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Caro direttore,

la tua ricostruzione del dibattito politico precongressuale del Pd lucano è come sempre acuta, ma esige, dal mio punto di vista, un supplemento di esplicitazione, soprattutto in relazione a quello che è passato nelle scorse settimane come il “lodo Luongo”:non un esercizio di astuzia tattica, bensì un tentativo responsabile di liberare la prospettiva del centro-sinistra lucano dalla tirannia degli stati di necessità e dall’intreccio inestricabile dei destini individuali, a partire da atti espliciti di disponibilità da parte di ciascuno. In quel caso da parte mia. Quel “lodo” era anche un invito ad evitare che la discussione in atto nel Pd finisse per avvitarsi intorno a quello che può rivelarsi il suo vizio capitale, ossia il rischio (o il peccato) di eccentricità, di autoreferenzialità, come se l’intero orizzonte della politica lucana potesse essere dipinto all’interno del solo Pd, anzi all’interno di una sola parte del Pd, e nulla avessero da dire le altre aree del partito, gli alleati, i soggetti della società, l’opinione pubblica. Quello che assolutamente mi batterò per scongiurare è che questa vigilia congressuale possa trasformarsi in un congresso “postumo” degli ex ds. 

Annoto con piacere che Piero Lacorazza espunga dal confronto di queste ore il tema della contrapposizione ‘giovani-vecchi’ e ricordi come quello del rinnovamento guidato delle classi dirigenti sia stato l’intuizione vincente della sfida lanciata negli anni 90. Difatti vado sostenendo che si tratta di un patrimonio culturale acquisito e che è sbagliato utilizzare quel tema come spartiacque della dialettica interna, ancor peggio agitare la bandiera del nuovo per sponsorizzare una candidatura contro un’altra. Dopo due anni vissuti ad altissima temperatura, sottoposto continuamente al rischio di implosione, il Pd lucano ha bisogno di darsi un assetto di guida aperto ed equilibrato, idoneo a ricostituire un clima di fiducia e di capacità inclusiva, cioè di ridare il senso della piena cittadinanza ad una libera dialettica interna, rimettendo in circolo tutte quelle energie che restano inutilizzate o sottoutilizzate e restituendo al processo di rinnovamento la sua valenza strategica, al di fuori delle forzature e delle improvvisazioni. La presentazione delle candidature alla segreteria regionale incombe, ma io resto fiducioso che, ancora una volta, il senso della misura e la capacità di sintesi, che sono le risorse principali dell’intelligenza, avranno ragione dell’impeto delle passioni, e non solo di quelle giovanili.

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