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MATERA – Potrebbero esserci presto nuovi indagati, oltre ai 12 già individuati dalla Procura di Matera, nella complessa indagine sul crollo della palazzina al civico 22 di vico Piave, avvenuto lo scorso 11 gennaio e costato la vita alla 31enne Antonella Dina Favale.

I nuovi avvisi di garanzia scaturiranno all’esito della super perizia, commissionata dal pm Annunziata Cazzetta, a un pool di esperti che sarà designato il prossimo 1 febbraio.

Tra i tecnici di fiducia del magistrato che coordina le indagini, ci sarà certamente il libero professionista barese Michele Colella, oltre alla docente di geotecnica presso l’università di Basilicata, Caterina Di Maio. A loro si affiancheranno geologi ed ingegneri strutturisti, che dovranno esaminare a fondo lo stato della macerie, le condizioni delle fondamenta della palazzina crollata e di quelle limitrofe, oltre ad eventuali altri punti di criticità strutturale, ravvisabili negli immediati dintorni del crollo.

Risulta, infatti, agli inquirenti che in quell’area nel recente passato siano stati fatti altri lavori di ristrutturazione, che pare i tecnici di parte, quelli designati dai condomini poco prima del crollo, non abbiano potuto esaminare per mancanza di autorizzazioni. La Procura, evidentemente, potrà farlo e si raccoglieranno ulteriori elementi utili a formare l’accusa e le responsabilità soggettive nelle cause del crollo. Tutto lascia presagire, insomma, che con la consegna della perizia redatta dal pool di Ctu (Consulenti tecnici d’ufficio), emergeranno ulteriori profili di responsabilità.

Ad oggi, comunque, gli avvisi di garanzia sono stati notificati solo ai tecnici di Comune e Vigili del fuoco, all’intero staff della ditta “Rieco”, oltre a proprietario e committente dei lavori per il ristorante al piano terra di civici 22-24 e all’ingnegner Nicola Oreste, ancora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale cittadino, dopo una prigionia di 13 ore sotto le macerie della palazzina. Lui e la moglie sono indagati perchè comproprietari dell’abitazione al terzo piano e committenti degli ultimi lavori per la sopraelevazione di una mansarda, effettuati nel 1992.

Gli avvisi di garanzia notificati sabato, scaturiscono dalla necessità di compiere atti irripetibili nel prosieguo delle indagini, che potrebbero rendere necessaria la presenza dei legali, proprio per garantire la posizione di chi è indagato. Quindi, di per sè, si tratta di atti a tutela di chi è indagato, non certo infamanti perchè ne individuerebbero responsabilità rilevanti. Per questo occorrerà attendere l’eventuale avviso di conclusione delle indagini, quindi i rinvii a giudizio. Passeràprobabilmente qualche settimana.

Gli atti irripetibili della Procura, si dovranno compiere anche in vista di una messa in sicurezza dell’area sequestrata, con il crollo indotto delle altre pareti pericolanti e la rimozione totale o parziale delle macerie. In questo capitolo rientrerà probabilmente anche la messa in sicurezza del passaggio alle palazzine prospicienti, sgomberate per garantire l’incolumità dei residenti.

Intanto, sul fronte delle indiscrezioni, circola da giorni la notizia che tra le macerie sarebbero stati trovati dei valori; si dice denaro contante, ma dagli inquirenti non arriva alcuna conferma ufficiale.

a.corrado@luedi.it

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