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MATERA – Contro l’attuale politica, ma anche contro l’antipolitica, Antonio Ingroia presenta ai materani la proposta di Rivoluzione civile per le prossime politiche. Non un fiume in piena, ma un pacato attacco a tutto quello che c’è stato sino a questo momento, prendendo le distanze da tutti gli schieramenti, tranne che dal Pd, con il quale deciderà di agire solamente in assenza di un’alleanza con Monti. «Berlusconi e Monti sono due facce della stessa medaglia – ha detto al suo arrivo all’Hotel San Domenico – gli altri leader si accusano tra di loro, non noi. Hanno riproposto con la vecchia manfrina degli attacchi, mentre io ho proposto alcune cose concrete. Idee e proposte per cambiare il Paese, per rovesciare il rapporto tra gli stati sociali medio e bassi, che hanno pagato tutta la crisi e i più ricchi, che ne sono rimasti indenni. Gli altri fanno solo campagna elettorale». Il Partito democratico, possibile alleato, ancora tentenna, strizza l’occhio più verso Monti. «Dipende tutto dal Pd. La nostra posizione è chiara – ha spiegato – Noi siamo per una politica di Governo progressista, ma del tutto alternativa al Berlusconismo e al Montismo. Se il Pd continua a parlare di un’alleanza con Monti dopo le elezioni, noi non ci stiamo. Se invece, si svincola, ne possiamo parlare e ci saremo contro Berlusconi». Dunque, spazio a provvedimenti che possano rispecchiare la voglia, la volontà e la scelta del giudice palermitano, accompagnato da uno dei suoi candidati, Antonio Di Luca, tra i diciannove operai prima allontanati, poi reintegrati e infine messi alla porta proprio ieri dalla Fiat. «Il primo provvedimento? Una legge finalmente sul conflitto d’interessi – ha asserito Ingroia – perché è stata la principale anomalia che ha contraddistinto questi anni. Dopo di che, provvedimenti in materia economica, finalizzati soprattutto alla caccia ai patrimoni illeciti, dei mafiosi, dei corrotti e degli evasori fiscali. Con questi provvedimenti puntiamo anche a ridurre le tasse, nell’ordine di una percentuale per ogni euro recuperato. Non un Uovo di Colombo, ma un’azione che i nostri dirigenti non hanno mai fatto perché coinvolti nella corruzione. Poi vorremmo creare un Istituto pubblico di credito, che premierà con prestiti a tassi del 2 per cento le imprese virtuose, che porteranno proposte serie di sviluppo e nelle aree meridionali. Una riforma della giustizia, prettamente sui tempi della giustizia, un radicale cambiamento della Bossi-Fini. Una fattiva riforma del lavoro e, inoltre – ha sottolineato il candidato premier Ingroia – proporremo di cambiare la legge sugli stupefacenti per differenziare tra droghe leggere e droghe pesanti, un modo utile anche per svuotare i carceri». In conclusione, la scelta del nome per il suo movimento. «Ho usato un termine forte, Rivoluzione civile – ha concluso – perché bisogna cancellare l’attuale classe politica». 

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