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Casta lucana: contestato l’ultimo chilometraggio del superbonus benzina per i consiglieri di fuori Potenza
Loro ce l’hanno più lungo
Autilio non paga quanto chiesto indietro e minaccia ricorso, Santochirico in pressing
di LEO AMATO
POTENZA – Chi l’ha detto che i chilometri sono tutti uguali? E anche se lo sono in un momento stabilito chi l’ha detto che la misura di oggi può valere pure per ieri?
E’ stato già abolito da due mesi il superbonus benzina per i consiglieri regionali residenti fuori Potenza, quando la scure della spending review sugli sperperi degli enti locali si è abbattuta anche sui costi delle regioni. Eppure continua a far discutere come ai tempi della prima inchiesta sui privilegi della casta di via Verrastro, delle proposte di modifica bocciate quasi all’unanimità dall’assemblea, e del provolone consegnato al governatore De Filippo da Fabio e Mingo di Striscia la notizia che ha l’indignazione – a scoppio ritardato – dei più. 
La polemica più recente, ma forse non l’ultima, riguarda i nuovi chilometraggi adottati non più tardi di tre mesi fa per il calcolo della cosiddetta indennità di trasferta casa-consiglio, misurata sulla distanza andata e ritorno, moltiplicata per un terzo del costo medio di un litro di benzina verde, per un numero forfettario di 18 sedute tra assemblea, commissioni e riunioni varie. A dirla tutta anche la formula in questione è ormai finita sub judice, come anticipato in esclusiva dal Quotidiano della Basilicata lo scorso 29 novembre, quando è venuto allo scoperto il primo dei filoni della maxi-inchiesta congiunta di finanza, carabinieri e polizia sul parlamentino lucano, nata anche grazie agli scoop di questa testata sui costi nascosti per le segreteria e la rappresentanza dei consiglieri regionali. In effetti il dettato della legge 38 del 2002 (“Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali della regione basilicata”) si pressta a diverse interpretazioni.  «L’entità del rimborso (…) corrisposto in relazione ad un numero fisso di 18 sedute mensili- recita il vecchio quinto comma dell’articolo 8 – è pari ad un terzo del costo della benzina verde necessaria al consigliere per raggiungere il capoluogo di regione moltiplicato per due». Quindi il costo della benzina effettivamente necessaria, che è cosa ben diversa dal calcolo adottato finora. Ma qui non è questo che interessa, dato che con ogni probabilità se ne riparlerà tra qualche settimana quando i pm che si stanno occupando del caso decideranno sul da farsi, inclusa la possibilità di inviare tutto alla Corte dei conti. 
Tre giorni dopo il blitz interforze negli archivi dell’ufficio economato del palazzo di via Verrastro era infatti partita una verifica interna su una circostanza che ha quasi dell’incredibile. Così si è scoperto che per anni sono stati conteggiati molti più chilometri di quelli effettivamente percorsi da casa al parlamentino lucano e ritorno dai consiglieri residenti fuori Potenza, che per questo avrebbero ottenuto molto più di quello che gli spettava. Si parla di 86mila euro solo tra giugno del 2010 e settembre del 2012, distribuiti in maniera molto diversificata: a chi 7 euro e 20 centesimi in più come Roberto Falotico, che da l’anno scorso risulta residente a Pignola, e ad altri anche 9mila come i laurioti Mariano Pici e Marcello Pittella, oppure 26 mila come a Pasquale Robortella che risulta residente a San Martino d’Agri. 
Che è successo? All’indice è finito “via Michelin”, sito internet di assistenza agli automobilisti della ditta francese dell’omino dei pneumatici e della nota guida per turisti. Dagli inizi della legislatura l’ufficio provveditorato del Consiglio avrebbe deciso di adottare il programma inserito sul sito per calcolare gli itinerari dei consiglieri regionali “fuori sede”. Ora non è ancora chiaro se per un problema nelle mappe del sito, nel calcolatore, o nell’inserimento dei dati, ma il fatto che le distanze prese in considerazione per il calcolo del rimborso fossero sballate è emerso in maniera più che lampante. Per questo gli uffici hanno deciso di correre ai ripari, inviando delle lettere ai consiglieri, in totale 17, che hanno preso più del dovuto – e non si sono accorti di nulla – e anche a due che hanno preso di meno, in particolare Franco Mollica e Rocco Vita, ed erano rimasti in silenzio a loro volta forse perché in totale si tratta solo di 2.300 euro. 
