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“GIOCHIAMOCI la partita”. Bene. Siamo pronti. Ci chiediamo solo chi porterà il pallone questa volta? Abbiamo vissuto, nei mesi scorsi, l’esperienza legislativa con passione, animati dalla voglia di fare, fin troppo! Sfidando la maggioranza a colpi di proposte di legge. Sul campo, però, quando si indispettiva, il ragazzino possessore del pallone decideva che non si giocava più: prendeva il pallone ed andava via! 

E noi si rimaneva con il sogno infranto. Delusi, arrabbiati, lanciandoci occhiate per riprometterci che mai, mai avrebbe più giocato con noi! Purtroppo, il giorno dopo, il pallone lo aveva solo lui e dovevamo pur giocare! Abbiamo dovuto fare i conti, in questi anni della IX legislatura consiliare, con quella stessa arroganza. Nonostante volevamo e vogliamo contribuire ad un sogno per la nostra terra. Un po’ di esempi, di proposte di legge mai prese in considerazione : “Open data”, “Open source”, “Cannabis terapeutica”, “Consumo del suolo”, “Semplificazione governance” enti strumentali (l’elenco sarebbe ancora lungo).

 Niente. Nemmeno la discussione è stata concessa. Uno sguardo? Nemmeno quello. Bisognava solo essere in campo ed assistere alle bizze del possessore del pallone, colpito dalla proposta, incredulo che non l’abbia pensata prima lui. Ben vengano nuove regole. Anche nuovi giocatori. Animati più dallo spirito decoubertiano che dall’ossessione degli schemi e dalle pagelle del giorno dopo. Nessuno può chiamarsi fuori dalla nuova partita. Questa volta, però, giochiamo ad armi pari. Con idee di futuro da scegliere. Con regole e non con deroghe per gli amici degli amici. “Capitalizziamo il nostro orgoglio”. Bene. Ma non dipende solo da noi. O almeno solo da noi. Dipende dall’impegno di ciascuno di noi, stampa compresa. Dipende da chi ha voglia di rompere gli schemi. Dipende dalla rabbia e da quanto siamo affamati. Dipende da chi farà un passo indietro. Dipende da chi non si dimenticherà di rispettare le regole. Dipende dalla reputazione dei giocatori e di quella degli allenatori. 

Dipende dalla capacità di immaginare un futuro desiderabile e di pianificare il percorso per sbarcare in questo futuro. Non ci sono ricette universali e miracolose per ritrovare un’anima che la storia recente di questa regione ha smarrito. Dobbiamo solo ritrovarci. Tutti dovremmo essere un po’ visionari. Il processo non è scontato ma la partita è fattibile.

*Consigliere regionale

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