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VITO Santarsiero, sindaco di Potenza, in una recente intervista sul Quotidiano della Basilicata, ha confermato di essere pronto a candidarsi alle prossime regionali ma non lasciando sola la mia amata Potenza. Beh, visto quello che lascia in eredità è il caso di dire meglio sola,  Potenza, che male accompagnata. La città capoluogo di regione sotto la sciagurata, per usare un eufemismo, amministrazione Santarsiero si è trasformata da cittá-regione in una devastata cittá-deserto sotto tutti i punti di vista, civile, sociale, morale e soprattutto economico. Dopo l’avvento dell’Attila aviglianese, Potenza ha conosciuto desolazione e per la prima volta, dopo la seconda guerra mondiale, anche la povertá.

Partiamo da un primo dato, quello demografico, che rappresenta uno dei principali indici di crescita di una comunità in senso lato. In quasi dieci anni di amministrazione Santarsiero, la città di Potenza ha perso oltre 6.000 residenti tra mancata crescita e calo di residenti. Una piccola chiosa, nello stesso periodo, preso in considerazione, Matera ha aumentato i propri residenti di oltre 2.000 unità. Va precisato che fatta eccezione per il censimento del 1901, Potenza ha sempre avuto una crescita demografica, in percentuale, a due cifre, fino all’avvento, purtroppo, devastante di Vito Santarsiero.

Infatti nel penultimo censimento, quello del 2001 Potenza aveva visto, ancora una volta, crescere i propri residenti dai 65.714 del 1991 ai 69.060 del 2001, massimo storico. Nel 2011, invece, Potenza perde, rispetto al 2001, quasi 2.500 abitanti attestandosi sui 66.777 residenti.

Ma un dato curioso è che con Santarsiero sindaco diminuiscono i residenti ma aumentano le costruzioni in cittá. Sará un caso che il sindaco è soprannominato, ironicamente ma non affettuosamente, “Vito Cemendo”?. Altro elemento, che chiarisce, senza ombra di dubbio, come Vito Santarsiero sia stato, e non penso che verrá eguagliato in futuro, il peggior sindaco della cittá di Potenza, è rappresentato dallo stato di totale abbandono in cui versa da quasi dieci anni l’intera comunitá potentina. Il centro è stato di fatto volutamente delocalizzato. Via Pretoria, oggi, sembra, ormai, la brutta copia di se stessa, con i negozi che chiudono e con una marea di annunci “Vendesi” o “Affittasi” che attirano l’attenzione dei più ogni dieci passi.

Il potentino, che ama la propria cittá, ha perso l’abitudine a frequentare via Pretoria perchè, ormai, la stessa non offre più quello per cui si diceva una volta, con gioia, “andiamo sopra Potenza”. Ma Santarsiero, in effetti, nelle sue visioni o elucubrazioni di “Potenza 2020” ha fatto, in veritá, di Potenza una “cittá metropolitana”. Infatti il capoluogo di Regione sembra essere diventato come Napoli. Solo che Napoli è Napoli, con i tipici e grandi problemi di una metropoli. Potenza invece è Potenza e delle metropoli, come Napoli, oltre ad essere lontana anni luce, ha preso solo i difetti e non i pregi. Si pensi ai cumuli di immondizia che abbondano in ogni angolo della cittá e che fanno della cittá-regione una cittá-discarica. Si pensi a quella specie di ferrovia borbonica, che il sindaco visionario ha il coraggio di farla passare per metropolitana. Si pensi alle strade gruviera che ogni giorno ricordano ad ogni potentino a quale santo votarsi, che non è più San Gerardo ma bensì Sant’Arsiero.

Si pensi al Campo Sportivo, e tale è rimasto, “Viviani” che il sindaco visionario definisce stadio. A proposito di sport tra i risultati, per cui il sindaco e la sua amministrazione può andare orgoglioso, vi è la scomparsa dai palcoscenici italiani sia della squadra di calcio e sia della squadra di basket. Un altro bel risultato complimenti. Non c’è che dire. Queste ferite, però, va dato atto a Vito Santarsiero, sono state lenite, sicuramente, dai molteplici eventi, culturali e non, quali soprattutto le mostre di pittura di cui ricordo una in modo particolare “Veritá e bellezza”, del febbraio 2008, una originale e affascinante mostra sul realismo russo. Oppure ricordo quando in pompa magna si è inaugurato il tunnel che unisce la fondovalle a Via del Gallitello. La diretta di Rai Tre che, con trepidazione, descriveva le fasi salienti dello scavo, in effetti sembrava di assistere proprio all’ultimazione del traforo ferroviario del Frejus che ha unito l’Italia e la Francia. Che pena. Mi hanno fatto vergognare di essere potentino.

Avrei tante altre cose da scrivere su Vito Santarsiero e la sua ridicola visione della “Potenza 2020” ma preferisco fermarmi qui. Nessuno e dico nessuno, caro Vito, ti rimpiangerá a Potenza e dintorni. La tua visione cultural-amministrativa della res publica ha fatto toccare il fondo alla mia amata Potenza. Come futuro candidato consigliere regionale, ti auguro di rimanere semplicemente candidato. Inoltre vorrei ricordarti un mio articolo, scritto due anni fa, sempre sul Quotidiano della Basilicata e sempre nei tuoi confronti, che tanto ti ha fatto arrabbiare, quello nel quale chiosavo confermandoti il mio sostegno elettorale solo e se candidato come presidente della pro-loco aviglianese, sempre con tutto il rispetto per Avigliano.

Infine una giusta e dovuta considerazione sull’articolo di sabato 13 luglio intitolato “Io mi vergogno di Colombo” scritto da Giorgio Santoriello. Concordo totalmente e pienamente.  

Ad maiora.

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