Il termine per restituire il surplus di rimborso era stato fissato al 15 dicembre ma non tutti i consiglieri hanno pagato senza fiatare. In due, non a caso entrambi avvocati, hanno deciso di farsi sentire: il piddino materano Vincenzo Santochirico, e il dipietrista potentino ma ormai residente a Marsicovetere Antonio Autilio. Il primo si è limitato a sollevare una serie di obiezioni e ha invitato gli uffici a fare marcia indietro, ottemperando comunque all’invito a restituire i soldi, 5.753 euro. Il secondo invece non ne ha proprio voluto sapere e con gli uffici si è arrivati alle carte. Ora l’economato ha fatto sapere di essere pronto a prelevare quei 4.836 euro che mancano all’appello direttamente dalla sua indennità di carica pari a 3.200 euro e rotti netti al mese, da sommare ad altri 4.500 per le spese di esercizio del mandato che hanno appena sostituito tutti i rimborsi e le diarie di prima. Ma Autilio ha minacciato di fare ricorso al Tar denunciando un atteggiamento persecutorio da parte dell’amministrazione e i termini per la sua proposizione dall’ultima scambio di raccomandate non sarebbero ancora scaduti. 
Al centro delle obiezioni dei due consiglieri-avvocati ci sarebbe soprattutto l’effetto retroattivo riconosciuto ai risultati della verifica sui chilometraggi. In sostanza si domandano perché un errore compiuto da altri dovrebbe ricadere su di loro che hanno ricevuto in assoluta buona fede il rimborso in questione, a prescindere dal fatto che fosse o meno eccedente le rispettive necessità. E poi chi ha detto che la distanza su cui misurarlo dev’essere per forza quella più breve? Si sa che da Matera a Potenza anche per ragioni di sicurezza e comfort tutti vanno per la Basentana, ma il tragitto più breve è quello che passa per il valico di Pazzano, lungo la statale 96. Non solo questioni di principio insomma, ma anche molto pratiche, per due che non hanno timore di sfidare il senso comune delle cose.
Ad ogni modo, si tratta di un dibattito destinato a lasciare il tempo che trova. Ormai infatti il rimborso di cui si parla è stato abrogato e proprio ieri dopo un ennesimo riconteggio dei chilometraggi dall’economato del consiglio regionale sono partite le liquidazioni dell’ultima mensilità dell’antico regime. Niente a che vedere con la Francia pre-rivoluzionaria, anche perché all’epoca i rimborsi benzina non esistevano nemmeno. Dunque nè pane né brioches, ma un altro provolone forse ci starebbe davvero bene.

POTENZA – Chi l’ha detto che i chilometri sono tutti uguali? E anche se lo sono in un momento stabilito chi l’ha detto che la misura di oggi può valere pure per ieri?E’ stato già abolito da due mesi il superbonus benzina per i consiglieri regionali residenti fuori Potenza, quando la scure della spending review sugli sperperi degli enti locali si è abbattuta anche sui costi delle regioni. Eppure continua a far discutere come ai tempi della prima inchiesta sui privilegi della casta di via Verrastro, delle proposte di modifica bocciate quasi all’unanimità dall’assemblea, e del provolone consegnato al governatore De Filippo da Fabio e Mingo di Striscia la notizia che ha l’indignazione – a scoppio ritardato – dei più. La polemica più recente, ma forse non l’ultima, riguarda i nuovi chilometraggi adottati non più tardi di tre mesi fa per il calcolo della cosiddetta indennità di trasferta casa-consiglio, misurata sulla distanza andata e ritorno, moltiplicata per un terzo del costo medio di un litro di benzina verde, per un numero forfettario di 18 sedute tra assemblea, commissioni e riunioni varie. A dirla tutta anche la formula in questione è ormai finita sub judice, come anticipato in esclusiva dal Quotidiano della Basilicata lo scorso 29 novembre, quando è venuto allo scoperto il primo dei filoni della maxi-inchiesta congiunta di finanza, carabinieri e polizia sul parlamentino lucano, nata anche grazie agli scoop di questa testata sui costi nascosti per le segreteria e la rappresentanza dei consiglieri regionali. In effetti il dettato della legge 38 del 2002 (“Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali della regione basilicata”) si pressta a diverse interpretazioni.  «L’entità del rimborso (…) corrisposto in relazione ad un numero fisso di 18 sedute mensili- recita il vecchio quinto comma dell’articolo 8 – è pari ad un terzo del costo della benzina verde necessaria al consigliere per raggiungere il capoluogo di regione moltiplicato per due». Quindi il costo della benzina effettivamente necessaria, che è cosa ben diversa dal calcolo adottato finora. Ma qui non è questo che interessa, dato che con ogni probabilità se ne riparlerà tra qualche settimana quando i pm che si stanno occupando del caso decideranno sul da farsi, inclusa la possibilità di inviare tutto alla Corte dei conti. Tre giorni dopo il blitz interforze negli archivi dell’ufficio economato del palazzo di via Verrastro era infatti partita una verifica interna su una circostanza che ha quasi dell’incredibile. Così si è scoperto che per anni sono stati conteggiati molti più chilometri di quelli effettivamente percorsi da casa al parlamentino lucano e ritorno dai consiglieri residenti fuori Potenza, che per questo avrebbero ottenuto molto più di quello che gli spettava. Si parla di 86mila euro solo tra giugno del 2010 e settembre del 2012, distribuiti in maniera molto diversificata: a chi 7 euro e 20 centesimi in più come Roberto Falotico, che da l’anno scorso risulta residente a Pignola, e ad altri anche 9mila come i laurioti Mariano Pici e Marcello Pittella, oppure 26 mila come a Pasquale Robortella che risulta residente a San Martino d’Agri. Che è successo? All’indice è finito “via Michelin”, sito internet di assistenza agli automobilisti della ditta francese dell’omino dei pneumatici e della nota guida per turisti. Dagli inizi della legislatura l’ufficio provveditorato del Consiglio avrebbe deciso di adottare il programma inserito sul sito per calcolare gli itinerari dei consiglieri regionali “fuori sede”. Ora non è ancora chiaro se per un problema nelle mappe del sito, nel calcolatore, o nell’inserimento dei dati, ma il fatto che le distanze prese in considerazione per il calcolo del rimborso fossero sballate è emerso in maniera più che lampante. Per questo gli uffici hanno deciso di correre ai ripari, inviando delle lettere ai consiglieri, in totale 17, che hanno preso più del dovuto – e non si sono accorti di nulla – e anche a due che hanno preso di meno, in particolare Franco Mollica e Rocco Vita, ed erano rimasti in silenzio a loro volta forse perché in totale si tratta solo di 2.300 euro. Il termine per restituire il surplus di rimborso era stato fissato al 15 dicembre ma non tutti i consiglieri hanno pagato senza fiatare. In due, non a caso entrambi avvocati, hanno deciso di farsi sentire: il piddino materano Vincenzo Santochirico, e il dipietrista potentino ma ormai residente a Marsicovetere Antonio Autilio. Il primo si è limitato a sollevare una serie di obiezioni e ha invitato gli uffici a fare marcia indietro, ottemperando comunque all’invito a restituire i soldi, 5.753 euro. Il secondo invece non ne ha proprio voluto sapere e con gli uffici si è arrivati alle carte. Ora l’economato ha fatto sapere di essere pronto a prelevare quei 4.836 euro che mancano all’appello direttamente dalla sua indennità di carica pari a 3.200 euro e rotti netti al mese, da sommare ad altri 4.500 per le spese di esercizio del mandato che hanno appena sostituito tutti i rimborsi e le diarie di prima. Ma Autilio ha minacciato di fare ricorso al Tar denunciando un atteggiamento persecutorio da parte dell’amministrazione e i termini per la sua proposizione dall’ultima scambio di raccomandate non sarebbero ancora scaduti. Al centro delle obiezioni dei due consiglieri-avvocati ci sarebbe soprattutto l’effetto retroattivo riconosciuto ai risultati della verifica sui chilometraggi. In sostanza si domandano perché un errore compiuto da altri dovrebbe ricadere su di loro che hanno ricevuto in assoluta buona fede il rimborso in questione, a prescindere dal fatto che fosse o meno eccedente le rispettive necessità. E poi chi ha detto che la distanza su cui misurarlo dev’essere per forza quella più breve? Si sa che da Matera a Potenza anche per ragioni di sicurezza e comfort tutti vanno per la Basentana, ma il tragitto più breve è quello che passa per il valico di Pazzano, lungo la statale 96. Non solo questioni di principio insomma, ma anche molto pratiche, per due che non hanno timore di sfidare il senso comune delle cose.Ad ogni modo, si tratta di un dibattito destinato a lasciare il tempo che trova. Ormai infatti il rimborso di cui si parla è stato abrogato e proprio ieri dopo un ennesimo riconteggio dei chilometraggi dall’economato del consiglio regionale sono partite le liquidazioni dell’ultima mensilità dell’antico regime. Niente a che vedere con la Francia pre-rivoluzionaria, anche perché all’epoca i rimborsi benzina non esistevano nemmeno. Dunque nè pane né brioches, ma un altro provolone forse ci starebbe davvero bene.

 

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