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Verso le elezioni 
 Lo stabilimento lucano ancora al centro del dibattito politico elettorale 
Marchionne a muso duro 
L’ad Fiat: «Sulla Sata, dai politici solo dichiarazioni oscene»Confermati gli impegni. Normale la cig per la ristrutturazione
SULLA Sata? «I politici hanno detto un sacco di oscenità». E il giorno dopo, a distanza di alcune ore dal fiume di dichiarazioni, commenti e interviste che hanno fatto degli investimenti in Sata il tema centrale del dibattito politico, è direttamente l’amministratore delegato di Fiat a fare il punto. E non le manda certo a dire. Usa il palcoscenico del meeting di Quattro Ruote per ribadire che «a Melfi sarà tutto nuovo per ripartire per i mercati internazionali». Così come aveva annunciato alcune settimane fa proprio dalla fabbrica di Melfi, in Italia il Lingotto vuole investire. Certo, per adeguare lo stabilimento alle nuove produzioni occorrerà fare dei lavori: stop alla produzione e cassa integrazione per gli operai. Per due anni, fino a dicembre 2014. E’ su questo che il dibattito politico si era concentrato mercoledì, passando da agenzie a talk show, dopo che la Fiom aveva diffuso la notizia. «Uno che capisce un minimo di auto – ha detto ieri Marchionne – sa che per cambiare da una vettura all’altra deve cambiare tutto. Non faccio panini io». Insomma, tutta questa polemica, dice l’ad, a che serve? «Anche lo stabilimento di Grugliasco che fa la macchina che viene dopo il Liberty della Jeep, è stato chiuso per un anno. E’ assolutamente normale». Va bene, normale. Ma non per gli operai – della fabbrica, certo, ma anche dell’indotto – che già sanno di dover andare incontro a due anni di stipendio ridotto.
A proposito di politica, dal Quattroruote Day, Marchionne risponde anche alla domanda sullo scenario post elettorale. Meglio un governo Monti o un governo Bersani? «La Fiat è filogovernativa». Punto. «La Fiat è filogovernativa, non abbiamo mai fatto scelte. La Fiat non entra in discorsi politici, non è il mio mestiere». E così dice ai politici di non fare il suo, di mestiere. Perchè a quella che ha ritenuto polemiche oscene, replica con la rassicurazione che già aveva anticipato dal palco di Melfi. «In tre, quattro anni arriveremo all’impiego pieno dei nostri dipendenti. Siamo pronti a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia. Presenteremo 17 modelli e 7 aggiornamenti prodotti entro il 2016». La cassa integrazione è un passaggio necessario. E, soprattutto, per i lavoratori, decisamente lungo. 
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SULLA Sata? «I politici hanno detto un sacco di oscenità». E il giorno dopo, a distanza di alcune ore dal fiume di dichiarazioni, commenti e interviste che hanno fatto degli investimenti in Sata il tema centrale del dibattito politico, è direttamente l’amministratore delegato di Fiat a fare il punto. E non le manda certo a dire. Usa il palcoscenico del meeting di Quattro Ruote per ribadire che «a Melfi sarà tutto nuovo per ripartire per i mercati internazionali». Così come aveva annunciato alcune settimane fa proprio dalla fabbrica di Melfi, in Italia il Lingotto vuole investire. Certo, per adeguare lo stabilimento alle nuove produzioni occorrerà fare dei lavori: stop alla produzione e cassa integrazione per gli operai. Per due anni, fino a dicembre 2014. E’ su questo che il dibattito politico si era concentrato mercoledì, passando da agenzie a talk show, dopo che la Fiom aveva diffuso la notizia. «Uno che capisce un minimo di auto – ha detto ieri Marchionne – sa che per cambiare da una vettura all’altra deve cambiare tutto. Non faccio panini io». Insomma, tutta questa polemica, dice l’ad, a che serve? «Anche lo stabilimento di Grugliasco che fa la macchina che viene dopo il Liberty della Jeep, è stato chiuso per un anno. E’ assolutamente normale». Va bene, normale. Ma non per gli operai – della fabbrica, certo, ma anche dell’indotto – che già sanno di dover andare incontro a due anni di stipendio ridotto.A proposito di politica, dal Quattroruote Day, Marchionne risponde anche alla domanda sullo scenario post elettorale. Meglio un governo Monti o un governo Bersani? «La Fiat è filogovernativa». Punto. «La Fiat è filogovernativa, non abbiamo mai fatto scelte. La Fiat non entra in discorsi politici, non è il mio mestiere». E così dice ai politici di non fare il suo, di mestiere. Perchè a quella che ha ritenuto polemiche oscene, replica con la rassicurazione che già aveva anticipato dal palco di Melfi. «In tre, quattro anni arriveremo all’impiego pieno dei nostri dipendenti. Siamo pronti a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia. Presenteremo 17 modelli e 7 aggiornamenti prodotti entro il 2016». La cassa integrazione è un passaggio necessario. E, soprattutto, per i lavoratori, decisamente lungo.  

 

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