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REGGIO CALABRIA – Una storia giudiziaria che si protrae dal lontano 16 maggio 2001 è quella La Corte di cassazione ha disposto un nuovo giudizio nei confronti di Domenico Rettura e Rocco Fedele, imprenditori calabresi originari di Taurianova in provincia di Reggio Calabria, e titolari di una ditta, la «Pulimetal» di Paruzzaro (Novara), accusati dell’omicidio e del successivo occultamento di cadavere di un loro operaio, il senegalese Mohammed Sow. L’uomo è scomparso il 16 Maggio 2001 dalla provincia di Novara. Il caso ha destato il forte interesse della stampa locale. I due giovani, giudicati in contumacia poichè latitanti, difesi dagli avvocati Antonino Napoli del foro di Palmi ed Alessandro Gamberini del foro di Bologna, assolti dalla Corte di Assise di Novara, a fronte della condanna all’ergastolo richiesta per entrambi dal pubblico ministero titolare delle indagini, furono successivamente ritenuti colpevoli dalla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Torino e condannati a 16 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale in luogo della condanna per omicidio aggravato richiesta dal sostituto procuratore generale Vittorio Nessi. La Corte, in accoglimento delle richieste della procura generale, aveva disposto la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale con la nomina, quale perito della Corte, del generale Luciano Garofano, all’epoca comandante dei RIS di Parma, mentre la difesa aveva nominato quale proprio consulente il professore Enrico Marinelli dell’Università degli studi di Roma «La Sapienza».  Oltre alle indagini sulla scena del crimine e sul DNA la Corte di Assise di Appello di Torino aveva ritenuto indispensabile una perizia grafologica sulla firma apposta sull’ultima busta paga ricevuta da Sow. Avverso la condanna degli imputati gli avvocati avevano proposto ricorso in Cassazione. La Corte, secondo quanto reso noto dai due legali, accogliendo le tesi difensive e disattendendo la richiesta del procuratore generale di conferma della sentenza impugnata, aveva disposto l’annullamento con rinvio davanti ad un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Torino. Il nuovo processo, celebrato davanti alla seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Torino, confermando il giudizio di colpevolezza di Rettura e Fedele, li aveva condannati a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. I giudici dell’appello avevano, ancora una volta, rinnovato l’istruttoria dibattimentale conferendo l’incarico di trascrivere e ripulire alcune tracce audio delle intercettazioni ambientali con software più moderni a due periti, mentre la difesa si era avvalsa della consulenza dei professori Luciano Romito e Giampiero Benedetti, due dei maggiori esperti nazionali di fonetica forense. Anche avverso la sentenza resa dalla seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Torino la difesa aveva proposto ricorso alla Suprema Corte. Le osservazioni difensive sono state condivise dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione che ha, pertanto, disposto un nuovo giudizio davanti ad altra sezione della Corte di Assise di Appello.

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