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BELLA – È lampante che l’affluenza alle urne sia già in forte calo rispetto al 2008. Alle ore 20 di ieri, a Sant’Antonio Casalini, soltanto 60 votanti hanno pensato al voto, invece, gli altri 800 hanno pensato di astenersi e rientrare nel cosiddetto Comitato cittadino “apolitico”. Già dal sabato sera e fino a tarda notte, decine di adulti e ragazzi, hanno allestito il camion di protesta, come seggio elettorale, che durerà fino alla chiusura dei seggi. Hanno raccontato alcuni rappresentanti del Comitato Cittadino «a 200 metri dal plesso scolastico, malgrado la pioggia e il freddo, abbiamo preparato il camion e i gazebo di accoglienza e raccolta elettorale, in segno di protesta verso la politica disattenta ai nostri disagi, che lamentiamo non esclusivamente da dicembre, ma da moltissimi anni». «In questi 2 giorni – hanno ribadito i cittadini – siamo pronti a sfidare il freddo, per far capire che la nostra presenza alle urne non vale, se fino ad adesso, non abbiamo ricevuto mai delle risposte». «Nessuno ci calcola – hanno spiegato due giovani – siamo disoccupati, non ci hanno aiutato in passato e non crediamo più nelle loro promesse, abbiamo subito troppe volte, e troppi servizi non ci vengono erogati, abitiamo in zone agricole svantaggiate. Oggi, si parla della rinuncia all’ufficio postale, ma non possiamo mai dimenticare che ci vengono negati altri servizi e diritti: la viabilità, l’acqua (paghiamo bollette, per un servizio erogato soltanto per un’ora al giorno), la questione rifiuti (paghiamo la tassa sui rifiuti e siamo ancora sprovvisti di bidoni per l’immondizia, gli unici presenti si trovano a 5 km dalle nostre abitazioni); l’aumento della benzina, del gasolio agricolo e dei mangimi, ci hanno bloccato l’operatività delle nostre aziende; inoltre, per raggiungere gli uffici postali a Bella, tanti anziani e non autosufficienti, non possono percorrere una ventina di chilometri, come se niente fosse». Tutto il Comitato Cittadino rimane dello stesso parere «il voto è privo di significato, per noi che viviamo nei disagi da una vita, e quante volte abbiamo richiamato l’attenzione su di noi, per farci vivere più dignitosamente, la risposta è stata sempre vaga: vi aiuteremo prontamente, siamo dalla vostra parte, le urgenze vanno risolte per il bene di un popolo lavoratore, che merita la nostra comprensione e il nostro appoggio. Ma niente di fatto». «E, Adesso, andremo avanti – hanno dichiarato i cittadini- siamo indignati e delusi e, soprattutto, desideriamo delle risposte concrete, nessuno merita di essere messo all’angolo o, peggio, di non disporre più dei diritti reali. Quindi, la nostra astensione è chiara da decifrare, non votare in massa significa protestare contro le troppe ingiustizie, vissute da una popolazione stanca che insistentemente si vede rinviare le soluzioni delle pesanti questioni». Per lo stesso tipo di protesta anche i cittadini di Possidente di Avigliano hanno deciso di non votare in segno di protesta contro la chiusura degli uffici postali.

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