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POTENZA – Società civile svegliati, cervelli fuggiti dalla regione tornate a offrire il vostro contributo. La Basilicata ha bisogno di una nuova idea. Devono contribuire tutti.  Soprattutto coloro che ne hanno le competenze. E’ proprio a chi fino a ora non ha avuto voce in capitolo nelle decisioni di interesse generale l’appello rivolto da “Basilicata ci siamo”, il manifesto nato dall’iniziativa intrapresa da Pierluigi Argoneto, fondatore di Libera Scienza, già sottoscritto da più di venti promotori, per lo più lucani residenti altrove: molti ricercatori universitari, giornalisti, registi, consulenti e professionisti di vari settori. Di cosa si tratta? Non è una la premessa di una prossima candidatura, ma un documento di proposte da sottoporre a chi aspira a prendere le redini delle istituzioni.

La riflessione su un nuovo modo di intendere lo sviluppo del territorio con il contributo  di chi ha delle buone idee e anche significative esperienze. La Basilicata vista da quei cervelli più spesso oggetto delle analisi sociologiche piuttosto che veri protagonisti delle scelte.  L’iniziativa è aperta a chi ne condivide l’impostazione, presto il manifesto sarà pubblicato sul blog “basilicatacisiamo.wordpress.com”.

E questo è solo il punto di partenza. Perché l’obiettivo è coinvolgere un numero crescente di persone in una sorta di comunità permanete. La premessa è che la regione ha urgente bisogno di un ripensamento. In vista non c’è solo l’appuntamento con il voto di novembre. Perché il vuoto politico e amministrativo che si è venuto a creare non è un’emergenza ma il frutto di un lento declino che caratterizza tutti i livelli istituzionali. Bisogna cambiare la regione. Rimetterla sul cammino della crescita.  Attraverso il confronto e la condivisione di progetti e non sulla guerra dei nomi, unica pratica a cui sono dediti i partiti. Ora come non mai c’è bisogno della partecipazione più larga

Prima di tutto sotto il profilo culturale. La rivoluzione parte da qui. E non esclusivamente perché solo la conoscenza può determinare le buone scelte, ma anche perché le statistiche dimostrano che nei paesi dove c’è più cultura c’è meno corruzione. E dopo lo scandolo della rimborsopoli lucana, bisogna ragionare anche in questa prospettiva. Seconda parola d’ordine: competenze. Che significa anche meritocrazia. Le persone giuste al posto giusto. Nelle istituzioni e nelle amministrazioni. Chi sbaglia deve assumersene le conseguenze. Anche nei dipartimenti e negli enti sub regionali che molto spesso manifestano scarsa concertazione. Il manifesto individua tra i settori trainanti per la crescita del territorio l’Agricoltura, l’Ambiente, il Turismo, l’Energia, oltre al lavoro e all’impresa. E poi una prerogative su tutte: le scelte per la “nuova Basilicata” devono essere basata su una più larga condivisione e partecipazione della società civile. Come la programmazione dell’ultilizzo delle royalty ma anche rispetto alla spesa dei fondi comunitari.

«È un’opportunità storica – si legge nel manifesto – che va colta senza esitazioni, liberandosi di vecchie incrostazioni mentali del tutto superate e che ci nascondono la realtà. Una realtà che, per una volta, può andare al di là della nostra immaginazione astratta se avremo l’intelligenza e l’intraprendenza per farne parte, ridando speranza a una Regione che può tornare a crescere solo se ha un progetto di futuro in cui identificarsi e in cui credere». L’iniziativa vuole allargarsi alla realizzazione di una sorta di Costituente. «E’ necessario un cambiamento di sensibilità e di percezione delle questioni. La soluzione non è offrire risposte preconfezionate ma attuare un percorso di riavvicinamento alle questioni  relative alla cosa pubblica». Di qui il progetto di una comunità permanente. Il primo obiettivo è  farsi sentire in vista delle regionali. Vedremo se i candidati in campo sapranno raccogliere il contributo.

m.labanca@luedi.it

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