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REGGIO CALABRIA – I Carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrope Eliportato Cacciatori di Calabria hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, a canco di Domenico Sibio, 35 anni, residente a Rosarno. Nel provvedimento restrittivo è stata contestata l’organicità alla associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione denominata “cosca Pesce”, operante sul territorio di Rosarno, zone limitrofe e Milano, a sua volta ricadente nel territorio del cd. Mandamento Tirrenico. 

In particolare a Sibio è stato contestato di avere svolto direttamente funzioni di supporto logistico e di tutela del latitante Giuseppe Pesce, 33 anni, divenuto reggente della cosca, in conseguenza dell’ arresto del fratello Francesco e di aver fatto da tramite nelle comunicazioni di ordini e disposizioni tra il ricercato e gli altri affiliati operanti sul territorio nonchè di avere provveduto, in modo continuativo, al sostentamento delle famiglie degli affiliati in posizione apicale detenuti, mediante raccolta e successiva periodica ripartizione delle somme di denaro provento di attività illecita. Destinatari di tali somme, ammontanti a svariate migliaia di euro, erano, tra gli altri, Ilenia Bellocco (moglie del latitante Giuseppe Pesce), Maria Stanganelli e Mariagrazia Pesce (rispettivamente moglie e sorella di Francesco Pesce cl. 78; la seconda figlia del boss Antonino Pesce, nonché moglie di Roberto Matalone). Sibio è attualmente imputato In stato di libertà, nell’ambito dell’inchiesta “All Inside’, in corso di svolgimento innanzi al Tribunale di Palmi, per la partecipazione alla cosca mafiosa Pesce contestata sino al 21 aprile 2011. Lo stesso, in passato, era già stato colpito da due provvedimenti similari (quello del 26.4.2010 ed il sùccessivo del 22.11.20 ID), ma entrambe.le volte . si era reso latitante. Il forte legame eistente tra il ‘latitante Giuseppe Pesce e Domenico Sibio, nonché la centralità di quest’ultimo nelle dinamiche criminali della cosca Pesce era stato ribadito, dai collaboratori di giustizia Salvatore Facchinetti e Giuseppina Pesce. Sibio, che in passato si era sottratto a due provvedimenti restrittivi emessi a suo carico, conscio dell’imminente sentenza del Tribunale di Palmi nell’ambito del processo “All Inside’, . stava già progettando la sua fuga (“Io mi butto latitante”).
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