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Urgente  bisogno di buona politica
In un anno 5000 disoccupati in più,  penalizzate le donneSi riducono  al minimo i contratti a tempo indeterminato
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA – A un giorno dal documento unitario con cui Cgil, Cisl e Uil hanno criticato aspramente, non solo l’operato di alcuni direttori dei dipartimenti regionali, ma anche l’inadeguatezza della risposte politiche alla grave crisi in atto, il segretario Carmine Vaccaro torna a riperterlo: «Si sta perdendo troppo tempo, e la lunga vacanza della Giunta regionale non migliora le cose anzi. E’ un ritardo che non possiamo permetterci e che rischia di giocarsi tutto sulla pelle dei lucani». Il leader  della Uil lucana non si stanca di dirlo: «Occorre riprendere una programmazione seria delle politiche di sviluppo». E l’analisi di Vaccaro è confortata dai dati. Quelli del nuovo rapporto del Centro Studi Uil Basilicata, presentato ieri mattina, che fornisce i numeri delle dinamiche del mercato del lavoro regionale negli ultimi mesi del 2012. Dati che indicano con chiarezza: nel terzo trimestre dell’anno passato si registra un lieve  miglioramento dei principali parametri, rispetto alla prima parte del 2012, ma la situazione continua a essere grave. Peggiore di quella del 2011: 1.000 occupati in meno, decremento di 3.700 unità delle forze lavoro e 5.000 disoccupati in più. Le donne – a differenza della tendenza degli ultimi anni – tornano a essere le più penalizzate. Aumenta il lavoro precario: nel 2011 gli avviamenti a tempo indeterminato sono stati 24.381; numero che nell’anno successivo si è ridotto a 5.403. Mentre quelli a tempo sono passati da 4.149 a 24.070. A distanza di un anno, impietoso è anche il dato relativo al ricorso alla cassa integrazione: un milione in più di ore di ammortizzatori complessivi. A destare maggiore preoccupazione, il notevole aumento della cassa straordinaria e in deroga. «Mettiamo questi dati al servizio dei nostri amministratori, che speriamo accolgano il nostro appello a ritornare alla politica dei fatti e della programmazione», dice Vaccaro, che rilancia il ruolo di un sindacato propositivo e costruttivo, e non indirizzato ad alimentare il clima di antipolitica. Un’idea che il segretario nazionale Uil, Gugliemo Loy, rafforza così: «Fermarsi oggi al piano della sola protesta non ci porterebbe troppo lontano. Le nostre economie in questo momento hanno bisogno di altro. Due anni fa abbiamo lanciato la campagna della riduzione dei costi della politica. Oggi iniziamo a vedere qualche risultato. E possiamo dire che in parte è stata anche la risposta alla campagna di sensibilizzazione portata avanti daò nostro sindacato». E per ritornare alla Basilicata, Vaccaro cita esempi concreti: Piano del lavoro e programma forestazione. «Abbiamo  le nostre proposte. Siamo pronti a essere coinvolti e a dare il nostro fattivo contributo. Così come abbiamo fatto per Basilicata 2012, che ad oggi, a mio avviso, rappresenta il documento programmatico migliore degli ultimi 40 anni».  E nello specifico, per quanto riguarda il piano del lavoro che dovrebbe essere presentato a breve dal dipartimento al ramo, «noi abbiamo il nostro programma, che non si compone di 60 linee guida, ma di 4 punti principali su cui iniziare a lavorare subito». Ed eccoli: sostegno al reddito dei titolari di ammortizzatori sociali; allargamento della copertura a coloro che attualmente non possono essere beneficiari di misure di sostegno al reddito; ausilio economico alle persone inattive; garanzia di  una dote per la formazione dei giovani; aiuti alle persone in difficoltà con una sorta di provvedimento di cittadinanza solidale più allargata; un sistema semplice di strumenti regionali di sostegno diretto e indiretto alla capitalizzazione d’impresa e a progetti di crescita, con interventi mirati di tagli al cuneo fiscale, di integrazione degli investimenti in ricerca e sviluppo. «C’è un gran bisogno di buona politica, anche in Basilicata», ribadisce Guglielmo Loy. Senza perdere altro tempo che potrebbe rivelarsi fatale. «Prima che il disagio si trasformi in tragedia».
E nel dettaglio ecco i numeri di quel disagio misurato dal rapporto Uil sul mercato del lavoro lucano nell’ultimo trimestre del 2012, presentati ieri dal responsabile del Centro studi Giancarlo Vainieri e da Giampiero Tetta:
Occupazione
Per quanto riguarda la popolazione maschile, la quota di occupati aumenta rispetto al secondo semestre del 2012, ma diminuisce rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Al contrario di quanto accade per la popolazione femminile. Il saldo occupazionale dal primo trimestre è di 4.000 occupati in meno con un tasso medio del 46,8%, contro il 47,6% del 2011, e il 47% del 2010. E’ soprattutto nel settore agricolo che si riscontra il tasso maggiore di crescita dell’occupazione con un più 12,5%. 
Forze lavoro
Nel terzo trimestre del 2012 si evince un decremento di 3,7 unità rispetto al trimestre precedente. Costante il numero di forza lavoro maschile, leggera riduzione della componente femminile. Diminuisce, in maniera non significativa, il numero di persone in cerca di lavoro. 
Gli inattivi
Sono coloro che non fanno parte della forza lavoro, tra cui anche scoraggiati o attivi potenziali: rappresentano il 45% nel trimestre in esame, un punto in più rispetto a quello precedente, un punto in meno rispetto al trimestre del 2011. 
Disoccupazione
Sono in tutto 29.000. Il 15 per cento in meno rispetto al trimestre precedente, considerato il periodo nero nella serie storica del 2011, con un record di incremento del 41%, cinque punti in più rispetto a quello medio del Mezzogiorno. Ma i disoccupati sono, negli ultimi mesi del 2012, 5.000 in più rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2011. Dicevamo, sono le donne le più penalizzate che passano dalle 9.800 unità del 2011, alle 13.000 dell’anno successivo. Dai dati emerge pure che più di un disoccupato su tre resta tale nel corso degli anni. 
Dinamiche imprese
Sono 584 le imprese iscritte contro 570 cessazioni di attività, con un saldo positivo di sole 14 unità. Rispetto al trimestre precedente le iscrizioni sono calate di 308 unità. Il settore agricolo è quello che è stato caratterizzato dal maggiore trend negativo: le aziende che muoiono, soprattutto quelle individuali, superano di 120 unità quelle che nascono. Reggono molto meglio, invece, quelle legate all’export, come pure negli altri comparti. Negativo anche il saldo nati-mortalità per l’industria, pari a – 36 unità. Tendenza quasi inalterata anche per il settore edile. Contribuisce in maniera rilevante al saldo negativo il manufatturiero. Tra i servizi, che sostanzialmente tengono, è il commercio a soffrire di più. 
Cassa integrazione
Negli ultimi mesi del 2012 si registra un sensibile aumento di ore autorizzate rispetto all’anno precedente: circa un milione in più. Anche se rispetto al mese di settembre, ottobre fa segnare un calo del 19,6%. Ma a novembre i beneficiari di ammortizzatori sociali sono aumentate del 75,5%: 4.509 lavoratori in più. Nella sola provincia di Potenza parliamo di un aumento del 100%. Il dato più alto in tutt’Italia. E dicembre fa segnare un ulteriore incremento.  Continuano ad aumentare soprattutto cassa straordinaria e in deroga, dato allarmante perché legato a situazioni aziendali di crisi strutturale.

