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VILLA SAN GIOVANNI – Angelino Alfano a tutto tondo contro la criminalità organizzata. Non usa mezzi termini il ministro dell’Interno durante la sua partecipazione, ieri sera a Cannitello di Villa San Giovanni, all’ultima serata dell’ottava edizione del meeting nazionale antimafia “Legalitàlia”, organizzato dal Movimento “Ammazzateci tutti” e dalla Fondazione “Antonino Scopelliti” in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Villa San Giovanni. 

 
Ed è proprio alla presidente della Fondazione promotrice della manifestazione, Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato rimasto ucciso il 9 agosto del 1991 in un agguato mafioso, che l’ospite d’eccezione riserva il suo primo pensiero dal palco dell’evento: «La ringrazio per avercela fatta. 23 anni fa era una bambina, ma ce l’ha fatta ad arrivare fin qui, con forza, coraggio, gioia, tenacia Questo è segno, ancora una volta, che la genetica è una scienza, e che quindi da tanto papà non poteva che venire fuori questa donna stupenda, che ha rappresentato anche in Parlamento i valori della Calabria».
 
Poi, sollecitato dalle domande del responsabile di “Ammazzateci tutti”, il giornalista Aldo Pecora, il numero uno del Dicastero dell’Interno diventa un fiume in piena contro la ‘ndrangheta: «Le primissime manifestazioni che io ho fatto sono state manifestazioni antimafia, negli anni successivi al delitto Dalla Chiesa. Ero un giovane liceale e organizzavamo la più grande manifestazione antimafia nella mia provincia, Agrigento. Da lì è nato il mio stimolo, da una reazione quasi semantica che è questa: i mafiosi, i camorristi, gli ‘ndranghetisti sono tutti ladri, ladri di futuro, di speranza, di reputazione! Perché ti rubano un pezzo della reputazione della tua terra meravigliosa. E una terra che perde la reputazione perde un pezzo del proprio futuro. Ma prima di ogni cosa c’è un furto. Un furto di parole, soprattutto. Delle parole della nostra storia, della nostra cultura. Ma che “onore” ha un uomo che ammazza?! Ma che “rispetto” è l’obbligare un bambino o un ragazzino a crescere in una famiglia di ‘ndrangheta?! Che “rispetto per la famiglia” c’è? Ma che rispetto merita – prosegue nella sua indignazione, Angelino Alfano – un uomo che fa inginocchiare un imprenditore, un commerciante, chiedendogli un pezzo del suo onesto guadagno? E allora – incita Alfano – la vera battaglia culturale dei ragazzi del Sud deve essere riprendersi le parole bellissime del nostro vocabolario e della nostra storia: onore, dignità, famiglia, rispetto, sudore». 
 
E sembra deciso, Alfano, a contrastare con ancor più severità la ‘ndrangheta. Ribadisce che è in dirittura d’arrivo un Piano ad hoc per la Calabria. Un’azione di contrasto ancora più forte. Per non fermarsi ai numeri, già molto importanti, del 2014. Risultati che Alfano detta a gran voce alla platea di Legalitàlia.
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