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LA VISITA del Commissario Tecnico della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, ha coronato la giornata ricca di personaggi e giornalisti sportivi nella città dei Sassi per il Gran Galà dello Sport e la tre giorni di lavori dell’Unione Stampa Sportiva Italiana a Matera. Una rapida visita alle bellezze paesaggistiche e agli antichi rioni ha fatto da corollario alla presenza del Ct per il Convegno “L’etica della vittoria, la vittoria dell’etica”. Una tematica che ripercorre la carriera dell’allenatore azzurro, per diversi anni impegnato ad instaurare rapporti fondati innanzitutto sui valori nei propri impegni di natura sportiva. Un vero e proprio pioniere dello sport sano e pulito, in grado di divenire per tanti esempio di lealtà e sportività con i suoi modi di fare, il suo atteggiamento e il suo comportamento tanto dentro quanto fuori dal campo di gioco. Delle qualità che, soprattutto da quanto l’allenatore è divenuto Commissario tecnico della Nazionale maggiore, gli hanno cicito addosso il ruolo di rappresentante dell’etica sportiva a tutto tondo. «Sono temi sempre attuali – ha spiegato Prandelli – non dobbiamo far finta di nulla, dobbiamo sempre cercare di trasmettere i sani comportamenti ed i sani valori. Lo sport ha bisogno di questo. Anche in questo periodo è diventato difficile, ma non impossibile fare sport. Ed è difficile solamente se facciamo finta di nulla, se invece abbiamo la volontà e il coraggio di parlare apertamente dei problemi che viviamo, gli stessi problemi saremo in grado di risolverli. Siamo convinti di dover sempre rimanere sul pezzo – ha ripreso il Ct – ma affrontare apertamente le tematiche più difficili attraverso la formazione e l’innovazione, modificando anche il modo di vivere degli atleti». In giro per la città, il Commissario tecnico della Nazionale è parso sorpreso e stupito da quanto visto, fermandosi di tanto in tanto a scattare qualche fotografia allo spettacolare scenario dei Sassi. «E’ una città davvero affascinante – ha ammesso – Erano tanti anni che volevo venire, ma sono certo che tornerò con molta calma, perchè il mio amico Franco (Selvaggi, ndr) mi ha detto che bisogna starci almeno tre giorni per visitarla nei particolari. Quindi tornerò, perchè ne sono rimasto davvero affascinato». L’attualità dello sport e soprattutto del calcio italiano, sempre presenti nell’agenda di Cesare Prandelli, spostano l’attenzione sulle polemiche nei confronti degli arbitri italiani, ma il l’allenatore dell’Italia ribadisce temi già sviscerati. «Abbiamo gli arbitri migliori al mondo; naturalmente dobbiamo anche dimostrarlo nei momenti più particolari. Ma bisogna partire dal presupposto che, nell’arbitrare partite di calcio, degli errori ci saranno sempre, dobbiamo solamente saperli accettare e saper trasmettere qualcosa che va al di la dell’aspetto puramente sportivo e legato ai risultati». La Nazionale italiana, rinata grazie alla programmazione imposta dalla gestione Prandelli, è tornata ad essere la squadra di tutti gli appassionati italiani di calcio e non solo, divenendo realmente il simbolo di una Nazione. Un ruolo che il tecnico bresciano si tiene stretto, pensando già alle prossime mosse per la sua squadra in vista dei Mondiali del 2014. «Prima di pensare al risultato finale – ha sottolineato Prandelli – sarà importante qualificarsi per il Brasile. Già con l’Olanda ci saranno alcune novità in formazione, un pò dovute ai tanti infortuni, un pò per permettere ad altri giocatori di mettersi in evidenza». Un’opportunità che avrà senza dubbio Mario Balotelli, che dovrebbe tornare a giocare con continuità con l’approdo, nelle ultime ore, di SuperMario alla corte di Allegri al Milan. «Innanzitutto ringrazio Mancini per averlo recuperato – ha chiosato il Ct – Adesso dipende soprattutto da lui. Ho sempre detto che sono contento quando i miei giocatori trovano continuità nei propri club». Un avvertimento per il neo bomber rossonero, che sarà chiamato a fare bene con la sua nuova squadra per ottenere un posto tra i convocati Azzurri. Mentre tra le nuove speranze e promesse del calcio italiano, oltre al già noto El Shaarawy, il nome nuovo è quello di un altro giovanissimo attaccante, il diciannovenne della Sampdoria Mauro Icardi. «Il discorso è semplice – ha ribadito Prandelli, caro ai suoi principi – volendo indossare la maglia della Nazionale bisogna avere qualcosa che va al di della opportunità, bisogna crederci. E’ una scelta particolarmente impegnativa per questi ragazzi. Non mettiamo pressioni, ho soltanto risposto ad una domanda, se c’erano dei nuovi italiani all’orizzonte interessanti, e ho fatto il nome di Icardi perchè sinceramente lo ritengo un giocatore molto interessante».

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