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CORIGLIANO – Dopo la coalizione di centrosinistra, anche il centrodestra coriglianese ha sciolto le riserve: sarà l’ex sindaco e parlamentare di An, Giuseppe Geraci a concorrere alla carica di sindaco a fine maggio. Dopo aver ricucito i rapporti con Giovanni Dima, deus ex machina del Popolo della libertà locale – dovuti al suo addio da Alleanza Nazionale che in quel momento stava confluendo nel Pdl – Geraci coordinerà un progetto ampio e condiviso da tutte le destre moderate cittadine e da una fetta di “centro”, che però non sarà l’Udc, sul quale pare sia stato posto un veto. L’ex deputato aennino sarà sostenuto da cinque liste civiche, di cui due formate dal Popolo della libertà, ma senza simbolo: una sorta di rottura col recente passato coriglianese e con la peggiore parentesi della storia politica cittadina, culminata con lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, un anno e mezzo orsono. Pur senza “simbolo”, quindi, il Pdl sarà ben presente nella competizione elettorale, con il beneplacito dei livelli superiori. La storia, insomma, si ripete. Proprio Geraci – oggi alla sua quinta candidatura a sindaco – fu eletto e rieletto nel 1993 e poi nel 1997 con una lista civica, “Mani Pulite”, classica espressione di quell’Msi che stava mutuando in Alleanza Nazionale. Giuseppe Geraci oggi non ha tessera in tasca. Dopo essersi allontanato per divergenze nelle linee guida del partito, era arrivato anche a fare opposizione al sindaco del Pdl nel 2009, Pasqualina Straface, finanche apparentandosi al ballottaggio, con il candidato a sindaco del Partito democratico, Aldo Algieri. Quelle crepe, adesso, sembrano essersi rinsaldate anche grazie all’abile regia e diplomazia messa in campo da Giovanni Dima, il quale in attesa di un sottosegretariato alla Regione, vede in Geraci il candidato ideale da opporre a Giovanni Torchiaro, espressione di uno sfilacciato centrosinistra. Geraci, tra l’altro, potrebbe coagulare intorno a se quella fetta di dissidenti di centrodestra che non si sono mai rivisti nell’attuale Pdl. Le elezioni di fine maggio, insomma, doteranno la città di Corigliano di un governo “politico” dopo la parentesi prefettizia. E la sfida, per tutti i concorrenti a primo cittadino, non sarà affatto semplice: prima di tutto bisognerà conquistare la stima dei coriglianesi, ai minimi termini nei confronti della politica dopo l’inchiesta Santa Tecla. La sfida nella sfida, sarà quella di riuscire a risolvere i tanti problemi che attanagliano la quinta più grande città calabrese, gravata – per giunta – da grossi problemi finanziari e sull’orlo del dissesto, scongiurato dalla commissione prefettizia quasi per miracolo. 

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