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CATANZARO – Ha travolto e ucciso un diciassettenne mentre era alla guida di una coupé sotto l’effetto di alcol e droghe. Un anno e mezzo dopo quella tragedia, Paolo D’Antona, oggi trentatreenne, è stato condannato, con il patteggiamento, a 2 anni e 6 mesi di reclusione, 1.600 euro di ammenda e la revoca della patente di guida.
Tanto valeva la vita di un ragazzino. Spezzata mentre lo stesso era in compagnia di un cugino, rimasto gravemente ferito. I fatti risalgono al 15 luglio del 2012, quando a Montepaone, un centro della costa ionica catanzarese, si verificò il drammatico incidente. A perdere la vita fu Raffaele Musolino, mentre rimase ferito il cugino di 27 anni, entrambi travolti dalla Bmw Z3 guidata dall’uomo. 
Dopo l’incidente, avvenuto attorno alle 22, D’Antona fu posto agli arresti domiciliari dopo che le analisi del sangue confermarono la presenza di alcool con un valore pari a 0.78 grammi per litro, quindi oltre il limite consentito dalla legge, nonchè di stupefacenti (cannabinoidi e oppiacei). Nell’auto condotta dal giovane, inoltre, furono trovate anche marijuana e una bottiglia di superalcolico non completamente piena. 
I due cugini, invece, avevano parcheggiato l’auto e si accingevano ad attraversare la strada forse per andare a prendere un gelato in un locale lì vicino, quando sono stati travolti dalla Bmw Z3 mentre erano ancora vicino al marciapiede, su un tratto di via Nazionale, in pieno cnetro cittadino. 
L’impatto avvenne davanti a tanti giovani che stavano trascorrendo gli ultimi scampoli di una domenica in piena libertà. La Bmw, secondo il racconto dei testimoni, arrivò come un proiettile, una scheggia, impazzita, senza direzione, e senza lasciare scampo a Raffaele investito in pieno, ferendo gravemente il cugino Antonio che riportò fratture scomposte agli arti superiori ed inferiori, nonché traumi al cranio ed al torace.
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