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Dalla crisi dello Stato liberale nacque la Marcia su Roma, ma oggi incognite molto forti
Fase storica e linguaggi ricordano il fascismo
POTENZA – «Se noi analizziamo i discorsi di Grillo e l’attuale situazione economico-politica, la prima cosa che mi viene in mente è il fascismo». Risponde così Roberto Bruno, storico dell’Università di Catania, alla domanda sui possibili padri del Movimento Cinque stelle. 
«Penso alla crisi dello Stato liberale, alla difficoltà di formare una classe dirigente moderna e in questo ci sono analogie con la situazione attuale. Ma quella di oggi è una delle fasi più complicate della storia repubblicana e non si può dire che andrà in un modo piuttosto che in un altro. Ci sono delle incognite molto forti, anche se non mi stupirebbe se si pensasse a soluzioni autoritarie». 
Tra l’altro «il movimento di Grillo è poliedrico: all’interno c’è il forte scontro generazionale, si legge anche il massimalismo tipico dei movimenti di sinistra negli anni Settanta. E in mezzo c’è una fortissima spinta riformatrice». Con tutto questo insieme è difficile dire come andrà a finire. E comunque una dittatura come quella fascista, in un contesto in cui l’Italia è ormai paese europeo, è più difficile che si riproponga. 
«Interessanti, per analizzare la situazione attuale, sono i dati sull’elettorato di Grillo. A studiare il fenomeno è l’Istituto Cattaneo di Bologna: un 30% dell’elettorato è di destra, una percentuale simile appartiene al riformismo europeo e poi c’è una parte di elettorato che sta ancora più a sinistra, che si è sviluppata all’interno dei movimenti come quelli no global che sono nati nel decennio scorso. E’ al Pd e alla sinistra, quindi, che Grillo ha sottratto voti e questo soprattutto perché il partito di Bersani è stato “timido”, non ha osato con il riformismo. E così ha perso, perché in questo momento il Paese voleva di più, voleva un riformismo serio».
Cosa accadrà ora è difficile dirlo, ma un dialogo tra Pd e Movimento Cinque stelle è necessario, «l’alternativa è un governo farsa che avrà un solo compito: eleggere un presidente della Repubblica che dovrà poi scogliere le Camere. E questo sarebbe davvero umiliante per le istituzioni». 
a.giacummo@luedi.it

POTENZA – «Se noi analizziamo i discorsi di Grillo e l’attuale situazione economico-politica, la prima cosa che mi viene in mente è il fascismo». Risponde così Roberto Bruno, storico dell’Università di Catania, alla domanda sui possibili padri del Movimento Cinque stelle. «Penso alla crisi dello Stato liberale, alla difficoltà di formare una classe dirigente moderna e in questo ci sono analogie con la situazione attuale. Ma quella di oggi è una delle fasi più complicate della storia repubblicana e non si può dire che andrà in un modo piuttosto che in un altro. Ci sono delle incognite molto forti, anche se non mi stupirebbe se si pensasse a soluzioni autoritarie». Tra l’altro «il movimento di Grillo è poliedrico: all’interno c’è il forte scontro generazionale, si legge anche il massimalismo tipico dei movimenti di sinistra negli anni Settanta. E in mezzo c’è una fortissima spinta riformatrice». Con tutto questo insieme è difficile dire come andrà a finire. E comunque una dittatura come quella fascista, in un contesto in cui l’Italia è ormai paese europeo, è più difficile che si riproponga. «Interessanti, per analizzare la situazione attuale, sono i dati sull’elettorato di Grillo. A studiare il fenomeno è l’Istituto Cattaneo di Bologna: un 30% dell’elettorato è di destra, una percentuale simile appartiene al riformismo europeo e poi c’è una parte di elettorato che sta ancora più a sinistra, che si è sviluppata all’interno dei movimenti come quelli no global che sono nati nel decennio scorso. E’ al Pd e alla sinistra, quindi, che Grillo ha sottratto voti e questo soprattutto perché il partito di Bersani è stato “timido”, non ha osato con il riformismo. E così ha perso, perché in questo momento il Paese voleva di più, voleva un riformismo serio».Cosa accadrà ora è difficile dirlo, ma un dialogo tra Pd e Movimento Cinque stelle è necessario, «l’alternativa è un governo farsa che avrà un solo compito: eleggere un presidente della Repubblica che dovrà poi scogliere le Camere. E questo sarebbe davvero umiliante per le istituzioni». 

 

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