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di ANTONELLA PELLETTIERI – NON so se qualcuno ha pubblicato una monografia dedicata alla storia della città di Potenza attraverso i suoi sindaci. Non so quanto sia preciso l’elenco riportato da Wikipedia. Ricordo che solo una volta ci fu una donna come commissario prefettizio a metà degli Anni ’60.

Mai nessuna donna ha ricoperto l’incarico di sindaco ma quella di Potenza non è un’eccezione perché la stessa situazione c’è in moltissime città e paesi italiani. In fondo, le donne votano da circa 70 anni e solo pochissime in Italia, hanno avuto incarichi importanti. L’invito di Lucia Serino a cercare donne da poter candidare mi ha fatto riflettere. Evito di dire donne capaci perché poi dovremmo dire pure uomini capaci ma pare che quando si parli di uomini, non necessitano aggettivi che li qualifichino. Si sa, le donne devono valere almeno il doppio degli uomini per poter essere un po’ considerate, devono studiare e lavorare il doppio per dimostrare capacità.  Fare il sindaco è la cosa più bella che può capitare ad un uomo e a una donna: si è a stretto contatto con le persone e con il territorio, si finisce per conoscere un po’ tutto e si rimane teneramente legati a quello scranno per sempre. Nessuna altra carica politica anche nazionale e internazionale dona questo profondo piacere e senso di appartenenza. Non dimentichiamo che l’Italia è il paese che più incarna il concetto di cittadino legato al proprio luogo natio più che a una regione o all’intero stato. La civitas è fortemente sentita da noi italiani al punto che tutti crediamo di avere le capacità giuste per fare il sindaco. Intanto, tutti cercano la donna giusta che possa degnamente rappresentare la città. Ma, purtroppo, io so già che nessuna donna farà il sindaco: quindi, il nostro è solo un esercizio dialettico! Anche il modo in cui si vota è fastidioso : due preferenze e, se la prima è data ad un uomo, la seconda deve contenere un nome femminile, altrimenti la scheda è nulla. Sarebbe bellissimo il contrario e cioè che la prima preferenza deve essere data ad una donna se poi si vuol votare un uomo. Anche perché nel modo in cui si voterà sarebbe facilissimo fare uscire poche donne  fra i consiglieri, poiché i partiti e i portatori di più voti divideranno i voti femminili tra i loro sostenitori in modo tale che nessuna donna potrà mai superare un tot numero di voti e non avere le condizioni giuste per deleghe e incarichi importanti.  Per questi motivi, i nostri pensieri sono solo un esercizio di stile. E poi tutti parliamo di donne ma nessuno fa il nome di una donna. Ho una mia preferenza ma non posso palesarla perché verrei censurata: è ovvio che scherzo con la cara amica Lucia Serino!  Sarebbe bellissimo se i partiti, con l’esclusione dell’M5S che utilizza altri sistemi per la scelta dei candidati, decidessero di sostenere la candidatura di qualche donna. Non è detto che chi è bravo o eccellente nella propria professione possa essere un bravo sindaco né un sindaco è bravo se proviene dalle segreterie di partito. In una stessa figura si devono raccogliere tante virtù e chi crede di possederle, una volta sindaco, dovrebbe avere anche la capacità di smussare i lati più spigolosi del proprio carattere e diventare il sindaco di tutti. Anche dei più antipatici, anche dei detrattori, anche di quelli che appartengono a un altro partito: deve essere il sindaco dei più belli e dei più brutti, dei bambini, delle persone in difficoltà, dei ricchi, della classe borghese che a Potenza è particolarmente inoperosa. Dovrebbe essere un sindaco affettuoso ma senza sciatteria istituzionale perché ciò che più manca oggi, in Basilicata, è il rispetto verso le istituzioni. Un sindaco quando indossa la fascia tricolore deve sempre ricordarsi che rappresenta tutta una città e, dunque, deve comportarsi con una grande delicatezza e raffinatezza per non infastidire un solo cittadino. Deve essere elegante nei modi e anche nelle forme, deve cercare e trovare consensi anche fra coloro che non l’hanno votato. Dovrebbe avere la capacità di parlare in tutti i linguaggi anche il dialogo con la rete dovrebbe essere continuamente esercitato perché oggi è impensabile governare senza il principio della condivisione e della partecipazione, e con il crowdsourcing. Deve costituire un gruppo che non sia uno staff ne un consiglio di saggi ma un vero cerchio magico che lo aiuti nelle difficoltà. E non deve mai cadere nell’errore che oggi fanno molti e cioè credere che la comunicazione sia l’unico aspetto da curare con attenzione. Fare il sindaco è l’incarico più difficile e non può essere ricoperto da chiunque, uomo o donna!  E su questo concetto ci conforta Dante: “Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna, Per giudicar di lungi mille miglia Con la veduta corta d’una spanna?”

 

I SINDACI DI POTENZA DAL 1860 a oggi (fonte Wikipedia):

Lavanga Luigi (1860)

D’Aquino Raffaele (1861)

Ciccotti Pasquale (1865)

Amati Luigi (1879)

Martorano Francesco (1899)

Vaccaro Nicola (1911)

Ianora Giovanni (1913)

Ricciuti Michele (1914)

Padula Domenico (1917)

Marino Michele (Sindaco dal 18 febbraio 1918 e Commissario Prefettizio dal 31 dicembre 1922)

Antonucci Antonio (1923)

Brienza Eugenio (DC) dal 7 gennaio 1943

Pietro Scognamiglio (DC) dal 18 aprile 1946

Giuseppe Sivilia (DC) dal 28 febbraio 1948

Pietro Scognamiglio (DC) dal 16 novembre 1949

Emilio Colombo (DC) dal 14 giugno 1952

Vincenzo Solimena (DC) dal 14 gennaio 1955; dal 16 luglio 1956

Giovanni Messina (DC) dal 19 dicembre 1960

Francesco Petrullo (DC) dal 7 febbraio 1965

Imperio Napoletano (DC)) dal 1966

Francesco Petrullo (DC) dal 1966

Antonio Bellino (DC) dal 30 luglio 1970

Raffaello Mecca (DC) dal 18 ottobre 1975

Gaetano Fierro (DC) dal 29 settembre 1980; dal 24 luglio 1985

Rocco Sampogna (DC) 1990-1995

Domenico Potenza (PDS) 1995-1999

Gaetano Fierro (UDEUR) 1999-2004

Vito Santarsiero (La Margherita, poi Partito Democratico) 2004-2009; 2009-2014

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