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VIBO VALENTIA – Circa mille persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata dal Forum delle associazioni vibonesi, dal comitato civico pro-Serre, dal Forum Italiano dei movimenti per l’acqua e dal coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri” per protestare sulla situazione dell’invaso dell’Alaco. Il corteo è partito da piazza San Leoluca snodandosi per le principali vie della città e terminare in piazza municipio in cui si è tenuto un breve comizio. «La diga sull’Alaco –  hanno riferito gli organizzatori – ha rappresentato negli anni un caso esemplare di sprechi ed inefficienze: lavori infiniti, finanziamenti bloccati, interrogazioni parlamentari, carte sparite, costi lievitati a dismisura. Da quando poi la Sorical, società mista pubblico-privata (Regione-Veolia), ha allungato i suoi tentacoli, a circa 400.000 persone in 88 comuni di tutta la Calabria è stato negato il diritto all’acqua, perché dai loro rubinetti scorre un liquido maleodorante ed infetto, pompato da un lago malato, ex discarica a cielo aperto mai realmente bonificata». 

Oggi, ancora una volta, viene ricordato, «la magistratura si sostituisce al ruolo che doveva essere della politica, di controllo e tutela della salute di centinaia di migliaia di persone». Ma il «male prodotto dall’ingresso dei privati nell’acqua, dalla gestione improntata al profitto, dal mantenimento di rapporti clientelari da parte di certa politica, dall’operato della criminalità che si nutre del disagio della gente e delle omissioni delle istituzioni», a parere degli organizzatori dell’iniziativa di oggi, «non può estinguersi senza una presa di coscienza ed un’azione collettiva. Questi infine i punti basilari affermati dai promotori della manifestazione: «Chiusura definitiva della gestione Sorical, con la presentazione e la  approvazione della nuova legge regionale di iniziativa popolare proposta dal coordinamento Bruno Arcuri; dismissione urgente del bacino artificiale dell’Alaco; avvio immediato di un programma che preveda fonti di approvvigionamento alternative; avvio  degli interventi di ristrutturazione delle reti idriche per l’eliminazione delle perdite che oggi, nei comuni serviti dal bacino dell’Alaco, superano in media il 60%». 

E, infine, «l’avvio, sulla base di quanto esposto e delle tariffe illegittime applicate a livello regionale, di azioni giudiziarie da parte dei comuni per il recupero delle somme corrisposte alla Sorical, con rimborso ai cittadini degli importi delle bollette idriche versati e non dovuti».

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