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È una Camera piena di Speranza
Il segretario lucano del Pd prima viene scelto da Bersani e poi eletto capogruppo  con 200 voti
di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Si è commosso. E non per circostanza. Il ruolo per cui è stato scelto è un vero e proprio sogno che si avvera. Si è commosso. Prima in treno mentre stava andando a Roma ancora ignaro di quello che sarebbe accaduto da li a poche ore. L’ha rincuorato e tranquillizzato Vincenzo Folino (che è una sorta di fratello maggiore). I due sono partiti insieme ieri mattina da Potenza. La telefonata è arrivata da Bersani che i due erano in viaggio. Secco il messaggio del segretario nazionale che ha comunicato al suo portavoce per le Primarie dello scorso novembre: “Roberto ho deciso di candidarti come presidente della Camera”. 
E gli sono “tremate” le gambe al giovane segretario regionale del Pd di Basilicata che in pochi mesi si è visto catapultato dal livello locale alle prime file della politica nazionale. 
Certo che fosse un giovane di belle speranze era evidente a molti. Ma diventare prima responsabile della comunicazione nazionale del segretario nazionale che si gioca la propria partita per diventare premier e poi addirittura presidente del gruppo di deputati più numeroso dell’intero Parlamento è qualcosa che va al di là di ogni più rosea aspettativa. Ma è accaduto. E rimane nella storia. Perchè la Basilicata politica, di capigruppo alle due Camere non è che ne ha espressi tanti. L’ultimo in ordine di tempo è stato Felice Belisario per l’Idv al Senato. Ma il gruppo dei dipietristi nella scorsa legislatura, con tutto il rispetto, non è paragonabile nemmeno lontanamente alla truppa democratica. Basti pensare che Speranza da ieri alla Camera è il presidente di politici del calibro di Enrico letta, Dario Franceschini, Rosy Bindi, Guglielmo Epifani e tanti altri big.  
E poco conta che Speranza non sia stato eletto per acclamazione. Bersani l’ha candidato personalmente presentandolo come «un giovane di lungo corso». Ma nel Pd nazionale c’è qualche crepa. E così’ non tutti i deputati democratici si sono allineati alla volontà del segretario nazionale. Prima dell’elezione per  acclamazione (come era accaduto in precedenza al Senato per l’elezione del capogruppo Zanda) si è alzato Luigi Bobba che ha chiesto il voto nel segreto dell’urna, secondo lo Statuto del gruppo. E qui si sono registrati 200 consensi sui 293 aventi diritto (anche se al voto hanno partecipato in 284). Ad ogni modo il 70 per cento basta e avanza. E così Speranza ha guadagnato elezione e discorso da presidente della Camera. Visibilmente emozionato il segretario regionale ha quindi dichiarato: «Il nostro impegno è ridare dignità alla politica. Il Pd ha un’agenda di cambiamento, ora dobbiamo lavorare pensando ai problemi del Paese». 
Ovviamente la notizia ha creato entusiasmo in Basilicata con tutti i leader del partito che si sono affrettati a commentare e a complimentarsi con Speranza. 
Per il Pd lucano ad ogni modo ora si apre una nuova stagione. Innanzitutto ora sembra scontato che il neo presidente della Camera presenterà le proprie dimissioni da segretario regionale. Impensabile poter coniugare due ruoli così impegnativi. Quello che accadrà è ancora presto per dirlo. Ci potrebbe essere una soluzione “ponte” con una sorta di reggenza del partito in Basilicata prima di un congresso regionale. Ad ogni modo la partita è complessa perchè al netto dell’incarico nazionale, il Pd di Basilicata contiene tante anime al proprio interno. Basti contare che solo pochi giorni fa il deputato franceschiniano Salvatore Margiotta (anche se Franscechini ieri in sede di votazione nel gruppo è stato determinante per la vittoria di Speranza) ha palesato una grossa insofferenza nei confronti dei vertici regionali del Partito. Ma domani è un altro giorno. Ora c’è la “festa” per Speranza. 

