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CATANZARO – I conti migliorano ma i servizi no. Questo è il sunto della situazione della sanità nelle 8 regioni sottoposte al Piano di rientro del deficit, quindi anche in Calabria, che sebbene abbiano visti migliorare i propri conti (COME RICONOSCIUTO ANCHE DAL MINISTRO LORENZIN – LEGGI) hanno perso in efficienza e diffusione dei servizi. A sentenziarlo, al termine di un monitoraggio svolto sui Livelli essenziali di assistenza (LEA), è il ministero della Salute che rispetto alla situazione nelle 8 regioni sotto controllo (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia) ha evidenziato come abbiano livelli al di sotto degli standard minimi. 

In sostanza, secondo i responsabili del ministero la razionalizzazione della spesa sanitaria e il raggiungimento dell’equilibrio finanziario non sono andati di pari passo con la riorganizzazione e riqualificazione dei sistemi sanitari, quindi, anche se migliorano i conti la qualità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza resta non soddisfacente. Nello specifico, all’occhio degli esaminatori del ministero appare insufficiente l’assistenza territoriale per i disabili sia in setting domiciliare che residenziale e semiresidenziale; l’assistenza ospedaliera relativa all’offerta di posti letto post-acuzie non ancora in linea con i parametri nazionali; l’inappropriatezza dei ricoveri in regime ospedaliero di riabilitazione. 

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In compenso, però c’è il dato che a partire dal 2010 il miglioramento dei conti economici delle Regioni in piano di rientro è stato accompagnato da un progressivo miglioramento dell’assistenza sanitaria. Un risultato positivo, che si deve all’aumento più consistente delle prestazioni territoriali rispetto alla contestuale riduzione dell’assistenza ospedaliera. I miglioramenti registrati sono legati all’assistenza territoriale per gli anziani, i malati affetti da disturbi psichici e i malati terminali; al progressivo contenimento dell’inappropriatezza ospedaliera; alla riduzione dell’inappropriatezza clinica e organizzativa dei ricoveri ospedalieri di riabilitazione. E ancora: all’efficienza delle strutture ospedaliere, con riduzione della degenza media; alla dotazione complessiva di posti letto ospedalieri che tende ad allinearsi agli standard nazionali; alla promozione di interventi volti all’incremento dell’assistenza a livello territoriale; alla riduzione della spesa farmaceutica territoriale; alla riduzione del disavanzo del Servizio sanitario dal 2007 al 2012 nella misura del 50% circa. 

Ma questo non basta per far sì che la valutazione complessiva dell’erogazione dei Lea raggiunga la soglia minima accettabile, pertanto: «ora che i Piani di Rientro hanno raggiunto gli effetti – si legge nel report – attesi in termini di recupero del disavanzo sanitario, l’attenzione si deve spostare inevitabilmente sui Lea». Un orientamento, questo, che sposa la nuova linea del governo che mira a privilegiare i servizi al rientro del deficit (LEGGI)

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