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POTENZA – Ad avvicinarli, a chiedere spiegazioni, la prima cosa che tengono a precisare è che delle primarie non hanno paura. A dispetto di quello che si dice o legge in giro, a dispetto della convinzione da corridoio, loro – quelli di area ex diessina, ma non solo – le primarie le vogliono fare. Anzi, sono persino convinti di vincerle. Qualche candidato, tra l’altro ce l’hanno già: con quello di Piero Lacorazza, si ragiona anche sui nomi di Vincenzo Santochirico, presidente del consiglio regionale, di area materana, e del sindaco di Potenza Vito Santarsiero. Al momento il presidente della Provincia di Potenza sembra prendere più quota.

E gli altri? Gli altri non stanno certo fermi. Perché anche gli ambienti vicini al governatore dimissionario De Filippo stanno pensando a costruire candidature (novembre, in fondo è dietro l’angolo). In questi ambienti, quelli vicini anche al senatore Salvatore Margiotta e a Carlo Chiurazzi, non hanno poi molti dubbi. E se primarie dovranno essere, loro punterebbero volentieri sull’assessore alle Attività produttive Marcello Pittella.

Tutto questo se non dovesse essere Roberto Speranza il nome unico e unitario per la corsa a viale Verrastro.

Nel frattempo la partita sui temi resta aperta. Quella del prossimo novembre sarà – senza troppa fatica nel fare una previsione – una campagna elettorale durissima. Al clima di sfiducia generale, alle difficoltà sociali di una crisi economica profonda e di una ripresa che non arriva, si aggiungono questa volta vicende tutte lucane che bene non hanno certo fatto alla politica locale. Tra inchieste giudiziarie sui rimborsi spesa, polemiche bipartisan e scontri interni ai partiti di entrambi gli schieramenti, il quadro politico lucano sembra decisamente più che sfilacciato. A come recuperare il rapporto con l’elettorato l’area progressista del Pd sta pensando. Sempre da quegli ambienti ricordano che va bene, le primarie, ma prima? C’è un’analisi politica ancora tutta da completare.

E’ un’area vasta quella che oggi nel Pd punta su un versante progressista. Molto più ampia ormai del gruppo che fino a qualche tempo fa  era indicato come sostenitore di Roberto Speranza, segretario lucano e oggi capogruppo democratico a Montecitorio.

In quell’area già da tempo, prima che si ragionasse di candidature ed elezioni regionali in vista, hanno puntato il dito sulla distanza tra la politica, la rappresentanza e la società. Negli ambienti vicini al senatore Filippo Bubbico e al deputato Vincenzo Folino fanno notare che va sviluppata – e spiegano che è su questo che stanno lavorando – un’analisi seria sulla frattura che separa la politica dalla società lucana. La regola in quegli ambienti è chiara: troppe parole non servono a molto. Per questo hanno deciso di organizzare un momento reale di confronto. Dettagli in giro ancora pochi, probabilmente si svolgerà entro fine mese. Trapela che i democratici raccolti attorno a Folino e Bubbico si vedranno in un meeting: dirigenti di partito, eletti, amministratori, segretari di circoli si ritroveranno insieme per discutere proprio di quel vuoto. Che è la distanza da colmare con l’elettorato.

Poi certo si parlerà anche di primarie. Magari se farle di partito prima che di coalizione. O magari del farle tutte insieme. Nel frattempo la comunità come si recupera? Proprio Folino, nella direzione di maggio, era stato esplicito sul punto. Neanche la candidatura unitaria di Speranza – aveva detto – sarà sufficiente. Non se prima, per  esempio, non si delimita il cotesto anche della coalizione. L’ex presidente del consiglio aveva chiaramente attaccato chi si era concesso spostamenti e scelte da «coalizione a porte girevoli». In quella direzione aveva soprattutto lanciato un invito a raccogliere attorno un programma parti di società civile, esponenti del mondo economico, singoli. Pezzi di una Basilicata che qualcosa da dire ce l’ha e che va recuperata. Colmando la distanza che ora tocca anche al Pd.

s.lorusso@luedi.it

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