tra le regioni italiane, al primo turno lei ha ricevuto il piu’ alto numero di consensi  in Basilicata. Un dato sfuggito e quasi ignorato dai commentatori nazionali. Secondo lei, regione troppo piccola o poco mediatica?«I risultati sono sempre frutto del lavoro e della convinzione. Attraverso i media gli elettori del centrosinistra possono aver apprezzato il messaggio e il progetto che da tempo porto avanti. Ma è evidente che qui vi è stato anche un lavoro straordinario delle persone che hanno deciso di sostenermi». Il Meridione l’ha premiata in modo evidente. Questa scelta schiacciante verso “l’usato sicuro” è passata come consenso d’apparato e non manca chi si è spinto a una lettura “lombrosiana” del voto sostenendo che gli elettori delle  primarie sotto il Garigliano non hanno mai il coraggio di cambiare.«Sono interpretazioni che considero quasi offensive per il Mezzogiorno. Basterebbe guardare che cosa è accaduto in Sicilia alle elezioni regionali. La vittoria di Crocetta e le sue scelte stanno lì a dimostrare che il Sud vuole cambiare. Naturalmente ci sono difficoltà, aree di grande sofferenza. Diverse volte sono andato personalmente a confrontarmi con ciò che sta accadendo in molte aree del Mezzogiorno, con le crisi, la sofferenza e anche la rabbia che disoccupazione, crisi, difficoltà economiche stanno producendo. Forse è anche per questo che dal Sud sono arrivati più voti per me: ci sono stato, mi hanno guardato all’altezza degli occhi. E sono orgoglioso di aver dato il via alla più importante operazione di formazione politica d’Europa, con Finalmente Sud, l’iniziativa del Pd che ha messo in formazione duemila giovani del Sud. Anche in questo modo si fa girare la ruota: rendendo più forti i giovani che oggi si impegnano sul territorio». Il professore Galasso ha scritto che il Sud, votandola, ha inviato a lei un messaggio molto più forte di quello che lei stesso pensa di aver diffuso. Secondo l’autorevole meridionalista:  “E’, in fondo, un Mezzogiorno stanco e depresso quello che domenica scorsa si è pronunciato, aspettandosi una sua diversa considerazione nella politica prossima futura”. Per restare alle parole dello storico napoletano, questo gran consenso: “Bisogna ricordarselo dopo, molto più di prima delle elezioni”.«Io credo, e per capirlo basta scorrere gli interventi che faccio non da ora, che non vi sia riscossa per l’Italia senza una riscossa del Mezzogiorno. E anche che ciò che fa bene all’Italia faccia bene al Mezzogiorno: legalità, efficienza, civismo, lavoro. Ogni volta ricordo che quando la distanza tra Nord e Sud si è accorciata l’Italia e anche il Nord in particolare si è riavvicinata alle medie europee. Quando il distacco tra Nord e Sud è cresciuto, è aumentato anche il distacco dell’Italia e del Nord dal resto d’Europa. Quindi è questione di ricordarselo, il punto è diverso: senza il Sud non c’è riscossa dell’Italia».  I colonnelli lucani del suo competitor rispetto alla sconfitta lucana non hanno riconosciuto alla Basilicata uno status da regione rossa, definendola “regione del profondo Sud” incapace di esprimere lo stesso dissenso di Toscana, Umbria, Emilia. Eppure in Basilicata il centrosinistra governa in maniera ininterrotta da vent’anni.«Credo che la definizione “regione rossa” sia frutto di un modo di pensare stereotipato, peraltro va detto che in Emilia Romagna ho vinto con il 50 per certo. Per me la Basilicata va definita come una regione civilissima che ha dato luogo a una straordinaria cultura di governo».  Molti temono che dietro una sua vittoria possa esserci un programma di spesa pubblica con i forzieri vuoti.«Il centrosinistra ha governato con Prodi, Ciampi, Padoa Schioppa, Amato, Visco, insomma siamo stati sempre noi a garantire il rigore sui conti anche a costo di subire effetti elettorali. Siamo noi che abbiamo aggiustato i conti dell’Italia fino al punto di poter agganciare l’euro. Ogni volta abbiamo dovuto rimettere a posto i disastri lasciati dalla destra. Quindi questa cosa non possono dircela. E’ solo frutto di propaganda».Anche Vendola ha avuto una buona affermazione meridionale. Basterà il suo profumo di sinistra a evitare che un voto giovanile attratto dalle narrazioni di Vendola possa premiare il verbo da boy-scout di Renzi?«I giovani guardano ai contenuti come le donne e gli uomini più maturi. Se devo convincere i sostenitori di Vendola devo convincerli con le proposte. E certo non le cambio all’ultimo minuto per attrarre qualche voto. Come ho detto qualche volta, io non voglio piacere, io spero di essere creduto perché dico la verità. E dunque penso che i giovani sostenitori di Vendola possano essere interessati alle battaglie che ho fatto per evitare i tagli alla scuola, per l’università, contro la precarietà del lavoro, per la ricerca, per dare dignità al lavoro, per i diritti. Se si convincono con gli argomenti che propongo ne sarò contento».  Segretario mi definisce la buona politica evitando la propaganda?«Pensare prima al bene della collettività e poi alle proprie aspirazioni personali. Rigore morale e sobrietà. Ma anche sapendo che le buone intenzioni non bastano: ci vogliono esperienza, capacità di governo e l’umiltà per capire che da soli non si va da nessuna parte: l’uomo solo al comando porta solo guai». 

Twitter: @pleporace

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