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CONTINUA la triste parabola del trasporto pubblico urbano della città di Potenza. Ai molteplici disagi e disservizi causati dalla Cotrab che se è molto attenta a sguinzagliare squadre di controllori per scovare qualche malcapitato senza biglietto e a licenziare preziosi autisti, è altrettanto incapace ad assicurare un servizio almeno decente ai cittadini.
Da circa una settimana è entrato in vigore un nuovo, incomprensibile orario delle corse urbane, che, se possibile, peggiora ulteriormente il già pessimo orario in vigore, ennesimo capolavoro dell’insipienza e dell’improvvisazione della precedente amministrazione comunale. Ma, evidentemente, non c’è mai fine al peggio! Dall’entrata in vigore di questo ennesimo orario modificato, i pullman sembrano aggirarsi casualmente attraverso le strade caotiche e confuse di questa città, mentre gli utenti virtuali (possessori di un inutile abbonamento o biglietto) si aggirano confusi e disorientati da una strada all’altra, da una fermata all’altra, dove persistono inutili insegne, con ancor più inutili e obsolete indicazioni di orari e corse che non arriveranno mai, come in un villaggio fantasma di tanti film western.
In effetti la tragedia del trasporto urbano a Potenza – perché per tante persone sole e anziane l’impossibilità di utilizzare i pullman per spostarsi è davvero una tragedia – è l’emblema tangibile del dramma in atto di una città decadente e morente, proprio come quei villaggi dell’Ovest americano tanto rappresentati nei film Western.
Una città dove la prepotenza e la violenza arrogante di strade, snodi e viadotti inquietanti – percorribili solo in tristi protesi individuali motorizzate – e di palazzacci delle peggiore edilizia di speculazione rappresentano la prova inconfutabile del malgoverno e del malaffare che hanno dominato e imperversato, senza soluzione di continuità, dagli anni di Colombo a oggi.
Una città dove il diritto all’abitare, al camminare, al muoversi con mezzi collettivi e al fruire di spazi sociali, culturali, ecologici e socializzanti è del tutto negato e disprezzato, quasi ridicolizzato da chi, governando con arroganza autoritaria e cieca determinazione, ha in questi anni condotto la città di Potenza alla rovina, riuscendo a incantare e addomesticare i cittadini come il pifferaio magico, raccontato nella fiaba dei fratelli Grimm, che con il suono del suo piffero conduce una massa inarrestabile di topi a morire affogati.
Le scene di disperazione, di rabbia e di rassegnazione alle quali mi è capitato di assistere in questi giorni – anch’io in vana attesa alle variegate fermate degli autobus – raccontano dell’assenza di rispetto che anche questa Amministrazione ha mostrato nei confronti dei tanti cittadini (i quali, come chi scrive, non si rassegnano alla dittatura dell’automobile), negando persino risposte dovute alle lettere e ai reclami inviati al Sindaco e agli altri amministratori preposti, che invece dovrebbero vigilare su una società privata, come la Cotrab, ormai agonizzante.
Appare quindi del tutto irridente e mortificante, verso chi paga per utilizzare i mezzi pubblici, la giostra insensata dei pullman che in questi giorni vagano casualmente per la città, con percorsi del tutto inutili e inappropriati che, tra l’altro, transitano ancora presso fermate corrispondenti agli ingressi di scale mobili chiuse.
Perciò sarebbe molto più onesto e rispettoso per la dignità di tutti i potentini: sospendere questo servizio inutile; restituire i soldi degli abbonamenti relativi al mese di marzo (almeno quello); progettare in tempi ristretti un sistema di corse, percorsi e orari (magari ripartendo da quanto in vigore non più di due anni fa), che sia rispondente alle esigenze reali di chi lavora e studia e di chi deve raggiungere uffici e servizi pubblici, e non a meri calcoli astratti o al mantenimento di clientele (come già accaduto nel recente passato).

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