POTENZA – A un giorno dal documento unitario con cui Cgil, Cisl e Uil hanno criticato aspramente, non solo l’operato di alcuni direttori dei dipartimenti regionali, ma anche l’inadeguatezza della risposte politiche alla grave crisi in atto, il segretario Carmine Vaccaro torna a riperterlo: «Si sta perdendo troppo tempo, e la lunga vacanza della Giunta regionale non migliora le cose anzi. E’ un ritardo che non possiamo permetterci e che rischia di giocarsi tutto sulla pelle dei lucani».

 Il leader  della Uil lucana non si stanca di dirlo: «Occorre riprendere una programmazione seria delle politiche di sviluppo». E l’analisi di Vaccaro è confortata dai dati. Quelli del nuovo rapporto del Centro Studi Uil Basilicata, presentato ieri mattina, che fornisce i numeri delle dinamiche del mercato del lavoro regionale negli ultimi mesi del 2012. Dati che indicano con chiarezza: nel terzo trimestre dell’anno passato si registra un lieve  miglioramento dei principali parametri, rispetto alla prima parte del 2012, ma la situazione continua a essere grave. Peggiore di quella del 2011: 1.000 occupati in meno, decremento di 3.700 unità delle forze lavoro e 5.000 disoccupati in più. Le donne – a differenza della tendenza degli ultimi anni – tornano a essere le più penalizzate. Aumenta il lavoro precario: nel 2011 gli avviamenti a tempo indeterminato sono stati 24.381; numero che nell’anno successivo si è ridotto a 5.403. Mentre quelli a tempo sono passati da 4.149 a 24.070. 
A distanza di un anno, impietoso è anche il dato relativo al ricorso alla cassa integrazione: un milione in più di ore di ammortizzatori complessivi. A destare maggiore preoccupazione, il notevole aumento della cassa straordinaria e in deroga. «Mettiamo questi dati al servizio dei nostri amministratori, che speriamo accolgano il nostro appello a ritornare alla politica dei fatti e della programmazione», dice Vaccaro, che rilancia il ruolo di un sindacato propositivo e costruttivo, e non indirizzato ad alimentare il clima di antipolitica. Un’idea che il segretario nazionale Uil, Gugliemo Loy, rafforza così: «Fermarsi oggi al piano della sola protesta non ci porterebbe troppo lontano. Le nostre economie in questo momento hanno bisogno di altro. Due anni fa abbiamo lanciato la campagna della riduzione dei costi della politica. Oggi iniziamo a vedere qualche risultato. E possiamo dire che in parte è stata anche la risposta alla campagna di sensibilizzazione portata avanti daò nostro sindacato». 
E per ritornare alla Basilicata, Vaccaro cita esempi concreti: Piano del lavoro e programma forestazione. «Abbiamo  le nostre proposte. Siamo pronti a essere coinvolti e a dare il nostro fattivo contributo. Così come abbiamo fatto per Basilicata 2012, che ad oggi, a mio avviso, rappresenta il documento programmatico migliore degli ultimi 40 anni».  E nello specifico, per quanto riguarda il piano del lavoro che dovrebbe essere presentato a breve dal dipartimento al ramo, «noi abbiamo il nostro programma, che non si compone di 60 linee guida, ma di 4 punti principali su cui iniziare a lavorare subito». Ed eccoli: sostegno al reddito dei titolari di ammortizzatori sociali; allargamento della copertura a coloro che attualmente non possono essere beneficiari di misure di sostegno al reddito; ausilio economico alle persone inattive; garanzia di  una dote per la formazione dei giovani; aiuti alle persone in difficoltà con una sorta di provvedimento di cittadinanza solidale più allargata; un sistema semplice di strumenti regionali di sostegno diretto e indiretto alla capitalizzazione d’impresa e a progetti di crescita, con interventi mirati di tagli al cuneo fiscale, di integrazione degli investimenti in ricerca e sviluppo. «C’è un gran bisogno di buona politica, anche in Basilicata», ribadisce Guglielmo Loy. Senza perdere altro tempo che potrebbe rivelarsi fatale. «Prima che il disagio si trasformi in tragedia».E nel dettaglio ecco i numeri di quel disagio misurato dal rapporto Uil sul mercato del lavoro lucano nell’ultimo trimestre del 2012, presentati ieri dal responsabile del Centro studi Giancarlo Vainieri e da Giampiero Tetta.

