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C’è anche il senatore Filippo Bubbico nell’elenco dei “saggi”, le personalità che dovranno, in due gruppi di lavoro, definire alcune proposte programmatiche. 

Poco fa sono stati definiti i due gruppi di lavoro che, su invito del Presidente della Repubblica, si riuniranno nel corso della prossima settimana – stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari – su proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea. 

Hanno accettato di farne parte: per il primo, il professor Valerio Onida, il senatore Mario Mauro, il senatore Gaetano Quagliariello e il professor Luciano Violante. Ils econdo gruppo, invece, comprende, con l’ex governatore della Basilicata, il professore Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, il professore Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; il dottor Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d’Italia, l’onorevole Giancarlo Giorgietti e il senatore Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro Enzo Moavero Milanesi.

In Basilicata la notizia ha subito richiamato alcuni commenti. Il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza (Pd), in una dichiarazione, ha espresso «grande soddisfazione. Sono certo – ha aggiunto Lacorazza – che Bubbico, in un momento delicato come quello che sta vivendo l’Italia, saprà offrire un competente e appassionato contributo per definire l’agenda delle riforme sociali ed economiche di cui necessita l’Italia». Si è detto «certo che Bubbico saprà interpretare fino in fondo quelle scelte che sapranno tenere in giusta considerazione lo straordinario valore e contributo che il Mezzogiorno può dare all’Italia».   

«Mi sento anche di esprimere – ha concluso il presidente della Provincia di Potenza – un ulteriore motivo di soddisfazione per la presenza del professore Giovannini, autorità di grande spessore e punto di riferimento di quella nuova idea di misurazione del benessere che va oltre il prodotto interno lordo: sono indicatori dei quali più volte, in questi anni, ho sottolineato l’importanza e sui quali sarà sempre più necessario costruire le prossime politiche comunitarie». 

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