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STIGLIANO – Marito e amante-amico erano accusati di aver violentato la moglie per l’intera notte, ma secondo i giudici non ci sarebbe stata violenza sessuale, bensì solo maltrattamenti e lesioni da parte del marito; seppur non in quella occasione, quando la donna sarebbe stata sostanzialmente consenziente. In pratica, si sarebbe trattato di un triangolo amoroso.

A sentenziarlo è stato il Collegio giudicante di Matera (presidente Gaetano Catalani, a latere Giuseppe De Benedictis e Angelo Onorati), all’esito dell’udienza di primo grado, che vedeva sul banco degli imputati un 40enne di Stigliano e l’amico 43enne assiduo frequentatore della casa, accusato di complicità con il marito nelle presunte violenze sessuali ai danni della donna oggi 38enne.

Il Collegio, in pratica, sulla scorta delle prove costituite dalla documentazione sanitaria, rilievi fotografici, dichiarazioni di persone informate sui fatti ed i verbali di interrogatorio, ha assolto l’amante, difeso dall’avvocato Pietro Damiano Mazzoccoli, da tutti i reati “per non aver commesso il fatto”. Questo perchè il suo legale ha dimostrato che la donna aveva avuto un altro rapporto consenziente con lui, e che anche quella notte lo sarebbe stato. Per questa stessa ragione, infatti, anche il marito, difeso dall’avvocato Vito Ripullone, è stato assolto dal reato di violenza sessuale “perchè il fatto non sussiste”, seppur condannato per maltrattamenti in famiglia e lesioni, con il riconoscimento del vincolo della continuazione, a due anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e quelle di mantenimento e custodia cautelare in carcere.

La vicenda fece molto scalpore, quando il 22 novembre 2011, un blitz dei carabinieri portò all’arresto dei due uomini, dopo la denuncia presentata dalla vittima su fatti verificatisi nella notte tra il 21 e 22 novembre. I carabinieri documentarono le ferite sanguinanti al volto, sulle braccia e sulle mani, riportate dalla donna dopo la notte di presunti abusi, oltre a lividi di botte pregresse, evidenti come fossero veri e propri marchi. I dettagli della storia, contrassegnata da degrado, violenza e silenzio (quello dei vicini di casa e degli organi preposti che, probabilmente, non si sono accorti o hanno sottovalutato una vicenda così grave), furono subito resi pubblici, con una conferenza stampa presso il Comando provinciale. I militari erano intervenuti dopo la telefonata della donna, intorno alle due di notte. L’allora trentaseienne, casalinga, aveva denunciato di essere stata picchiata dal marito, allora trentasettenne, e costretta a concedersi all’amico 41enne dell’uomo. Una situazione squallida, che pare andasse avanti da luglio. Per i due uomini, arrestati in flagranza, l’accusa era di violenza sessuale di gruppo e, per il marito, anche di lesioni e maltrattamenti in famiglia. La donna piangeva, era sconvolta, non faceva altro che chiedere aiuto. I due, invece, entrambi pregiudicati per reati contro il patrimonio e contro la persona, si sono limitati ad aprire la porta, come se niente fosse.

La giovane fu accompagnata prima all’ospedale di Stigliano, poi a Policoro. A rendere ancora più squallida la vicenda, il fatto che in altre stanze, pare dormissero due bambini figli della coppia. La donna ha denunciato una serie di violenze e abusi sessuali, anche di gruppo, a partire dal luglio 2011; in diverse occasioni, inoltre, è stata picchiata dal marito.

Evidentemente, gli unici reati emersi in udienza sono stati i maltrattamenti e le lesioni causate dal marito. Per questa ragione, il giudice ha disposto la trasmissione degli atti al pm, per “le determinazioni di competenza -si legge nel dispositivo- in ordine alle dichiarazioni rese in dibattimento dalla persona offesa”, visto il completo scagionamento di entrambi dall’accusa di violenza sessuale.

a.corrado@luedi.it

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