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30 lug. (Adnkronos) – Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha convocato per venerdì prossimo, ore 14, presso il Palazzo della Regione Potenza, una riunione del Tavolo della trasparenza sul nucleare a cui è stata invitata la Sogin, società che gestisce anche il sito di Rotondella. Al centro dell’attenzione la movimentazione di materiale radioattivo nella notte tra domenica e lunedì. 
Da Rotondella all’aeroporto militare di Gioia del Colle è stato trasportato materiale nucleare di provenienza americana per la restituzione agli Stati Uniti, così come comunicato dalla stessa Sogin. Presso il sito di Rotondella – Trisaia Enea – negli anni ’60 e ’70 era attivo un centro Itrec per il processamento nucleare del ciclo uranio-torio. Tra il 1969 ed il 1971 furono portate a Rotondella 84 barre nucleari provenienti dalla centrale di Elk River, in Minnesota. 

POTENZA – “No Scorie Trisaia” lo aveva denunciato agli inizi di giungo, ma è occorso il giallo attorno al trasporto eccezionale di lunedì notte perché il tavolo della trasparenza sull’Itrec tornasse a tenersi in Regione. Il giorno stabilito è venerdì, 24 ore dopo il discorso atteso dal ministro dell’ambiente alla Camera, caso mai le sue delucidazioni non dovessero bastare a chi per tutta la giornata di ieri ha continuato a protestare per quanto accaduto.

Si continua a interrogare la politica lucana sul “caso” Rotondella, anche se il comunicato diffuso ieri in serata dalla Sogin ha preso i più in controtempo, dopo che si erano andate affermando le tesi più fantasiose sull’accaduto.

I parlamentari di Sel, Giovanni Barozzino e Antonio Placido, hanno annunciato un’interrogazione urgente al ministro già a termine della seduta di oggi. «È una vicenda su cui – si legge in una nota del gruppo parlamentare lucano Sinistra ecologia Libertà –  non si può tacere. Bisogna dismettere la lunga serie di omertà istituzionali, perché il diritto alla sicurezza e alla salute pubblica delle comunità passa anche – e soprattutto – attraverso il diritto ad una informazione puntuale. Ed è proprio di fronte ad episodi come questo che diventa sempre più urgente interrogarsi sul modello energetico che si intende perseguire, ricordando sempre come le energie nucleari lascino una eredità insostenibile di scorie».

Ha fatto loro eco, ma con toni più duri il senatore del Movimento 5 Stelle Vito Petrocelli, che è stato il primo martedì mattina ha denunciare quanto documentato con un video da due giornalisti, Ivano Farina e Nicola Piccenna, lungo la strada che da Rotondella porta all’aeroporto militare di Gioia del Colle.

«È preoccupante il silenzio delle istituzioni in merito alle nostre denunce e richieste di trasparenza sull’operazione dell’altra notte tra la Basilicata e la Puglia. Operazione che ha anche coinvolto un aeroporto militare della Nato e che ha visto un convoglio per il trasporto di materiale radioattivo attraversare la Puglia e la Basilicata». Ha dichiarato Petrocelli. «Ed è inammissibile – prosegue –  la procedura attuata da rappresentanti dello Stato e dai tecnici della Sogin che dovrebbero conoscere e soprattutto rispettare la legislazione vigente. Ci risulta che nessun sindaco, in tutto il tratto attraversato della ss 106 Jonica, da Rotondella a Chiatona e poi, da Chiatona a Gioia del Colle, lungo la ss 100 – e si tratta di decine di Comuni distribuiti in questi 100 km. di strada –, sia stato avvertito né del blocco notturno dei vari svincoli dalle 11 di sera di domenica notte 28 luglio, alle 6 del mattino di lunedì 29 luglio, né del passaggio di un carico di materiale radioattivo. Per cui, in caso di incidente, il comportamento non trasparente e illegale di questo trasferimento di materiale nucleare da o per l’Itrec di Rotondella, non avrebbe permesso alla protezione civile e ai vigili del fuoco l’attuazione di alcun piano di sicurezza ed emergenza a tutela della gente ignara di tutto».

Il senatore ricorda «che ai sensi dell’articolo 130 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, recante “Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom e 2006/117/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti”, la popolazione che rischia di essere interessata dall’emergenza radiologica viene informata e regolarmente aggiornata sulle misure di protezione sanitaria ad essa applicabili nei vari casi di emergenza prevedibili, nonché sul comportamento da adottare in caso di emergenza radiologica. E ai sensi del comma 3 del medesimo articolo, si prevede che informazioni dettagliate siano rivolte a particolari gruppi di popolazione in relazione alla loro attività, funzione e responsabilità nei riguardi della collettività nonché al ruolo che eventualmente debbano assumere in caso di emergenza». Petrocelli rinnova inoltre l’invito «che vengano a spiegare in Aula»  ai ministri Mauro, Alfano e chiede anche l’intervento del presidente del Consiglio Letta «anche per spiegare il ruolo avuto dall’aeroporto militare di Gioia del Colle, se al suo interno esiste un centro che può stoccare materiale radioattivo o se il dilettantismo con il quale è stata gestita questa operazione non abbia anche consentito il trasporto aereo di scorie nucleari. Permettendo sui cieli italiani il transito di una mina radioattiva vagante e contro ogni principio di precauzione e di sicurezza. Bisogna arrivare a scoprire cosa è accaduto e le relative responsabilità tecniche e politiche, al fine di applicare il corretto principio che la gente ha diritto ad essere informata e tutelata e che chi ha sbagliato deve pagare, sperando che questa volta, a differenza del caso Shalabayeva – ha concluso il senatore lucano – paghi anche il ministro responsabile e non il dirigente sacrificale di turno».

Giovedì mattina invece in commissione ambiente relazionerà il Ministro Andrea Orlando. Lo ha annunciato l’onorevole Cosimo Latronico, che è il capogruppo del Pdl proprio nella Commissione ambiente della Camera. Al Ministro Latronico chiederà «innanzitutto conferma delle indiscrezioni di stampa, e soprattutto quali siano gli standard di sicurezza adottati nel prelievo e nel trasporto del materiale; quali autorità di governo abbiano valutato ed autorizzato la complessa operazione ed, infine, quale sia lo stato di realizzazione del programma di delocalizzazione dell’uranio irraggiato a suo tempo importato e del materiale radioattivo messo in sicurezza e attualmente custodito nel centro di Rotondella».

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