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CORIGLIANO CALABRO (Cosenza) – «Non vogliamo dire niente. Grazie. Siamo chiusi nel nostro dolore». Ad esprimersi così è stata una delle tre sorelle di Fabiana Luzzi uscendo dalla casa dei genitori a Corigliano Calabro.   Così come la donna, anche i genitori della vittima hanno fatto sapere ai giornalisti, tramite alcuni amici della figlia, che non intendono parlare con nessuno. 

«Era una brava ragazza e non meritava di fare la fine terribile che ha fatto. Non c’è giustizia». È il commento di un ragazzo amico della sedicenne uccisa a Corigliano Calabro dal fidanzato coetaneo dopo essere andato a trovare i genitori della vittima. «Non c’è nulla di più brutto che perdere un figlio», risponde a chi gli chiede come stanno i genitori della ragazza. “L’assassino? Lo conoscevo solo di vista – aggiunge – e quindi non so che tipo sia». Poi il ragazzo, con le lacrime agli occhi, saluta e si allontana.  

Davanti l’abitazione dei genitori di Fabiana, ultima di quattro figlie avute dal padre in due matrimoni, il dolore il sentimento dominante tra i parenti e gli amici della sedicenne uccisa e bruciata dal fidanzato coetaneo a Corigliano Calabro. Dall’alba si registra un mesto via vai nell’abitazione dei genitori della ragazza. Il padre è un commerciante di ricambi per auto, mentre la madre è casalinga. Parenti, amici e conoscenti da stamani fanno visita ai genitori della vittima nel loro appartamento al primo piano di una palazzina bianca nella frazione Scalo di Corigliano. Poca la voglia di parlare con i giornalisti che si trovano davanti la casa. Sguardi bassi e rifiuto di rispondere alle domande su una tragedia che appare inspiegabile e che ha sconvolto tutti.

Secondo l’arcivescovo di Rossano-Cariati, Santo Marcianò, che lunedì incontrerà la famiglia, l’omicidio di Fabiana è un gesto «orribile e violento che certamente esige una condanna precisa». Il presule prega per i familiari della sedicenne e per il giovane omicida. «Ora – afferma l’arcivescovo – voglio invitare tutti, augurandomi che si stronchino i toni accesi della rabbia e della vendetta e si trovino gesti di solidarietà, amore, perdono per non far sentire sole le vittime di questa tragedia».

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