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POTENZA – E ora si fa sul serio. Senza Roberto Speranza che ormai lo si è capito, non tornerà in Basilicata a fare il candidato alla presidenza della giunta regionale, il Partito democratico deve trovare una soluzione alternativa che metta tutti d’accordo.

Questo il punto di partenza. E non è facile. Perchè ci sono dei limiti che nessuno può superare. Ma va detto che un candidato dovrà essere trovato. Di riffa o di raffa.

Ultima (e solo ultima nei desideri di gran parte dei colonnelli del Partito democratico) c’è la possibilità delle Primarie. Ma va detto con chiarezza che al netto delle posizioni a favore dei renziani lucani guidati dal sindaco di Latronico Fausto De Maria gli altri ne farebbero volentieri a meno. Almeno è quello che trapela.

Ovvio che il tema è delicato e scivoloso: le Primarie in realtà sarebbero quasi un obbligo visto che il Pd le ha utilizzate per scegliere i propri segretari nazionali e regionali e poi le ha effettuate a ogni appuntamento importante. Dalla scelta dei candidati sindaci in città come Napoli, Milano, Torino e così via fino alle Primarie per la scelta del candidato premier che premiarono con la sfida contro Matteo Renzi il segretario nazionale democratico Pierlugi Bersani. Senza contare che anche i vari Folino, Antezza, Margiotta e Bubbico (con l’escluso eccellente Chiurazzi) hanno dovuto passare attraverso le forche caudine del voto popolare per guadagnarsi la candidatura in Parlamento.

In un tale contesto e con un Pd lucano che non pare trovare la quadratura non si capisce perchè le Primarie no. Ma il timore di una guerra fratricida spaventa e non poco. Perchè al momento se le Primarie si dovessero fare domani nel Pd due sarebbero i candidati già pronti: Piero Lacorazza sostenuto da Vincenzo Folino, Filippo Bubbico (e forse Speranza ma che probabilmente per ruolo manterrebbe un ruolo neutrale) e Marcello Pittella sostenuto da Vito De Filippo, Salvatore Margiotta, Maria Antezza e altri. E in queste condizioni la sfida sarebbe durissima e rischierebbe di dividere quasi 50 e 50 il Pd. Ovvio che alla competizione si iscriverebbero anche altri e determinante potrebbe essere la scelta dei renziani. Se non per la loro vittoria finale per la candidatura alla presidenza della Regione di certo per il calcolo degli equilibri delle forze in campo.

Il precedente della vittoria di Speranza alle Primarie per la segreteria regionale del Pd nel 2009 qualcosa di certo insegna: allora erano tre i candidati (erano iscritti alla competizione anche Erminio Restaino e Salvatore Adduce) e alla fine vinse non chi ottenne la maggioranza assoluta ma chi prese qualche voto in più.

Ovviamente erano altri tempi e seppure il Pd era diviso da aspirazioni personali e scontri di filiere nulla era paragonabile alla “guerra” intestina di queste settimane. Ora è anche chiaro che già dai prossimi giorni inizieranno le grandi manovre. C’è da trovare una soluzione o per lo meno da avvicinare le parti. E i prossimi giorni triplicherà di certo il lavoro per lo stratega di sempre Antonio Luongo.

I nomi su cui tentare di trovare una soluzione alternativa a Speranza ci sono. C’è sempre quello di Giampaolo D’Andrea che potrebbe rappresentare una soluzione alla Di Nardo per traghettare il partito e il centrosinistra fuori dall’ennesima transizione. Ma al netto del valore dell’uomo non è chiaro come si possa conciliare l’accordo tra classi dirigenti con la necessità di un ricambio non solo generazione. Gli altri nomi sono sempre quelli di Carrano, Perri e Lamorte (ma gli stessi sono anche strade che portano a soluzione estranee al Pd). Ma sembrano più tentativi che ipotesi concrete. Poi è ovvio che in questa fase tutto può realmente accadere. Ovviamente c’è anche chi spera che alla fine “esca” la sorpresa che possa mettere tutti d’accordo. Ma chi è difficile da immaginare.

In tutto questo c’è da capire quando i vari De Filippo e Folino si siederanno allo stesso tavolo per discutere sulla soluzione. Il primo incontro tra big con Speranza regista ci potrebbe essere già in questo fine settimana. Ma servirà più tempo. Anche se il tempo scorre e inizia a esserci fretta. Se primarie saranno non si può andare oltre alla metà di settembre e di certo non le si organizzano in una manciata di giorni. Insomma c’è fretta ma quelli che continuano a mostrare insofferenza sono sempre di più.

s.santoro@luedi.it

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