OCCUPAZIONE – Per quanto riguarda la popolazione maschile, la quota di occupati aumenta rispetto al secondo semestre del 2012, ma diminuisce rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Al contrario di quanto accade per la popolazione femminile. Il saldo occupazionale dal primo trimestre è di 4.000 occupati in meno con un tasso medio del 46,8%, contro il 47,6% del 2011, e il 47% del 2010. E’ soprattutto nel settore agricolo che si riscontra il tasso maggiore di crescita dell’occupazione con un più 12,5%. 

FORZE LAVORO – Nel terzo trimestre del 2012 si evince un decremento di 3,7 unità rispetto al trimestre precedente. Costante il numero di forza lavoro maschile, leggera riduzione della componente femminile. Diminuisce, in maniera non significativa, il numero di persone in cerca di lavoro. 

GLI INATTIVI – Sono coloro che non fanno parte della forza lavoro, tra cui anche scoraggiati o attivi potenziali: rappresentano il 45% nel trimestre in esame, un punto in più rispetto a quello precedente, un punto in meno rispetto al trimestre del 2011. 
DISOCCUPAZIONE – Sono in tutto 29.000. Il 15 per cento in meno rispetto al trimestre precedente, considerato il periodo nero nella serie storica del 2011, con un record di incremento del 41%, cinque punti in più rispetto a quello medio del Mezzogiorno. Ma i disoccupati sono, negli ultimi mesi del 2012, 5.000 in più rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2011. Dicevamo, sono le donne le più penalizzate che passano dalle 9.800 unità del 2011, alle 13.000 dell’anno successivo. 
Dai dati emerge pure che più di un disoccupato su tre resta tale nel corso degli anni

DINAMICHE IMPRESE – Sono 584 le imprese iscritte contro 570 cessazioni di attività, con un saldo positivo di sole 14 unità. Rispetto al trimestre precedente le iscrizioni sono calate di 308 unità. Il settore agricolo è quello che è stato caratterizzato dal maggiore trend negativo: le aziende che muoiono, soprattutto quelle individuali, superano di 120 unità quelle che nascono. Reggono molto meglio, invece, quelle legate all’export, come pure negli altri comparti. Negativo anche il saldo nati-mortalità per l’industria, pari a – 36 unità. Tendenza quasi inalterata anche per il settore edile. Contribuisce in maniera rilevante al saldo negativo il manufatturiero. Tra i servizi, che sostanzialmente tengono, è il commercio a soffrire di più. 

CASSA INTEGRAZIONE – Negli ultimi mesi del 2012 si registra un sensibile aumento di ore autorizzate rispetto all’anno precedente: circa un milione in più. Anche se rispetto al mese di settembre, ottobre fa segnare un calo del 19,6%. Ma a novembre i beneficiari di ammortizzatori sociali sono aumentate del 75,5%: 4.509 lavoratori in più. Nella sola provincia di Potenza parliamo di un aumento del 100%. Il dato più alto in tutt’Italia. E dicembre fa segnare un ulteriore incremento.  Continuano ad aumentare soprattutto cassa straordinaria e in deroga, dato allarmante perché legato a situazioni aziendali di crisi strutturale.

 

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