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LAMEZIA TERME – La Cassazione annulla l’ordine di arresto per il carabiniere Roberto Gidari, 48 anni, in carcere dal 28 giugno 2012 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazioni di segreti d’ufficio. Per la Corte suprema il Tribunale della Libertà di Catanzaro, che aveva rigettato la richiesta di scarcerazione per il brigadiere, dovrà valutare nuovamente gli elementi alla base dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il carabiniere in servizio a Lamezia che, accusato dai pentiti di aver svelato alla cosca Giampà le indagini che i colleghi di Gidari stavano eseguendo, finì in carcere insieme a 35 fra boss e affiliati del clan Giampà, tutti condannati il 17 maggio scorso con il rito abbreviato con pene che variano dai 2 ai 13 anni per complessivi 3 secoli di carcere. Il carabiniere è stato condannato a 6 anni (il pm ne aveva chiesto 8). 

La Cassazione ha accolto il ricorso degli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Pagliuso annullando con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare in carcere mettendo quindi in discussione la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza sui quali ora dovranno nuovamente pronunciarsi i giudici del Riesame di Catanzaro. Il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la conferma della decisione del Tribunale della Libertà di Catanzato quando appunto era stata rigetta la richiesta di scarcerazione.
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