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 «Il dopo? Ci auguriamo che dopo le elezioni la nostra forza sia tale da garantire alleanza di governo». E in parlamento staranno come gruppo “Rivoluzione civile”, ma mantenendo le identità che quel contenitore compongono (4 partiti e 3 movimenti, che sostengono il magistrato palermitano Antonio Ingroia nella corsa a Palazzo Chigi). Il dopo di Idv, però, anticipa Antonio Di Pietro, sarà una fase congressuale molto importante: andrà via anche il nome dal simbolo, «dopo anni questo partito può camminare da solo». L’ex pm di Manipulite, da Potenza – dove ieri ha fatto una tappa elettorale – ha approfittato per fare un po’ il punto. Anche sul partito che in Basilicata viene fuori da una stagione di scontri interni. Solo ieri ancora si cercava di rasserenare. «Ma che è accaduto? Chi è stato?». 

La sede era stata spogliata delle attrezzature durante le ore notturne. In molti sembravano stupiti (GUARDA LE FOTO).  Nessuno spiegava, nessuno puntava il dito. Il clima nel partito sembra difficile. Mancava parte della dirigenza. Mancava all’appuntamento anche il capogruppo uscente al Senato, Felice Belisario: non è stato ricandidato, aveva spiegato di aver fatto un passo indietro. Di Pietro, così, nella tappa potentina affronta locale e nazionale. «L’Idv è l’unica formazione politica che ha fatto un’opposizione seria in parlamento», contrastando prima a Berlusconi («Vale il detto “se lo conosci lo eviti”»), poi il governo tecnico di Monti. Ora che i diepietristi stanno nel movimento voluto da Ingroia, ribadiscono che «no, Monti non ha fatto bene al Paese, il debito pubblico è aumentato, anche la povertá. Ecco cosa contestiamo: è cresciuta la divaricazione sociale». La strada della battaglia è stata inevitabile: «Ci siamo uniti – spiega Di Pietro – a proposte alternative. 

Sappiamo che “Rivoluzione civile” è nome impegnativo, inseguiamo una rivoluzione delle regole, tramite il voto. Ma dobbiamo chiarire: noi siamo alternative al centrodestra». Non lo sono, aggiunge, al centrosinistra. «Piuttosto a questa dirigenza del centrosinistra che ha svenduto il Paese». L’obiettivo è convincere il centrosinistra a ripensare le alleanze. E sperano che davvero il Pd possa capire e puntare su questo movimento che ha un po’ meno dirigenza in prima fila, “convocata” in postazione eleggibile, un po’ più di società civile. La Basilicata, giura Di Pietro, può essere un buono spunto di riferimento. «Qui già siamo presenti all’interno del centrosinistra. Vogliamo riportare sulla retta via programmatica soprattutto il Pd che si è illuso di poter fare tutto da solo». E a proposito di Basilicata, come sta l’Idv lucano? Ancora una volta Di Pietro difende con la presenza – come aveva fatto poche settimane fa con le dichiarazioni – il segretario regionale, l’assessore Rosa Mastrosimone. In campagna elettorale il partito deve stare unito, solido. Provarci almeno. C’è un caso Belisario? «Belisario è stato con me cofondatore dell’Idv e in tutti questi anni è stato ed è ancora un punto di riferimento del partito». Quindi? «Noi contiamo ancora sulla sua militanza, sulla sua dirigenza, la sua rettitudine». 

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