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A qualcuno non è “piaciuto” (Casaletto?). Ad altri ha destato curiosità. Ad a molti ha fatto semplicemente piacere. Di certo la “visita” di Piero Lacorazza all’incontro dei renziani fa notizia. Non che sia un lampo a ciel sereno. Il presidente della Provincia di Potenza è stato il dirigente del Pd che più ha sposato (già dai tempi della sua segreteria regionale) la causa del rinnovamento del Pd. Furono fuochi d’artificio quando da primo segretario regionale del Partito democratico propose nello Statuto del partito regole molte stringenti per un rinnovamento della classe dirigente quasi “forzato”. Poi anche negli ultimi mesi è stato il politico lucano interno al Pd che più si è speso a favore delle Primarie per la scelta dei candidati al Parlamento. Non solo. Ben prima della scelta di campo sulle ultime Primarie a favore di Pierluigi Bersani, in molti riferivano che Lacorazza stesse “flirtando” con il rottamatore e sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Poi le cose sono andate diversamente. Con Piero Lacorazza che si è schierato con il segretario nazionale del Pd, Bersani ma con alcuni “se e ma”. Ma è stato ed è un “bersaniano”. Lo è. Ma di certo è il piu “renziano” di tutti i bersaniani di Basilicata. E quindi non sorprende (almeno chi scrive non lo è) che Lacorazza a pochi giorni dalle scelte definitive per le candidature alle parlamentarie del Pd – che potrebbero vedere il presidente della Provincia di Potenza in piena corsa – “guardi” con simpatia anche al campo dei renziani lucani. Simpatie che a dirla tutta non sono mai state nascoste anche nelle scorse settimane. Ora dire che Lacorazza in pochi giorni sia diventato un renziano doc non sarebbe corretto. La parola giusta è “simpatia”. Di fatto però nella concitazione del momento e a “motori già accesi” per la sfida del 29 e 30 dicembre prossimo Lacorazza che parla con i renziani è un dato che preoccupa non pochi. Anche i suoi possibili avversari (se decidesse davvero di competere alle Parlamentarie) dell’anima bersaniana. Insomma un Lacorazza che pesca anche nel “voto” di opinione non lascia sereni i tanti big della Bersani che, volendo o no, dovranno dividersi tutto lo stesso bacino di voti. Ad ogni modo la Direzione nazionale del Pd di domani scioglierà molti dubbi. Sulle regole e sulle deroghe che potrebbero facilitare la via alla riconferma di qualche uscente. Secondo le autorevolissime indiscrezioni in pole per due deroghe dovrebbero esserci Salvatore Margiotta (area Franceschini) magari per il Senato questa volta e il segretario regionale Roberto Speranza per “blindatura” personale di Bersani. In ogni caso c’è da aspettare ancora poco. Non sta aspettando di certo il deputato Antonio Luongo che “dicono” molto attivo nelle sue consuete passeggiate con vari big a turno.

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