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POTENZA – Da presidente del Consiglio d’amministrazione, ad amministratore unico. Antonio Triani, che di recente si è dimesso dalla carica di consigliere dei Popolari Uniti al Comune di Potenza, per rimuovere la causa di incompatibilità, così come previsto dal nuovo decreto sugli incarichi nella pubblica amministrazione, resta ad Acqua Spa ma con un’altra carica. Via, quindi, il Cda, scaduto ormai da tempo. Ma come è stato possibile il cambio della formula statutaria di una delle società in house della Regione Basilicatache si occupa di acqua,  senza un’apposita legge e con il presidente della Regione ormai dimesso? Attraverso una delibera della stessa società che in questo modo si è adeguata alle direttive dell’ex Governo Monti che, la scorsa estate – nell’ambito delle misure di spending reviw – ha fissato a un massimo di tre componenti il Cda delle società pubbliche o controllate. La nomina di Triani – preceduta qualche mese fa da quella di Egidio Iacovino a direttore generale – risale a una ventina di giorni fa.

La notizia non è stata per niente pubblicizzata. La nomina dell’ex presidente non sarebbe nemmeno soggetto ai vincoli di compatibilità dell’apposito decreto.  Chi è stato consigliere comunale non può essere nominato come presidente o amministratore in una società pubblica o controllata se non dopo 12 mesi dal termine della carica di consigliere.

Ma siccome Acqua spa è una società regionale che nulla a che vedere con l’ente comune, l’incompatibilità non sussiste. Quindi le dimissioni dal Consiglio comunale sono bastate ad avere il via libera. Certo, rimane il dubbio se la nomina di un nuovo amministratore sia  compatibile con le sole attività ordinarie consentite alla Giunta regionale in attesa delle nuove elezioni. Secondo il mandato che gli è stato conferito, in qualità di amministratore unico Triani dovrebbe rimanere ad Acqua Spa, fino ad approvazione del prossimo bilancio. Sarà il nuovo esecutivo regionale, l’anno prossimo, a decidere se lasciare Triani al suo posto o incaricare un nuovo amministratore unico. Il problema più grande, però, rimane quello legato alle reali funzioni di una società- carrozzone, le cui competenze si accavallano a quelle degli altri enti che si occupano di acqua in Basilicata. E che dovrà trovare una trova collocazione all’interno di quella riforma della governace territoriale della risorsa idrica che non può più attendere. Insomma, cosa ne sarà di Acqua spa non è affatto chiaro. Ma nel frattempo che quel che è certo è che Triani il suo posto ce l’ha garantito.

m.labanca@luedi.it

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