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POTENZA – Lo dissi in sede di insediamento del Consiglio provinciale, lo ribadisco ora, alla luce di quanto contenuto nella Legge di Stabilità approvata qualche giorno fa dal Parlamento, che conferma, nella sostanza, quanto di delirante è contenuto nella Legge DelRio: le province sono enti clinicamente morti.
Non si può pensare di continuare a conservare fondamentali e strategiche competenze come strade, scuole, trasporti e ambiente senza la sufficiente copertura finanziaria derivante da pesantissimi tagli di trasferimenti centrali, che si perpetrano da quattro anni e a cui si somma un prelievo forzoso di oltre 16 milioni di euro per il 2015.
Una riforma, quella delle province, che ha dissetato solo la sete di livore del populismo più becero: quello che si scaglia contro la politica è ogni elemento che abbia a che fare con essa, senza saper giudicare e scegliere la buona dalla cattiva politica.
Una riforma che in fin dei conti, non produrrà nessun reale sostanzioso risparmio di risorse economiche pubbliche. Renzi ci aveva permesso di rottamare una classe politica anacronistica e fuori contesto ed invece ha rottamato le istituzioni. Prima il sanato, oggi le province, in un prossimo futuro forse le regioni. Mutuando Ingrao, che dovrebbe essere caro a lui non a me: sognammo una torre, scavammo nella polvere.
Mi piacerebbe a tal proposito ascoltare la voce dei viceministri lucani e del capogruppo del Pd alla camera dei deputati. Chissà, forse come per l’articolo 38, anche in questa circostanza si inventerebbero che la Basilicata ha vinto.
A tutte queste macerie si aggiunge la drammatica situazione dei dipendenti. Oltre ventimila in esubero in tutta Italia, di cui qualche centinaio nella Provincia di Potenza.
La sola possibile soluzione a questo punto è in capo alla Regione Basilicata, cui si chiede di mantener fede alle promesse fatte, in modo da evitare l’interruzione di servizi fondamentali per i cittadini e soprattutto di evitare il rischio che centinaia di dipendenti delle Province si trovino senza più il loro lavoro e senza futuro.
Insomma una catastrofe. A questo punto non ci resta che affidarci al fato. Buona fortuna a tutti noi.

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