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La Regione autorizza un impianto di 30 megawatt. A rischio il sito Unesco
Parco eolico con vista Sassi
Pittella accusa e Adduce non si tiene: «Ti arrampichi sugli specchi»
di VALERIO PANETTIERI
LA GRANA è di quelle serie, perché di mezzo c’è la candidatura a capitale della cultura di Matera nel 2019 e lo stesso status di patrimonio Unesco. Il nocciolo è quel via libera concesso dalla regione, il 29 maggio, alla Zefiro Energy per la costruzione di un parco eolico da 30 megawatt in zona Matine, nonostante il parere contrario di Adduce appoggiato da tutto il Pd materano. Ma ci starebbe anche il possibile interesse della Italcementi all’uso di combustibile derivante da rifiuti a ridosso del Parco della Murgia. La questione è seria, tanto da alimentare un durissimo scontro politico tutto interno al Pd, culminato con una serie di accuse del primo cittadino nei confronti di Pittella. Ieri la segreteria cittadina del Pd si è riunita con Adduce per discutere proprio di questo, il risultato è un comunicato di fuoco rivolto alla «Giunta Regionale balneare, agli assessori materani Braia e Benedetto, e a  un Presidente di Giunta dimissionario». La colpa è di aver trascurato il parere negativo di Matera a quel parco, sulla base di una delibera comunale licenziata nel 2012. Risultato, una «Prevaricazione da parte della Regione nei confronti della comunità locale». I rischi paesaggistici ci sono, e anche la paura di perdere un’occasione fondamentale, quella di Matera 2019. I democratici materani sono compatti: la regione è «superficiale per non aver compreso che con la delibera adottata potrebbe innescarsi una procedura di verifica dell’integrità del sito da parte degli uffici dell’Unesco, e quindi un danno incalcolabile all’immagine della città». L’unica soluzione sarebbe un ricorso al Tar per l’annullamento della delibera regionale, a fronte anche della imminente concessione dell’autorizzazione integrata ambientale alla Italcementi per l’utilizzo di combustibili solidi secondari per produrre cemento. O così o si finirà in piazza a protestare sotto i vessilli del Pd. La risposta del vicepresidente della Giunta regionale è di quelle piccate, piene di risentimento. In sostanza si chiede dov’era Adduce durante gli incontri per il rilascio dell’autorizzazione unica alla Zefiro. In quella «conferenza di servizi – dice Pittella – si è registrata l’assenza di una serie di amministrazioni di cui pure la contrarietà, espressa con note, è stata ritenuta dalla stessa conferenza non ostativa in quanto espressa in assenza di contraddittorio». Se non c’eri, anche se contrario, a noi non interessa. Questo è il succo. Bisognava evitare eventuali contenziosi. Poi la bacchettata ad Adduce: «È buona prassi che di questioni ritenute evidentemente importanti si tenga conto nei tempi assegnati dalle norme».
Adduce poteva tenersi un colpo così? Affatto, ed eccolo a tirare giù tutto accusando Pittella di «arrampicarsi sugli specchi». «La Regione Basilicata, con i suoi organismi tecnici e politici è tenuta quanto le amministrazioni comunali a salvaguardare l’integrità del territorio». La contrarietà del comune di Matera era ben nota e in materia così sensibile non valgono per nessuno nemmeno per Pittella arrampicarsi sugli specchi di una presunta regolarità formale». Nel frattempo ci pensa l’ufficio legale del Comune a far valere le ragioni di Matera con il ricorso a Tar pronto per essere presentato.  

LA GRANA è di quelle serie, perché di mezzo c’è la candidatura a capitale della cultura di Matera nel 2019 e lo stesso status di patrimonio Unesco. Il nocciolo è quel via libera concesso dalla regione, il 29 maggio, alla Zefiro Energy per la costruzione di un parco eolico da 30 megawatt in zona Matine, nonostante il parere contrario di Adduce appoggiato da tutto il Pd materano. Ma ci starebbe anche il possibile interesse della Italcementi all’uso di combustibile derivante da rifiuti a ridosso del Parco della Murgia. La questione è seria, tanto da alimentare un durissimo scontro politico tutto interno al Pd, culminato con una serie di accuse del primo cittadino nei confronti di Pittella. Ieri la segreteria cittadina del Pd si è riunita con Adduce per discutere proprio di questo, il risultato è un comunicato di fuoco rivolto alla «Giunta Regionale balneare, agli assessori materani Braia e Benedetto, e a  un Presidente di Giunta dimissionario». La colpa è di aver trascurato il parere negativo di Matera a quel parco, sulla base di una delibera comunale licenziata nel 2012. Risultato, una «Prevaricazione da parte della Regione nei confronti della comunità locale». 

 

I rischi paesaggistici ci sono, e anche la paura di perdere un’occasione fondamentale, quella di Matera 2019. I democratici materani sono compatti: la regione è «superficiale per non aver compreso che con la delibera adottata potrebbe innescarsi una procedura di verifica dell’integrità del sito da parte degli uffici dell’Unesco, e quindi un danno incalcolabile all’immagine della città». L’unica soluzione sarebbe un ricorso al Tar per l’annullamento della delibera regionale, a fronte anche della imminente concessione dell’autorizzazione integrata ambientale alla Italcementi per l’utilizzo di combustibili solidi secondari per produrre cemento. O così o si finirà in piazza a protestare sotto i vessilli del Pd. La risposta del vicepresidente della Giunta regionale è di quelle piccate, piene di risentimento. In sostanza si chiede dov’era Adduce durante gli incontri per il rilascio dell’autorizzazione unica alla Zefiro. In quella «conferenza di servizi – dice Pittella – si è registrata l’assenza di una serie di amministrazioni di cui pure la contrarietà, espressa con note, è stata ritenuta dalla stessa conferenza non ostativa in quanto espressa in assenza di contraddittorio». Se non c’eri, anche se contrario, a noi non interessa. Questo è il succo. Bisognava evitare eventuali contenziosi. Poi la bacchettata ad Adduce: «È buona prassi che di questioni ritenute evidentemente importanti si tenga conto nei tempi assegnati dalle norme».Adduce poteva tenersi un colpo così? Affatto, ed eccolo a tirare giù tutto accusando Pittella di «arrampicarsi sugli specchi». «La Regione Basilicata, con i suoi organismi tecnici e politici è tenuta quanto le amministrazioni comunali a salvaguardare l’integrità del territorio». La contrarietà del comune di Matera era ben nota e in materia così sensibile non valgono per nessuno nemmeno per Pittella arrampicarsi sugli specchi di una presunta regolarità formale». Nel frattempo ci pensa l’ufficio legale del Comune a far valere le ragioni di Matera con il ricorso a Tar pronto per essere presentato.  

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