POTENZA – Si è commosso. E non per circostanza. Il ruolo per cui è stato scelto è un vero e proprio sogno che si avvera. Si è commosso. Prima in treno mentre stava andando a Roma ancora ignaro di quello che sarebbe accaduto da li a poche ore. L’ha rincuorato e tranquillizzato Vincenzo Folino (che è una sorta di fratello maggiore). I due sono partiti insieme ieri mattina da Potenza. La telefonata è arrivata da Bersani che i due erano in viaggio. Secco il messaggio del segretario nazionale che ha comunicato al suo portavoce per le Primarie dello scorso novembre: “Roberto ho deciso di candidarti come presidente della Camera”. E gli sono “tremate” le gambe al giovane segretario regionale del Pd di Basilicata che in pochi mesi si è visto catapultato dal livello locale alle prime file della politica nazionale. Certo che fosse un giovane di belle speranze era evidente a molti. Ma diventare prima responsabile della comunicazione nazionale del segretario nazionale che si gioca la propria partita per diventare premier e poi addirittura presidente del gruppo di deputati più numeroso dell’intero Parlamento è qualcosa che va al di là di ogni più rosea aspettativa. Ma è accaduto. E rimane nella storia. Perchè la Basilicata politica, di capigruppo alle due Camere non è che ne ha espressi tanti. L’ultimo in ordine di tempo è stato Felice Belisario per l’Idv al Senato. Ma il gruppo dei dipietristi nella scorsa legislatura, con tutto il rispetto, non è paragonabile nemmeno lontanamente alla truppa democratica. Basti pensare che Speranza da ieri alla Camera è il presidente di politici del calibro di Enrico letta, Dario Franceschini, Rosy Bindi, Guglielmo Epifani e tanti altri big.  E poco conta che Speranza non sia stato eletto per acclamazione. Bersani l’ha candidato personalmente presentandolo come «un giovane di lungo corso». Ma nel Pd nazionale c’è qualche crepa. E così’ non tutti i deputati democratici si sono allineati alla volontà del segretario nazionale. Prima dell’elezione per  acclamazione (come era accaduto in precedenza al Senato per l’elezione del capogruppo Zanda) si è alzato Luigi Bobba che ha chiesto il voto nel segreto dell’urna, secondo lo Statuto del gruppo. E qui si sono registrati 200 consensi sui 293 aventi diritto (anche se al voto hanno partecipato in 284). Ad ogni modo il 70 per cento basta e avanza. E così Speranza ha guadagnato elezione e discorso da presidente della Camera. Visibilmente emozionato il segretario regionale ha quindi dichiarato: «Il nostro impegno è ridare dignità alla politica. Il Pd ha un’agenda di cambiamento, ora dobbiamo lavorare pensando ai problemi del Paese». Ovviamente la notizia ha creato entusiasmo in Basilicata con tutti i leader del partito che si sono affrettati a commentare e a complimentarsi con Speranza. Per il Pd lucano ad ogni modo ora si apre una nuova stagione. Innanzitutto ora sembra scontato che il neo presidente della Camera presenterà le proprie dimissioni da segretario regionale. Impensabile poter coniugare due ruoli così impegnativi. Quello che accadrà è ancora presto per dirlo. Ci potrebbe essere una soluzione “ponte” con una sorta di reggenza del partito in Basilicata prima di un congresso regionale. Ad ogni modo la partita è complessa perchè al netto dell’incarico nazionale, il Pd di Basilicata contiene tante anime al proprio interno. Basti contare che solo pochi giorni fa il deputato franceschiniano Salvatore Margiotta (anche se Franscechini ieri in sede di votazione nel gruppo è stato determinante per la vittoria di Speranza) ha palesato una grossa insofferenza nei confronti dei vertici regionali del Partito. Ma domani è un altro giorno. Ora c’è la “festa” per Speranza. 

 

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