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DA molti giorni la questione finanziaria del Comune di Potenza ha monopolizzato il dibattito politico stordendo i cittadini con raffiche di interventi, alcuni – le interviste sui giornali- di chiaro stile Cicero pro domo sua, altri – prevalentemente sui social- di inequivocabile stampo bar dello sport, tesi più a catalizzare l’attenzione dei tifosi e a gonfiare l’ego della squadra che a spiegare come stanno veramente le cose. In tutto questo ai Potentini non resterebbe che indossare una maglietta –quella del colore amato- e far atto di fede, visto che nessuno si è cimentato più di tanto a far capire loro che cosa sta succedendo, magari depurando la comunicazione dai molti e prevalenti orpelli propagandistici.
È evidente che incolpare il centrosinistra dello stato in cui versa il capoluogo di regione è facile e scontato come attribuire ad Adamo ed Eva la perdita del Paradiso terrestre; facile, scontato e per di più veritiero di una verità ormai perduta nella notte dei tempi. Tuttavia, tanto per rimanere in tema biblico, questa volta al Sindaco De Luca converrebbe cogliere il frutto dell’albero della conoscenza e non affidarsi alla dubbia onniscienza dell’opportunismo, perché le cose, a guardare la documentazione, non stanno proprio come ci vengono approssimativamente rappresentate, né il debito del Comune si può far passare come una sorta di agguato preparato al nuovo Sindaco dal momento che – c’è da giurarlo- la massima aspirazione del centrosinistra cittadino non era quella di preparare un tranello in cui far inciampare l’avversario De Luca, ma piuttosto quella di attrezzare le stanze per accogliere l’amico Petrone; e questi, qualora il Pd non fosse stato cicuta a se stesso, avrebbe trovato né più né meno la stessa identica situazione a cui oggi è necessario far fronte.
Premessa fatta, meglio cercare di capirci di più.
Il deficit finanziario del Comune di Potenza ha radici profonde; nel 1999 il debito dell’Ente ammontava a ben 140 milioni di euro e nel corso degli anni (dal 2004 fino al 2010) aumentava di diversi milioni fino a raggiungere un picco di 176 milioni di euro; tale aumento veniva determinato da “sentenze derivanti da errate procedure espropriative risalenti agli anni ’80 e ‘90” , vale a dire da un’ulteriore triste eredità che andava a gravare sull’amministrazione Santarsiero. Questa, nel corso degli ultimi dieci anni, si è trovata a dover fronteggiare una situazione tutt’altro che semplice, simile, se non più complicata, a quella che oggi la nuova amministrazione tarda ad affrontare. Per farla breve, la passata amministrazione ha annualmente risarcito il debito con una somma pari a ben 15 milioni di euro, di cui 12 di mutuo e gli altri finanziati attraverso una serrata politica di spending review chiaramente documentata nel dicembre 2012, il tutto nonostante gli enormi tagli ( si parla di 18 milioni di euro in sette anni) subiti dallo Stato. D’altro canto le numerosissime delibere con le quali, in un arco di tempo che va dal 2004 al 2012, sono stati riconosciuti e finanziati circa 33 milioni di debiti fuori bilancio testimoniano incontrovertibilmente che le precedenti amministrazioni hanno di fatto affrontato una situazione ugualmente gravosa e difficile senza agitare nei confronti dei cittadini lo spauracchio di dissesti e commissariamenti, bensì assumendone tutto l’onere ed esponendosi alle critiche sacrosante di chi assisteva a quel lento degrado della città a cui forse qualcuno oggi, troppo ingenuamente e frettolosomante, pensava di porre rimedio in principio con tuta e pennellesse e successivamente con la pretesa di un maxi esborso della Regione. Insomma, se nel passato si è dovuto far fronte al risarcimento su sentenza del Tribunale persino di cose come , tanto per citare la più curiosa, il mancato pagamento del canone di locazione per un locale adibito a deposito di bare a seguito del terremoto del 1980, forse oggi ci vorrebbe più chiarezza ed anche più coraggio, perché palleggiare parole come dissesto, buco di bilancio, disavanzo ecc… così un poco a casaccio non illumina la verità e non onora chi, non si può ipotizzare il contrario, doveva ben essere consapevole già durante la campagna elettorale della difficoltà del ruolo a cui ambiva.
Suvvia dunque, Sindaco, mangi questa mela e vedrà che sull’albero della conoscenza del bene e del male troverà anche la prospettiva di qualche milione di euro sul conto consuntivo e potrà affrontare il suo bilancio con un po’ più di ottimismo. Per il resto ha anche ragione, la lunghissima amministrazione del Pd ha lasciato strascichi tremendi; però chiediamocelo: in tutti questi anni l’opposizione dove stava?

ANNA R.G.RIVELLI

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