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MATERA – Una fondazione che porti avanti i suoi valori, a favore dei più deboli. E’ così che la  famiglia di Romeo Sarra, ieri, affidandosi alle parole  della figlia, ha intenzione di  dare un senso alla sua scomparsa improvvisa. L’attenzione verso gli ultimi, sua vera eredità morale, è stata confermata anche dalla richiesta di donare ad una famiglia bisognosa della città, le offerte raccolte durante il funerale.  La chiesa di S. Domenico, in piazza  Vittorio Veneto, (a pochi metri dalla Mediateca che aveva ospitato la camera ardente, ndr) non è riuscita a contenere tutti: gente comune e politici, esponenti delle associazioni, della società civile, hanno dato  il loro addio ad un uomo che ha lasciato dietro di se’ rispetto, educazione e umiltà, caratteristiche che aveva insegnato anche in famiglia, come ha spiegato salutandolo dall’altare, la figlia Maria Piera.
Nelle sue parole, il racconto di un uomo lontano dalle logiche del suo «Non-ambiente della politica» ma al centro di un nucleo familiare unito e oggi chino, ma non vinto.  «Grazie a tutti per averlo reso un uomo felice, per averlo fatto sentire bene quando era utile agli altri.  Il Signore lo ha chiamato e l’unica riposta che mi avrebbe dato è che aveva bisogno di lui».  La commozione non ha mai ceduto alla retorica, celebrando l’uomo, il padre,  l’affettuoso nonno, l’appassionato cittadino.  «La prima virtù – ha ricordato don Mimì Falcicchio che ha concelebrato le esequie con don Angelo Tataranni e don Biagio Colaianni – era la sua disponibilità soprattutto verso i poveri. Poi l’amore per la famiglia. Lo vedevo spingere il passeggino di un nipotino, giocare a pallone con quello più grande. Il suo era un animo gentile, mite, un modello di cui essere orgogliosi».  Il primo saluto di commiato è affidato a Vincenzo Folino, che Sarra aveva sostituito recentemente alla presidenza del consiglio regionale. «Una funzione che hai
saputo onorare con garbo e rispetto delle istituzioni. La volontà di rappresentare bisogni ed esigenze della tua città, senza mai andare sopra le righe, costituisce un esempio di civiltà». I ricordi degli incontri istituzionali con i colleghi finlandesi e le visite tra i lucani del Paraguay appartengono all’aneddotica che Folino non ha voluto tacere in un ricordo personale descritto nella chiesa gremita.  Tra i banchi, più o meno visibili, ci sono anche il presidente della Regione Vito De Filippo, il sindaco di Potenza Santarsiero (il primo ad essere arrivato in città, più di un’ora prima della cerimonia), quello di Matera Salvatore Adduce, il presidente della Provincia Franco Stella,  ma anche i consiglieri regionali Scaglione, Benedetto, Santochirico, Pagliuca, Mancusi, Mollica, Restaino, Falotico. Accanto alla bara, in uno strano gioco di ruoli, a sinistra Guido Viceconte e a destra  Aldo Chietera. Tra la folla molti esponenti della politica locale tra cui Saverio Acito, Angelo Tosto, Maria Pistone, Brunella Massenzio, Antonio Giordano, Giovanna Vizziello, Eustachio Quintano.  Commosse le parole di Nicola Pagliuca, capogruppo regionale del Pdl: «L’umiltà era il suo pane quotidiano in  una vita fatta di gesti più che di parole. Ricordo quando l’ho spinto a parlare in aula; ha vinto l’emozione e poi ho visto la sua  soddisfazione  nel vedere la proposta
approvata».  Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ne ha percorso la carriera istituzionale ma soprattutto la vita che spesso li vedeva accanto.
«Perdo un amico, la città gli è grata per quello che ha fatto. Romeo era rappresentante naturale del nostro territorio, con lui non c’era differenza fra l’uomo e il politico. Pochi giorni fa avevamo accolto insieme il Carro della Bruna che veniva da Roma, la sua partecipazione alle tradizioni, era totale. Da lui riceviamo un esempio di mitezza, di semplicità».«Parlo col cuore dell’amico – ha esordito l’ex sindaco Emilio Nicola Buccico – E’ difficile trovare un altro esempio di altruismo, riconosceva
il prossimo con i suoi problemi e le sue sofferenze. Aveva trasporti infantili, una età anagrafica di 62 anni, ma il cuore di un bambino di 12 anni. Era una persona buona come il pane, perchè era cresciuto in una famiglia buona, unita. Sgambettavamo insieme, quando vico XX settembre era una strada polverosa e vivevamo in maniera fisica la crescita della nostra città». Altre reazioni sulla scomparsa di Sarra sono giunte anche ieri. Il presidente della Provincia Franco Stella dice: «Ci lascia un politico capace e responsabile,  un uomo profondamente innamorato della sua terra e delle sue tradizioni, una persona sensibile e un caro amico.   Lo ricorderemo sempre con quel suo sorriso chiaro e leggero». L’assessore Rosa Mastrosimone: «Era  una brava persona, un amico sincero, aperto al confronto e disponibile con tutti. La  sua testimonianza continuerà a vivere tra noi». Il direttore di Rai Basilicata, Fausto Taverniti: «La storia personale e politica del presidente Sarra  è costellata di luci tutte rivolte al bene comune e all’impegno sociale, da seguire come guida ed esempio». Il Pdl di Irsina: «Non ha mai fatto mancare il suo contributo ed  incoraggiamento come al momento all’apertura della locale sezione del Pdl  di Irsina».  L’Ugl: « Ha fornito  l’immagine di un uomo meritevole di ogni gratitudine da parte di ogni cittadino materano, lucano e nazionale».Il consigliere provinciale del Pdl Donato Pierro: «La sua scomparsa lascia una profonda amarezza nel centrodestra lucano, ma un esempio di umanità da apprezzare per sempre».  Adriano Pedicini: «E’ l’esempio di uno stile politico educato ed antico a contatto con la gente dove il conoscersi è essenziale, dove la fiducia la racchiudi in uno sguardo. Lascia questo insegnamento di umanità politica: alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici ma il silenzio degli amici».

 

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